Le «grandi firme» della Chiesa per i teologi della liberazione
Le «grandi firme» della Chiesa per i teologi della liberazione Eminenti studiosi, da Kung a Chenu, contestano le critiche Le «grandi firme» della Chiesa per i teologi della liberazione I nuovi movimenti «sono vitalità e speranza» ■ Rifiutandoli «si offendono i poveri e gli oppressi» CITTA' DEL VATICANO — La «leale opposizione di sua maestà, nella fattispecie Giovanni Paolo II, ha preso posizione, come non accadeva ormai da anni, In difesa della «teologia della liberazione». Un documento firmato da un gruppo di teologi europei, nord-americani e latino-americani, che si riconoscono nella rivista internazionale di teologia Concilium, hanno reso pubblica una dichiarazione, datata 17 giugno 1984 e Intitolata «Nuove vie della Chiesa in pericolo». In calce al documento ci sono firme di tutto rispetto, alcune delle quali — Kung, Schlllebeeck — in disgrazia agli occhi di Roma; altri nomi — Congar, Alberigo, Chenu, Sartori — sono quelli di protagonisti del Concilio e del venti anni che sono seguiti alla ventata di rinnova¬ mento ecclesiale. ' La teologia della liberazione —11 tentativo di interpretare alla luce del Vangelo la situazione anche sociale e politica del poveri nell'America Latina — è stata presa di mira, di recente, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, ex Sant'Uffizio. In primavera, a Bogotà fu convocata una riunione dei vescovi latino-americani per insistere sulla pericolosità di alcune forme di teologia della liberazione. Le conclusioni di questa riunione furono presentate dallo stesso card. Ratzinger In una conferenza stampa a Roma, in cui precisò che la teologia della liberazione ha diverse espressioni, «aicurte pienamente legittime, altre criticabili, altre infine inaccettabili». La linea ufficiale è «proteggere con maggiore forza la dottrina cattolica»: punto di partenza è il rifiuto dell'analisi marxista per la lettura della realtà, e l'applicazione in sua vece della dottrina sociale della Chiesa. Alcune Conferenze episcopali intervenlrono nel confronti di teologi particolarmente In vista. Un'indagl- ne è stata aperta dai vescovi peruviani sugli scritti di Gustavo Gutlerrez, senza che per ora sia stata formulata un'accusa specifica. Il documento di Concilium è il tentativo di bloccare agli inizi quella che potrebbe apparire come un'ondata persecutoria. «Le autorità della Chiesa hanno talvolta sostenuto e legittimato questi movimenti di liberazione — dice la dichiarazione —, sovente però siamo stati testimoni di casi di diffamazione, d'interdizione di insegnare la teologia, di sospetto di infedeltà verso il messaggio cristiano, e d'accusa di sostituire la teologia con ideologie influenzate dal marxismo: protestiamo vigorosamente di fronte a tutto questo». I teologi accusano i gruppi neointegristi e conservatori di esacerbare le tensioni esistenti nella Chiesa: «Rifiutando il cambiamento sociale e privilegiando una religione che pretende di essere apolitica, essi lottano contro l movimenti di liberazione e fanno delle scelte che rappresentano di fatto un 'offesa nei confronti dei poveri e degli oppressi». Concilium è solidale con 1 nuovi movimenti ecclesiali: «Sono per tutta la Chiesa motivo di speranza. Ogni intervento prematuro delle autorità ecclesiali rischia di soffocare lo spirito che anima e guida la Chiesa locale». Nella dichiarazione non si cita esplicitamente la Congregazione per la Dottrina della Fede, o 11 card. Ratzinger, ma la lettura è trasparente. Il prefetto dell'ex Sant'Uffizio su questo tema è In consonanza con 11 Papa, che ancora nel suo viaggio in Svizzera ha espresso perplessità, sia pure senza citarla esplicitamente, verso la teologia della liberazione. La dichiarazione di Concfiitm è 11 più duro documento di critica alle opinioni del governo centrale della Chiesa espresso da un consistente gruppo di teologi durante 11 pontificato di Giovanni Paolo II. Marco Tosattl
Luoghi citati: America Latina, Bogotà, Citta' Del Vaticano, Roma
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