I dubbi del risparmio di Mario Salvatorelli

I nostri soldi I nostri soldi di Mario Salvatorelli I dubbi del risparmio «L'esiguo imporlo della pensione mi costringe — per una semplice questione di sopravvivenza — alla ricerca di investimenti redditizi per il capitale a mia disposizione, 20 milioni di lire», scrive il signor C. Oddone, di Torino. Ed ceco il dubbio: <-Mi e stalo offerto, da un grosso nome nel campo immobiliare, Un investimento a dieci unni, con un reddito netto del I') per cento, con garanzia di primo grado sa alloggi. Praticamentv — da come mi è stato spiegato — con il capitale dei risparmiatori, per favorire la vendita degli alloggi, fanno direttamente dei mutui agli acquirenti. Semestralmente, 10 verrei a percepire gli interessi — come da tabella allegata — e il capitale mi verrebbe restituito ira dieci anni, all'estinzione del intimo. Chiedo un giudizio su tale investimento e se la garanzia notarile di ipoteca di primo grado può ritenersi sufficiente». Anch'io, caro lettore, ho i mici dubbi. Il primo è che dalla «tabella allegata», a me non risulterebbe un «reddito netto» del 19 per cento annuo, anche capitalizzando, cioè reinvestendo le rate semestrali. Il secondo dubbio è che, forse, non viene considerato il fatto che questi suoi redditi dovrebbero essere sommati agli altri, pensione compresa, nell'annuale dichiarazione, e, quindi, concorrerebbero ad elevare 11 suo imponibile. Tanto più clic un'ipoteca notarile finisce, automaticamente, nell'anagrafe tributaria, c i controlli incrociati — esistono per questo — bloccherebbero ogni tentativo di evasione. Ultimo dubbio, si accerti che questa ipoteca copra, oltre al capitale, gli interessi e le spese, affinchè possa derivarne, effettivamente, una garanzia totale. Un dubbio, ma diverso, è panche quello manifestato dal signor Francesco Mario Maiocco, di Torino, che scrive: «Dall'ultima relazione del governatore della Banca d'Italia rilevo che egli si (lugani, tra l'altro, che nei prossimi anni i tassi d'interesse si abbassino a un 3 per cento in termini reali. Secondo me, ciò vuol dire che se l'inflazione, poniamo, si abbassasse al 7 per cento, dovrei godere di un interesse nominale di almeno il 10 per cento, per coprire l'inflazione e avere un interesse «reale» del 3 per cento. F' giusta la mia impostazione?». Di questo dubbio mi sono già occupato, almeno indirettamente, più volte in passato, su questa rubrica. Però, mai come per tali argomenti, è vero il vecchio detto latino, che in italiano suona come elogio alle continue ripetizioni. Me ne accorgo, infatti, dalle numerose lettere clic continuano ad giungermi sull'argomento. Rispondo, dunque, clic l'impostazione del signor Maiocco è giusta, perché per interesse «reale» si deve intendere, come dice la parola, un «interesse», cioè un guadagno interessante che superi il tasso d'inflazione. E, non sarebbe «interessante» un guadagno che, a fine anno, coprisse appena l'aumento del costo della vita, anche se, in questi tempi, di interessi «non interessanti» ne abbiamo visto, e subito, tanti, l'er tornare al «dubbio» in questione, è esatto clic a un tasso d'inflazione del 7 per cento deve corrispondere un interesse nominale, pattuito e pagato, del 10 per dento, affinché ne risulti un interesse «reale», effettivo, del 3 per cento. E' esatta, anche, l'osservazione che negli ultimissimi anni' l'interesse, sempre quello «reale», dei titoli di stato periodicamente emessi si è collocalo a livelli superiori al 3 per cento. E' un po' meno esatto, invece, clic il Governatore si auguri un abbassamento di questi interessi «reali» al 3 per cento. Infatti, non nelle sue Considerazioni finali, ma nella vera c propria Relazione economica, il Governatore fa due ipotesi. La prima considera «una flessione dei tassi reali di interesse sui titoli pubblici (misurati rispetto alla crescita dei prezzi nel periodo di dodici mesi centrato nel momento dell'emissione), dagli attuali livelli al 3 per cento (pari al tasso di crescita del prodotto nazionale lordo) dal 1985», Però, questa ipotesi non porterebbe a un risanamento del bilancio pubblico, quale potrebbe scaturire, invece, dalla seconda ipolesi, nella quale, tra l'altro, è prevista «una discesa dei tassi d'interesse reali sui titoli pubblici al 2 per cento (in luogo del ì per cento)». Ma, caro lettore, queste ipotesi, questi grandi disegni di politica cconomica-finanziaria, sono scritti in caratteri le cui dimensioni sono proporzionalmente inverse alle loro. Perché, c mi sembra giusto, la «voracità di risparmio del settore pubblico» non potrebbe sopportare un'eventuale carestia di quest'ultimo. llillll

Persone citate: Francesco Mario Maiocco, Maiocco

Luoghi citati: Torino