Liberati a Cuba 26 «politici» A Jackson consensi e critiche di Ennio Caretto

Liberati a Cuba 26 «politici» A Jackson consensi e critiche Il leader negro è tornato da Castro dopo una sosta a Managua Liberati a Cuba 26 «politici» A Jackson consensi e critiche Commovente rincontro del pastore protestante con gli americani scarcerati: oggi li riporterà negli Usa - Fidel si dice disposto a recarsi a Washington ma la Casa Bianca rimane diffidente DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Su richiesta di Jesse Jackson, Fidel Castro ha scarcerato ieri 26 detenuti politici cubani, in aggiunta ai 22 prigionieri statunitensi, in gran parte criminali comuni, scarcerati mercoledì. Jackson era atteso a tarda ora a L'Avana, di ritorno dal Nicaragua dove si era recato per completare il suo • viaggio di pace* in Centro America: doveva accompagnare personalmente a Washington i 48 uomini, a cui nel frattempo il Dipartimento di Stato ha concesso il visto d'ingresso negli Stati Uniti. Il suo arrivo nella capitale è previsto per l'alba di oggi. Il leader negro ha chiesto di essere ricevuto dal presidente Reagan e da Shultz: sarebbe latore di un messaggio di Ca¬ stro e di uno della giunta sandinlsta. La schiarita sui detenuti politici cubani, di cui Castro aveva rifiutato Inizialmente 11 rilascio, si è formala dopo che a L'Avana sono giunte le reazioni negative americane sulla visita di Jackson. DI fronte al rischio che il leader negro apparisse uno strumento di Cuba, e la liberazione dei 22 prigionieri statunitensi una facile pubblicità. Castro ha deciso di compiere un gesto distensivo. Gli elenchi dei due gruppi di prigionieri presentatigli dall'ospite erano assai più fitti di quanto siano risultati quelli degli scarcerati. Ma Castro è riuscito egualmente a dare sostanza alla propria asserzione di volere il dialogo con gli Stati Uniti. Per questo motivo la Casa Bianca e il Dipartimento di Stalo non lian- no ancora detto no alla richiesta di Jackson di incontrare Reagan e Shullz. Dal punto di vista formale, il -clou» delle due giornate di Jesse Jackson a L'Avana e stato 11 suo abbraccio al 22 prigionieri statunitensi in carcere. 'Non sono venuto per giudicarvi, ma per riportarvi in patria — ha detto —. Ciò che avete fatto riguarda voi, le vostre famiglie e la giustizia americana». Il leader negro, che è un pastore protestante, ha preso due dei carcerati per mano e ha Incominciato a pregare con loro. Molti presenti sono scoppiati In lacrime. Dal resoconti forniti, è emerso un quadro terribile della vita nelle prigioni cubane. Estremo riserbo circonda l'incontro successivo di Jackson col detenuti politici, sottoposti a un trattamento ancora più duro, e in carcere per periodi molto più lunghi: Jackson intende parlarne a Washington. Da un punto di vista politico, 11 .clou., e stata la dichiarazione congiunta In dicci punti di Jackson e di Castro. Al di la delle note propagandistiche, 11 leader cubano ha compiuto qualche guardinga apertura: ESI è detto pronto alla ripresa del rapporti diplomatici; ha proposto negoziali sull'emigrazione dall'isola agli Stali Uniti -purché non venga strumentalizzata per le elezioni presidenziali di novembre»; ha manifestalo 11 proprio appoggio per la me eluizione del gruppo di Contadora — Messico. Panama, Colombia e Venezuela — in Centro America; non Ila escluso di recarsi negli Usa se Invitalo. Le aperture non sono seni m: bratc sufficienti né alla Casa Bianca né al Dipartimento di Sialo. 'Castro — hanno detto I portavoce — deve cessare i suoi tentativi di esportare la rivoluzione e richiamare le sue truppe dall'Africa c dal Centro America». IjC pregiudiziali dell'amministrazione repubblicana nei confronti di Cuba sono condivise dal Congresso e in genere d&il'cstablishmcnt washlnglonlano. Se ne 6 avuta la conferma ieri, quando sia pure di strettissima misura — 6 voli a 4 — la Corte Costituzionale ha decretalo che 11 governo ha 11 diritto di proibire al cittadini statunitensi di vi¬ sitare l'Isola. Il motivo, ha spiegato, è che non si deve finanziare un regime 'die diffonde il terrorismo e la violenza armata». Questo umore popolare mette Jackson In una posizione difficile, nonostante il suo successo: gli si riconosce il valore umanitario del viaggio, ma gli si disconosce quello politico. La sosta a Managua, dove è stato ricevuto tra gli altri anche dal ministro degli Interni sandinlsta Borge, ha acuito solo il sospetto che il leader negro sia troppo sensibile alle istanze comuniste In Centro America e tropi» pronto a dare addosso al presidente Reagan. Ennio Caretto