E' durata nove ore la resistenza della destra pci sul nome di Lama di Ezio Mauro

E' durata nove ore la resistenza della destra pel sul nome di Lama La durissima battaglia in direzione prima del sì alla candidatura Natta E' durata nove ore la resistenza della destra pel sul nome di Lama Ora l'offensiva si sposta sulla linea politica - Chi sono gli undici astenuti nella votazione per il segretario ROMA — «Afa coso sta succedendo? Qui parlano soltanto i compagni che non erano favorevoli alla nomina di Natta a segretario. E gli altri? Ci sarà pure qualcuno che invece è d'accordo, e ha fatto il suo nome. E allora, perché non parla?». La domanda del vecchio Antonio Roaslo è caduta in mezzo al comitato centrale comunista martedì pomeriggio, mentre gli uomini dell'ala «riformista» del pel, la cosiddetta «destra», stavano portando a termine l'ultimo atto di una lunga battaglia politica. Uno dopo l'altro, i dirigenti di questo gruppo si alzavano, e marcavano il loro dissenso, sia pure «controllato»: non ci opponiamo alla soluzione Natta — dicevano in sostanza — ma avremmo preferito Lama, oppure Napolitano, oppure un'accoppiata che portasse al vertice del partito anche un presidente, capace di gestire la politica estera del pel In prima persona. Silenziosi, ascoltavano e osservavano senza pronunciarsi i leader dell'ala legata a Mosca e contrarla allo «strappo», Cossutta e Cappelloni, che poco dopo avrebbero unito la loro astensione sul nome di Natta a quella di Bufallnl, Penìa (i capofila dell'ala moderata), Terzi, Quercioli, Fanti, Galluzzi, Bollini, Milani. Undici astensioni in tutto, una strana pattuglia formata dal filosovietici, dalla nuova «destra» e dalla vecchia anima amendoliana, che ha comunque un insediamento più ampio nel pei e nel suo gruppo dirlgen te. E la battaglia politica, infatti, è stata combattuta tut' ta dagli «amendoliani», esplicitamente, in prima persona, Una sfilata di dissensi o di consensi tiepidi che si è conelusa quando ha preso la parola Giorgio Napolitano, che nel partito rappresenta da sempre l'eredità amendollana e le posizioni «liberai» «Ormai il dibattito è concluso — ha detto Napolitano — te consultazione ha dato i suoi risultati, prendiamo atto che il partito ha indicato Natta, e sosteniamolo». Qui è finita la lotta per il dopo-Berllnguer che era in cominciata all'indomani della morte del segretario comunista (quando 1 «moderati» si sono preoccupati per prima cosa di bloccare quello che veniva chiamato l'«ambo secco», e cioè la nomina di Natta segretario e di Occhetto vice) e che ha avuto il momento di maggior tensione lunedi, nella seduta decisiva della direzione. Sembrava una riunione •tecnica»: la consultazione aveva fatto emergere una larga maggioranza per Natta (poco meno di duecento indicazioni su 244 dirigenti consultati), con 30 consensi per Lama, da 15 a 18 per Occhetto, altri voti per Reichlln e Zangherl. Pecchloll e Tortorella proponevano dunque alla direzione di indicare al comitato centrale la candidatura «secca» di Alessandro Natta. Ma la «destra» non aveva giocato tutte le sue carte. Senza fermarsi alle cifre della consultazione, riproponeva con forza il nome di Lama alla segreteria, In aperta contrapposizione a Natta. Il vero braccio di ferro per la successione a Berlinguer si è giocato qui. La riunione, che doveva essere molto breve, si è allungata, è stata interrotta e poi è ripresa, è durata in tutto ben nove ore. -E' stata una vera e propria battaglia politica — ci ha detto un dirigente dell'ala "berllnguerlana" —. Loro insistevano, anche se Lama è intervenuto per dichiararsi indisponibile, noi ribattevamo ricordando che i risultati della consultazione parlano chiaro. Alla fine, si è trovata un'intesa, anche perché noi eravamo in larga maggioranza». Quanto è avvenuto in Co¬ mitato centrale, dunque, è solo la sanzione dello scontro, dell'intesa sul nome di Natta, della tregua che è servita a coprire il vuoto di potere al vertice del pel, ma rimanda 11 vero confronto interno, sulla linea politica. La «destra» ha voluto lasciare agli atti (e «l'Unita» l'ha registrata) la sua posizione di assenso condizionato, tiepido, in qualche caso perplesso. Penìa ha detto chiaramente che Lama più di Natta avrebbe dato un segno di novità «anche in rapporto alla situazione politica interna», e cioè ai rapporti con 11 psi. Per Bufallnl, Napolitano sarebbe stato l'uomo giusto, «una soluzione fresca e incisiva come richiede il momento politico cruciale». Fanti, nonostante si fosse pronunciato in sede di consultazione per un altro nome ha detto si a Natta, ma ha chiesto un presidente «autorevole». Galluzzi, Verdini, Turcl hanno reso pubblica la loro proposta di un candidato diverso da Natta, durante 11 sondaggio. Per Natta, senza riserve, parlavano Badaloni, Vagli, Sprlano, Luporini e Mussi. Napolitano invitava a tener conto dei risultati 'democraticamente accertati» della consultazione, Lama si dichiarava comunque non disponile, »anche in caso di designazione», convinto che la scelta di Natta fosse «la più giusta». Quindi il voto, il lungo applauso a Natta eletto segretario: e il suo invito — che dopo questa ricostruzione dell'ultima battaglia durata due giorni si capisce meglio — a realizzare nel pei una '■imita a più voci». Ezio Mauro

Luoghi citati: Mosca, Roma