Petit, la danza tra cielo e inferno di Luigi Rossi
Petit, la danza tra cielo e inferno Il celebre coreografo ha presentato al Palasport di Milano «The Marriage Of Heaven and Hell» Petit, la danza tra cielo e inferno Per la Scala una ricca creazione astratta con riferimenti a Pasolini e a James Dean interpretata da Paolo Bortoluzzi e Luciana Savignano MILANO — Forse l'unica presunzione di Roland Petit nella novità presentata per la Scala al Palasport sta proprio nel titolo mutuato dal libro profetico di William Bla-; ke, The marriage of Heaven and Hell. Anche con una etichetta più anodina e, al limite, persino cancellando i riferimenti a Pasolini e a James Dean, questo balletto del geniale coreografo francese potrebbe definirsi una ricca creazione .di danza astratta che legittimamente designa Petit come continuatore di Balanch'.ie, anche se con maggiori Inquietudini già evidenziate nelle scelte dell'accompagnamento musicale. Per un'ora e mezzo, nella vasta platea dell'impianto sportivo, abbiamo ascoltato una aggressiva esibizione dal vivo, con opportuni rinforzi elettronici, di rock duro degli Art Zoyd. Per la verità il gruppo francese è riuscito talvolta a piegarsi funzionalmente persino a suggestioni classiche, quando occorreva, con pedali organistici, squarci corali e persino suggestioni settecentesche nello stupendo passo a due di stampo accademico della Luce. Stavolta nessuno stilista di moda, niente scene e persino i costumi sono risultati neutri e anonimi, fatti in casa con francescana povertà. Le allusioni apocalittiche a cielo e inferno si limitavano ad alcune nuvole di fumo colorate di azzurro e di rosso, giochi di luce che un computer capriccioso ha interrotto per un momento. Eppure poche volte si è vista tanta danza e raramente il corpo di ballo della Scala è stato impegnato cosi strenuamente sia nella parte corale che nei suoi solisti e primi ballerini. Naturalmente non si può pretendere che il ballo della Scala assimili In un mese uno stile e neppure che danzatori provenienti da varie latitudini artistiche possano amalgamarsi in una univoca cifra. Ma il merito di Petit è stato proprio quello, caratteristico del vecchi maestri, di lavorare su misura per ognuna del¬ le varie personalità ospiti, unitamente ai padroni di casa. Cosi per Paolo Bortoluzzi, felicemente tornato nel teatro di cui fu direttore del ballo, ha preparato un perso¬ naggio che ne ha esaltato l'innata eleganza, la prestanza tecnica, 11 rigore stilistico. Per 11 deuteragonista proveniente dalla sua compagnia, il giovane Jean-Pierre Aviotte, Petit ha sfruttato la somi¬ glianza fisica con James Dean, trovando sensibile rispondenza nel caratterizzare il personaggio. Per l'altro componente della sua scuderia, Luigi Bonino, il coreografo si è ricordato forse di Jean Babllée, che fu protagonista di alcuni suol giovanili capolavori, sfruttandone le caratteristiche brillanti e guizzanti. Ma splendidamente servite sono risultate le stelle della Scala: Luciana Savignano, nel ruolo emblematico della Donna in nero, evidente allusione alla Morte, ha una parte straordinaria, una oscura ed enigmatica figura che fluttua come una piovra e ghermisce il suo partner (il giovane scaligero Maurizio Tamcllini) nelle sue spirali, dopo la «discesa agli inferi., del giovane attore maledetto. Per Anna Razzi invece, con Marco Plerln come partner, ha preparato un limpido passo a due di stampo classicomoderno che ha rivelato come possa declinare la vecchia accademia con sensibilità affatto moderna. Brillantissimo Bruno Vescovo nella parte iniziale del maestro di ballo, che regola la Scuola della Scala inserita fruttuosamente nel primo quadro. Tiziano Mletto e Angelo Moretto sono stati i «leaders» del corpo di ballo maschile nella energica scena della battaglia. Purtroppo, agli effetti della popolarità, Petit non è Béjart e per di più ha poco concesso all'effetto teatrale. Cosi gli spettatori della prima recita non sono stati cosi numerosi da gremire l'immenso Palasport. In compenso al termine dei novanta minuti di spettacolo gli applausi sono stati caldissimi ed hanno coinvolto il coreografo apparso felice tra i suoi numerosi interpreti, sventolando 1 fiori della moglie Zizl Jeanmaire. Luigi Rossi Due momenti dello spettacolo di Petit: a sinistra, Bortoluz/i, la Savif-nano e Maurizio Tamcllini tra i fumoni dell'inferno; a destra, Jean-Pierre Aviotte come James Dean
Luoghi citati: Milano
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