Artigiani chiedono si discuta l'orario

Artigiani chiedono si discutei l'orario Mentre il Senato approva la legge-quadro Artigiani chiedono si discutei l'orario A colloquio con il presidente regionale del Confartigianato: «Sta per passare un provvedimento non adeguato al nuovo spirito europeo» Dopo circa quindici ann! trascorsi In un'altalena di speranze e delusioni, la legge quadro sull'artigianato sta per arrivare al traguavdo. Il 31 maggio il Senato ha già approvato un testo e adesso toccherà alla Camera esprimere 11 proprio giudizio. Infine, di recente sono stati rinnovati 1 contratti di lavoro per le categorie. Tutto a posto dunque? «Diciamo subito — precisa Giuseppe Scaletti, presidente della federazione regionale della Confartigianato — che, mentre si parla tanto di Europa e della necessità di unificare le legislazioni, sta per passare una legge non adeguata». Fa emergere da una cartellina alcune fotocopie. •Inoltre — prosegue aggiustandosi gli occhiali sulla fronte — ci dobbiamo preparare a nuovi contratti che tengano conto del merito». Legge le proposte quasi d' un flato. «Nella busta paga vorremmo che fossero conglobati la tredicesima e l'assegno delle ferie. La stessa liquidazione dovrebbe essere pagata alla fine di ogni anno. Si parla di riduzione di orario ma, a parte il fatto che questa proposta deve riguardare tutti e non deve partire solo da noi, è bene chiarire che in quel caso occorrerebbe abbassare anche il salario. I contratti hanno infine concesso aumenti oltre la soglia del 10 per cento antiinflazione. Gli aumenti devono essere assegnati in base ai meriti e non a pioggia». La federazione regionale della Confartigianato è decisa a riequillbrare 1 conti delle aziende. 'Senza badare a ideologie politiche — prosegue Scaletti — né a interessi di parte. E' doveroso che sia riconosciuto il lavoro e llm-pegno degli artigiani e che i dipendenti siano messi in condizione di operare bene e con loro piena soddisfazione». Il presidente legge un altro appunto. 'Abbiamo subito la figura del delegato sindacale nelle aziende con piti di otto dipendenti. Noi lo chiamiamo invece delegato d'impresa, non lo paghiamo direttamente ma il denaro lo versiamo ad un ente bilaterale che lo gestirà per fini mutualistici». E sulla legge quadro? Scaletti scuote la testa. «Ci sono cose buone e altre meno buone. A parte il discorso sulla visione nazionalistica e ristretta del testo che contrasta con il clima europeistico, siamo alle solite. E' stato finalmente resa obbligatoria l' iscrizione all'albo delle imprese e non solo alla Camera di Commercio. In questo jnodo si eviteranno furbizie sulla mutua e sui controlli. Sull'articolo 2 poi si dice che l'imprenditore deve essere in possesso dei requisiti tecnicoprofessionali previsti dalle leggi statali. Quali? Salvo i barbieri siamo a zero». Il discorso tocca il problema delle Commissioni. «Anche qui — aggiunge Scaletti — dovremo attendere le leggi regionali di disciplina. E non è chiaro se dovrà esserci un solo testo o più criteri, a seconda delle zone. Comunque non potremo autogovernarci come i commercianti, ma dovremo sottostare alle decisioni dei politici». Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Giuseppe Scaletti, Scaletti

Luoghi citati: Europa