L'Uganda sotto il terrore

L'Uganda sotto il terrore Massacri e saccheggi in ogni regione del Paese con il pretesto di combattere i ribelli antigovernativi L'Uganda sotto il terrore L'esercito di Obote si sta macchiando di nefandi misfatti: villaggi rasi al suolo, bestiame ucciso, raccolti sequestrati - «Chi offre riparo alla guerrìglia morirà», hanno scrìtto sui muri del seminario anglicano di Namugongo i «boys» dell'Armata di Liberazione nazionale - Torture nelle carceri, dissidenti inseguiti sino in Kenya « La gente dice; «E' peggio di quando c'era Amin...» NOSTRO SERVIZIO NAMUOONOO — .Unta boys* (I ragazzi dell'Armata di liberazione nazionale dell' Uganda): cosi è firmata la minaccia scritta in gesso sul muri del seminarlo anglicano di Namugongo, sotto un atto d'accusa che suona come un verdetto: «Voi cristiani che date asilo al guerriglieri morirete tutti-. Il reverendo Qodf rey Bazira è stato giustiziato, 1 suol allievi malmenati. Per quattro giorni, da lunedi 21 a venerdì 25 maggio, trecento soldati venuti da Kampala, su camion e automezzi blindati, occupano e devastano 1 luoghi dove, il 3 giugno 1886, 11 re di Bouganda fu bruciato vivo per aver rifiutato di rinnegare la sua fede. Con il pretesto di braccare i «banditi» dell'.Armata di resistenza nazionale» (Nra) i quali, poche ore prima, hanno attaccato la stazione di Mpoma, 1 militari si abbandonano a sanguinose rappresaglie contro tutti coloro che Incontrano sulla loro strada. Il bilancio, che non tiene conto del dispersi, è di oltre cento morti... Le forze dell'ordine» saccheggiano 1 villaggi, sgozzano il bestiame, Incendiano settanta case. Su un muro si firmano: «/ cow-boys Lublri* (Lublri è una delle tre grandi caserme di Kampala). Un centro cattolico di riposo, vicino al santuario di Namugongo, che Paolo VI visitò nell'agosto '69, è messo a sacco. Il bottino — auto, biciclette, televisori, medicinali — viene portato via con i camion; quello che resta è bruciato sulla piazza. Questi vandali si abbandonano a atti sacrileghi. Incendiano la piccola moschea di Kito, poi uccidono un maiale e, dopo averlo arrostito, lo mangiano usando come piatti pagine del Corano... In un comunicato ufficiale — non era mal accaduto prima — il governo ugandese esprime il «suo rammarico* per le perdite di vite umane e ammette, con imbarazzo, le responsabilità dell'esercito nel massacro. «/ soldati non erano ubriachi; sapevano quello che facevano*, ha raccontato un testimone. Secondo Paul Semegerere, presidente del partito democratico (dp), 11 principale gruppo di opposizione legale, «é chiaro che qualcuno ha spinto i soldati a agire come selvaggi*. Nonostante le assicurazioni del governo, la popolazione ha abbandonato quel luoghi. Domenica 3 giugno, In occasione del pellegrinaggio annuale al santuario di Namugongo, 11 vescovo cattolico di Sorotl, nella sua omelia ha sottolineato «Za lunga aponia che attraversa il Paese*. Il massacro di Namugongo non è stato una semplice bravata. Un po' dappertutto, nel Paese, l'esercito regolare compie rappresaglie contro la popolazione civile, colpevole, al suol occhi, di •intelligenza* con i «banditi» dell'Nra. Ciò avvenne alla fine di febbraio quando i militari ripresero 11 controllo di Masindi, a Nord di Kampala, caduta da poco nelle mani del «ribelli» guidati da Vowerl Musuwenl; e ai primi di giugno, allorché gli stessi militari si presentarono a Holma, a Nord-Ovest della capitale. Nel Nord-Est del Paese, la caccia al ladri di bestiame, ingaggiata, a meta marzo, da reparti regolari con l'appoggio di unità kenyote, ha degenerato In violenze di ogni genere: villaggi rasi al suolo, colture distrutte, bestiame ucciso. Per 1 rastrellamenti sono stati usati anche elicot¬ teri. A Tokara, al personale dell'.Ospedale senza frontiere» è stato ordinato di non curare le vittime di tali vessazioni. Le autorità ugandesi hanno già raccolto diverse migliala di famiglie nel campi di Kapedo e di Namalu. Oltre ventimila pastori e contadini sono riusciti a rifugiarsi nel Sud del Sudan lasciando una regione dov'è ormai impossibile seminare e che rischia, anche a causa della siccità, di conoscere nel prossimi mesi la carestia. Nel Sud dell'Uganda continuano le persecuzioni contro 1 Banyarwandas, al quali 11 governo ugandese continua a negare la piena nazionalità. Centomila di loro vivono In campi nell'interno del Paese. Altri 40 mila hanno trovato asilo, negli ultimi anni, in Tanzania e in Rwanda. In un recente rapporto, l'Alto Commissariato per i profughi delle Nazioni Unite non esclude la possibilità di nuove persecuzioni contro questa etnia e si domanda se *il potere centrale avrà la volontà politica e i messi per prevenirle o contenerle*. Infine, nel Bouganda, nel pressi della capitale, la «macchia nera» che forma t tre distretti caldi: Luwero, Mplgl e Mubende. Incapace di controllare la dissidenza, 1' esercito ha qui fatto ricorso, nel confronti della popolazione civile, al terrore. Una quarantina di campi che 11 governo aveva aperto per mettere 1 contadini al riparo dalle «cattive influenze* dei «banditi» dell'Nra sono stati chiusi e le persone clic 11 abitavano «invitate» a tornare alle loro case. In un tale clima di violenza, le organizzazioni umanitarie, come la Croce Rossa Internazionale, stentano a svolgere la loro attività, sospettate dalle autorità di alutare, volenti o no. 1 dissidenti. Cosi la Croce Rossa si limita ormai alla distribuzione di viveri in due ospedali e nel campi di Bukomero, Kiboga e Nakasl. A Luwero le scuole sono ancora aperte, ma le missioni cristiane si sono trasferite altrove. Nell'unico ospedale della zona, a Nakasere, guidato da tedeschi, 1 pazienti sono ammessi soltanto se possono dimostrare di aver pagato le imposte. Lo scopo è di impedire alle persone sospette, benché munite di documenti ufficiali, di farsi curare. Se oggi i contadini non vengono perseguitati nel loro campi è solo perché 1 soldati ne traggono vantaggio, confi¬ scando buona parte del raccolti di mais, fagioli, banane e caffè. Oltre ai crimini commessi alla luce del sole, 1 militari si macchiano di altri reati nelle carceri. I più fortunati tra 1 detenuti politici e per reati comuni sono quelli che scontano le pene nelle prigioni che la Croce Rossa può visitare: 1 suol delegati hanno concluso un'ispezione durante la quale hanno visitato circa diecimila prigionieri, al quali hanno portato coperte, materassi, saponette e, soprattutto, il conforto delle famiglie. Ma qual è la sorte riservata al detenuti nelle caserme della capitale: Buya, Lublri, Maklndye? I pochi ugandesi che sono riusciti a evadere descrivono le scene di orrore delle quali sono stati testimoni e vittime. Questi prigionieri, destinati a una morte sicura, sono presunti dissidenti o persone alle quali l'esercito tenta di confiscare 1 beni. Un film realizzato dall'Nra, girato 11 giorno dopo l'assalto a Masindi, mostra, nelle fosse comuni a Sud di Luwero, 1 cadaveri di giovani col cranio fracassato a colpi di sbarre di ferro: 1 killer sono gli stessi carcerieri di Maklndye. I posti, a Kampala, dove 1 presunti dissidenti vengono interrogati si chiamano: Nile Manslon, Afro-Motors, Milton Obote Foundation, Uganda House, Argentina House e 11 Centro per la sicurezza dello Stato. Le milizie private dei principali dirigenti del Paese, in particolare quelle di C. R. Rwakasllsl, ministro di Stato per la Presidenza della Repubblica, partecipano attivamente alla caccia al dissidenti spingendosi, se necessario, fino in Kenya e nelle vie di Nairobi. Infine, la delinquenza comune. Il 27 maggio, alle 10 del mattino, a Kabale, 400 km a Sud di Kampala, un soldato ha assassinato 11 giovane figlio di un pastore anglicano. Il 5 giugno, alle 7 del mattino, alla periferia della capitale, sulla strada per Holma, un militare ha assaltato un taxi uccidendo diversi passeggeri. Di notte, a Kampala, le raffiche di armi automatiche e le grida di donne aggredite da malfattori e mercenari non turbano piti 11 sonno della popolazione. Solo gli stranieri riescono a commuoversi. Sulle strade, lungo le ferrovie e qualche volta addirittura sulla porta del ministeri, in particolare qulello dell'Informazione, 1 soldati abusano della loro autorità con il pretesto di controllare l'identità della gente. La paga mensile del militare — 8 mila lire — non può certamente essere sufficiente per sfamarlo. Normalmente gli stranieri Bono costretti a versare un «obolo» di 400 lire. Il sottufficiale determina l'incasso che si attende dai subalterni: • Centomila lire per me, il resto per voi...». Ci sono poi i posti di blocco abusivi installati da Individui in uniforme che lavorano per conto prò-, prlo: trattare con loro, in ogni caso è inutile, un passeggero che non voglia pagare quasi sempre è costretto a scendere dal treno o dalla corriera e proseguire a piedi. Di fronte a tale anarchia numerosi ugandesi affermano che la situazione non è mai stata peggiore e la sicurezza tanto minacciata, «/di Amin controllava il suo esercito*, si sente dire. «Non si vedevano persone in uniforme giocare ai soldati. I contadini non venivano ammassati nei campi e non si bruciavano i villaggi. A quel tempo la giustizia era rapida ma selet \tiva: venivano perseguiti sol tanto coloro che minacciava' no il dittatore. Oggi con Milton Obote si ammassa chiunque senea ragione. Significa che l'Uganda è caduta proprio In basso se oggi numerosi ugandesi arrivano al punto di riabilitare la figura di Idi Amin e di ammettere che 1 regimi di «morte e terrore* non si assomigliano tutti e che ne esistono .alcuni peggiori di altri. Jacques de Barrln Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampai)

Persone citate: Argentina House, Idi Amin, Kito, Milton Obote, Obote, Paolo Vi, Paul Semegerere, Uganda House

Luoghi citati: Italia, Kenya, Nairobi, Sudan, Tanzania, Tokara