L'ombra di tre milioni di senza lavoro su questa «pallida ripresa economica» di Mario Salvatorelli

L'ombra di tre milioni di senza lavoro su questa «pallida ripresa economica» Politici e imprenditori a Fiuggi per definire nuove strategie per l'Italia L'ombra di tre milioni di senza lavoro su questa «pallida ripresa economica» DAL NOSTRO INVIATO FIUGGI — Tra sei mesi s'inizleranno gli ultimi quindici anni di questo secolo, durante 1 quali l'Italia dovrà giocare le carte decisive per rimanere al tavolo dei Paesi più industrializzati dell'Occidente. Queste carte sono: innanzi tutto la scuola, per adeguare la cultura alle nuove esigenze del mondo del lavoro, poi la disponibilità di risorse finanziarie a costi accessibili, infine il rilancio delle infrastrutture, tradizionali e innovative, nelle quali l'Italia è rimasta enormemente indietro. Lo ha detto Romano Prodi, presidente dell'Irl, parlando al convegno indetto dalla Fondazione Fiuggi per la Cultura, sul tema: -I mu tamentl del settore indù striale e 1 problemi finanziari.. Riallacciandosi a questo tema, Prodi ha aggiunto che oggi, in Italia, più che di «ripresa economica», si può parlare di risultato del mutamento profondo che, in questi ultimi anni, è avvenuto nel nostro sistema industriale, applicando le nuove tecnologie, e a scapito dell'occupazione. Se di ripresa si può parlare, confrontando l'aumento del 2,8 per cento circa del prodotto interno lordo previsto quest'anno, contro la flessione dell'i,2 del 1983, 'l'anno peggiore dal dopoguerra a oggi», ha precisato Prodi, dobbiamo considerarla una ripresa da trascinamento, di fronte all'ebollizione dell'economia mondiale, e preoccuparci non solo della sua scarsa entità, ma anche della sua durata. Tanto più che In Italia c'è, assai più che altrove, 11 problema del crescente debito pubblico, che assorbe la mag' gior parte delle risorse flnan ziarle e non permette di manovrare la leva fiscale, alleggerendone la pressione sulle Imprese, come si va facendo nel resto del mondo occidentale, per favorire la ricapitalizzazione del sistema produttivo. Sulla necessità di una «programmazione finanziarla», per capovolgere l'attuale rapporto tra ilussl produttivi e improduttivi del risparmio privato, ha posto l'accento anche Paolo Savona. In apertura del lavori, Giulio Andreotti, presidente della Fondazione, aveva già Ironizzato sulla 'programmazione economica', che negli ultimi decenni ha nutrito un'abbondante letteratura, Gli interventi, compresi quelli del ministro delle Partecipazioni Statali, dello Darida, e del presidente del Cnel, Bruno Storti, si sono ritrovati in sintonia sulla prio¬ rità da attribuire a una migliore distribuzione delle risorse finanziarie, anche e in particolare nella lotta contro la disoccupazione. Su questo punto, due precisazioni. Pro di ha detto che non vanno considerati solo i posti di lavoro creati direttamente dal le nuove tecnologie, ma anche quelli che sorgeranno negli altri settori, con l'aumen to del benessere. Storti ha annunciato che oggi, per la prima volta nella nostra sto ria, gl'iscritti alle liste di collocamento hanno superato 1 tre milioni di unità. Quindi, ha concluso, per colorire questa «congiuntura pallida', le politiche del lavoro dovranno abbandonare 1 vecchi luoghi comuni, come 'Cultura del posto; per darsi un'altra logica, fondata sull'orientamento e sulla preparazione professionali, Mario Salvatorelli

Persone citate: Bruno Storti, Darida, Giulio Andreotti, Paolo Savona, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Fiuggi, Italia