Harrison, re della commedia

Harrison, re della commedia Parla Fattore sulla scena londinese accanto a Claudette Colbert Harrison, re della commedia LONDRA — Rex Harrison, maestro del gènere brillante, sta recitando una commedia brillante al Royal Haymarket di Londra: è la prima volta negli ultimi trent'annl. Grazie a Harrison si rivede Claudette Colbert, al suo nuovo «debutto» sulla scena londinese dal 1928, e viene offerta anche la possibilità di riconsiderare la carriera di Frederick Lonsdale, commediografo stranamente dimenticato, autore di questa Arent We Ali? (Non ci slamo tutti?). Per Rex Harrison si tratta di un'interpretazione che chiude un ciclo. Quando lasciò, 60 anni fa, Huyton nel Lancashire per raggiungere le scene di Llverpool col vecchio nome di Reglnald Carey Harrison, 1 suol eroi teatrali non erano le grandi figure shakespeariane, ma i personaggi di Lonsdale. mRonnie Squire. Charles \Hawtrey, Gerald de Maurier ■ dice Harrison —, uomini che facevano sembrare tutto così semplice; lasciavano credere che erano capitati sul palcoscenico per due battute mentre stavano recandosi al club. Ora che mi capita di interpretare uno dei più grossi ruoli di Ronnie, mi rendo conto di come fosse giustifi¬ cata la mia ammirazione per lui. Non è facile recitare Lonsdale; preferirei Shaw ogni giorno. Shaw lavorava per i suoi attori, Lonsdale li faceva lavorare per lui*. «Non avevo mai recitato una sua commedia prima, ma lo conoscevo abbastanza bene quando andai a Hollywood per la prima volta, dopo la guerra. Egli odiava star li, diceva che "non c'era conversazione" e partì. Probabilmente aveva ragione. Uomo curioso, sardonico, perfetto padrone di casa. Quando stava morendo, H. O. Wells disse che avrebbe voluto Freddy accanto "per rendere il processo più gradevole"». Polche non è mai stato un attore classico nel senso più stretto della parola, e visto che non ha mai recitato a Strati orci o al National Theatre, Harrison si è sempre visti negare gli onori tributati ad altri suol contemporanei, da Oielgud a Oulnness. E' però considerato il più grande Interprete di Shaw. Come in Coward, il tempismo è sempre stato una delle doti più raffinate di Harrison. Alcuni anni fa, per celebrare il suo mezzo secolo di palcoscenico (avrà 76 anni tra poco), pubblicò un'autobio¬ grafia intitolata semplicemente Rex. Il libro era come l'uomo, scoppiettante, elegante e un poco gelido, ma tracciava una delle carriere' più notevoli degli attori della sua generazione, una carriera autorevole costruita sullo charme e sullo stile. «Se tu non fossi il migliore attore brillante del paese — gli disse una volta Coward — tutto quello che sapresti fare sarebbe vendere auto a Qreat Portland Street: In effetti Harrison ha dimostrato di sapere fare molto di più, anche se la sua immagine pubblica ricorda vagamente quella di un reale in esilio, con appartamenti a Monaco e New York e un profondo amore per la pittura che, come l'attore minaccia, potrebbe allontanarlo definitivamente dal teatro. A tutt'oggl è sopravvissuto a cinque matrimoni, uno scandalo nella Hollywood degli Anni 40 che avrebbe distrutto molto meno solide carriere e la morte dieci anni dopo dell'amata Kay Rendali. »Ero un bambino svogliato — spiega — buono a niente tranne che per un po' di cricket. Come Lonsdale, non ricevetti una vera educazione, probabilmente perché non ero in grado di riceverne una. Ma ho sempre cercato le prove di forea; quando cominciai non c'erano National Theatre, né Royal Shakespeare Company, e la mia famiglia non poteva permettersi una scuola di recitaeione. Così imparai nei giri di provincia come si fa a fermare la gente che tossisce nelle umide pomeridiane del mercoledì. Io ho molta energia, anche se la gente, poiché non urlo e non smanio in scena, pensa che mi sto muovendo li intorno: E l'incontro con la Colbert? «£' meraviglioso essere con Claudette. Quando la vidi per la prima volta sulla .scena in una commedia intitolata The Barker pensai che era splendida, e lo penso tuttora. Ho portato in giro con lei per V America, qualche anno fa. The Klngflsher. Sembrava che fumìonasse, cosi pensai che, a ottant'anni, era ora che gli inglesi la rivedessero. Non ci sono molte persone così in giro oggi, che abbiano voglia di fare otto spettacoli alla settimana e nemmeno per tanti soldi. Penso che forse mi fermerò presto». Sheridan Morley Copyright «The Times Newspapers» e per l'Italia «La Stampa» msbdgatbdcrLsA\ Rex Harrison: una vita per il teatro senza onori ufficiali

Luoghi citati: America, Hollywood, Italia, Londra, Monaco, New York