Corsica ingovernabile eterna spina per Parigi di Emanuele Novazio

Corsica ingovernabile eterna spina per Parigi OSSERVATORIO Corsica ingovernabile eterna spina per Parigi Faceva acqua da tempo, da mesi era bloccata, impotcnic, divisa. Quando, mercoledì, il governo l'ha sciolta, l'Assemblea regionale còrsa era già in agonia. Da Ajaccio erano in molti a ripetere appelli, a sollecitare Mitterrand e Mauroy. Perfino i più tenaci sostenitori della «regionalizzazione», sospettosi d'ogni intervento «continentale». Ma nessuno, ormai, voleva aspettare di più: da quando, in febbraio, l'Unione del popolo còrso (gli autonomisti di Edniond Simconi) ha deciso di disertare il «parlamentino d'Ajaccio», non c'era più maggioranza, il bilancio — in aprile — aveva dovuto passare alla Corte regionale dei conti, la sua esecuzione venire affidata al prefetto. «Dissoluzione d'urgenza», aveva quasi implorato il presidente Prospcr Alfonsi, radicale di sinistra. « Un semplice cambiamento d'esecutivo non farebbe che prolungare il coma profondo, entrato nella sua ultima fase. E la Conica merita ben più di una semplice vita vegetativa'). Il governo ha risposto, dunque. Ma ha atteso che il Parlamento modificasse la legge elettorale: ad agosto, quando gli isolani torneranno alle urne (giusto a due anni di distanza), sarà necessario varcare la soglia del cinque per cento per ottenere rappresentanti in assemblea. Lo scrutinio alla proporzionale, finora, premiava chiunque avesse raggiunto almeno duemila preferenze (l'I,6 per cento dei voti). Non è un cambiamento da poco. Una delle sfide del governo era, appunto, V«apertura democratica alle piccole formazioni». L'unico mezzo, forse, per reintegrare le frange autononiistc nel gioco politico, per sottrarre terreno a chi rifiuta «cedimenti e collusioni» con lo «Stato francese». Una sconfitta di Parigi? Un compromesso necessario, si dice. Ma, anche, un segno d'impotenza. Una confessione — come ha notato un uomo politico còrso — clic «la realtà insulare è davvero troppo complessa, sfugge ai tentativi di razionalizzazione, alla ricerca di modi d'azione nuovi, moderni». Il giudizio di molti isolani non c meno severo: dopo aver sollevato tante speranze, l'Assemblea batte ogni record d'impopolarità, «si perde in mille chiacchiere», la sua immagine c «odiosa» anche a elli l'aveva salutata con inatteso favore. Le conseguenze potrebbero essere amare. La febbre separatista potrebbe tornare a salire, ritrovare conforti, indulgenze. In quest'isola tutto si mescola a tutto, in un groviglio inestricabile e contorto: chi sogna una Corsica «libera e indipendente», nazionalisti romantici, banditi c falsi idealisti. Terroristi e gente del milieu. Da mesi, dopo una pausa illusoria — e indubbi successi del commissario Broussard, poliziotto leggendario dalla reputa¬ zione di cow-boy — ti sono segni allarmanti. Sotto i bagliori improvvisi di qualche «notte dei fuochi» —quindici, venti attentati contemporaneamente, nelle due province dell'isola — cova una cenere capace di appiccare l'incendio. Il «Fronte di liberazione nazionale della Corsica», dissolto dal governo nel gennaio dell'anno scorso, è stalo colpito — e duramente — da Broussard c dalle sue squadre. Ma il malcontento, lo spettro della crisi, lo choc della disoccupazione dopo gli anni felici del boom, sono soffi d'ossigeno, per lui. L'impotenza dell'Assemblea regionale, le sue beghe «continentali», la sua morte precoce, rischiano di fargli un gran bene. Nessuno, naturalmente, si illude che la Corsica possa ottenere l'indipendenza. Nessuno, salvo i duri del «Fronte», probabilmente, lo vuole davvero. C'è una storia clic ben simboleggia le inquietudini còrse. Forse perché, più d'ogni altra, condensa gli ingredienti fondamentali della società insulare: politica, famiglia c milieu. Dura da un anno, l'hanno battezzata «il caso Orsoni», perché comincia con la sparizione del giovane militante nazionalista. Pei vendicare la sua morte — che il «Fronte» attribuisce allo Stato — il mese scorso un commando ha ucciso due detenuti, ad Ajaccio. Due banditi del racket. Quando il collimando t stato arrestato, il clan Orsoni si c ribellato, ha gridato per le strade la sua riconoscenza agli «croi nazionalisti». Un enigma, un feuilleton fatto di sangue, di morte, vendetta, clic comimia a scuotere l'isola. Come un maleficio. Emanuele Novazio 11 commissario Broussard

Persone citate: Alfonsi, Broussard, Mauroy, Mitterrand, Orsoni

Luoghi citati: Ajaccio, Corsica, Parigi