Mal spesi i soldi per la sanità La Corte dei Conti denuncia le cattive spese dell'azienda-Italia di Eugenio Palmieri

Mal spesi i soldi per la sanità La Corte dei Conti denuncia le cattive spese delFazienda-Italia Mal spesi i soldi per la sanità ROMA — La sanità è in coma benché ogni Italiano abbia sborsato nell'83 550.000 lire per tenerla in piedi; gli Invalidi civili, In compenso, sono più di 5 milioni e sono costati alla collettività lo scorso anno 21.000 miliardi contro 1 18.000 dcll'82; gli evasori fiscali, con l'Iva In prima fila, prosperano confidando nel lavoratori a reddito fisso, nell'inadeguatezza dei controlli e nella certezza dell'impunita alimentata dalla lenta definizione del contenzioso tributarlo; molti ministeri non funzionano, alcuni sono un mezzo sfascio; vanno dal 12 al 16 mesi 1 ritardi con 1 quali, grazie alla macchinosità delle procedure regionali, si riesce ad utilizzare 1 finanziamenti messi a disposizione dell'Italia dalla Comunità europea. Una requisitoria, un atto d'accusa, una fotografia della spesa pubblica, un esame ancora più puntiglioso, proprio perché settoriale, di quello fatto appena un mese fa dal governatore della Banca d'Italia, Ciampi. La responsabilità della requisitoria questa volta è toccata al procuratore generale della Corte del Conti, Raffaele Capplello, che ieri come ogni anno si è pronunciato sulle entrate e sulle uscite dell'azienda Italia, sulle sue disfunzioni piccole e grandi. Al di la delle cifre viene fuori un Paese con le strutture Incapaci di sopportare la trasformazione postindustriale e bisognoso di riforme reali. Al mali vecchi se ne sono aggiunti di nuovi: l'Inps, caricato sempre più di compiti assistenziali con 11 ricorso alla cassa integrazione, ad esemplo, per 4000 miliardi contro una disponibilità da parte dello Stato di appena 60 miliardi. Molti deficit aumentano al di fuori di ogni controllo con l'Indebitamento Interno che nell'83 ha rag¬ giunto quasi 1 370.000 miliardi. Ingenti sprechi di risorse finanziarle avvengono poi negli appalti per le grandi opere pubbliche che, grazie alle carenze dell'apparato amministrativo, consentono al privati, quasi a proprio piacimento, di manovrare sul costi finali grazie allo strumento della revisione prezzi, con gli amministratori dello Stato più attenti a ridurre possibili responsabilità che a verificare l'economicità della spesa. Non mancano segnali positivi, sempre scarsi, comunque, di fronte al lungo rosario delle cose che non vanno. Il disavanzo globale tra spese ed entrate, di 6589 miliardi, costituisce una «notevole riduzione» rispetto all'82 quando fu di 27.516 miliardi. Un dato che Induce a bene sperare, si sostiene nella relazione, si ricava dall'analisi della voce rimborso prestiti per la quale lo Stato nell'83 ha impegnato 43.345 miliardi. L'incremento di 9700 miliardi sull'esercizio precedente è risultato dimezzato rispetto all'82. «/I dato — si aggiunge — rivela in assoluto significativi passi in avanti in direzione della riduzione delltndebttamento statale-. Per quanto riguarda le pensioni di Invalidità la legge approvata di recente dovrebbe consentire, sia pure con gradualità, di debellare la plaga che colpisce l'Inps. Di qui l'Invito dell'alto magistrato al governo e al Parlamento perché affrontino -il compito pur penoso della necessaria selezione dei bisogni da soddisfare-. Nello stesso tempo viene riconosciuta al governo la validità dell'azione intrapresa per il raggiungimento degli obiettivi indicati nella programmazione finanziarla: per la prima volta da molti anni a questa parte non si è fatto ricorso all'esercizio provvisorio. E' lo stesso Capplello a mettere a nudo 1 mali che affliggono il Paese e che ancora un volta hanno trovato una Importante cassa di risonanza: la spesa pubblica va riqualificata ma non «demonizzata» perché la sua crescita è dovuta soprattutto -all'accoglimento del bisogni pubblici e privati- che c'è stato in questi anni. Largo spazio ha trovato l'iniquità fiscale: le imposte dirette hanno superato le previsioni per 3307 miliardi, mentre le tasse e le Imposte sugli affari hanno presentato un calo di 6800 miliardi: -La pressione tributaria appare scompensata a vantaggio dell'imposizione indiretta-. Sotto accusa l'evasione Iva, ma anche alcuni ministeri come la Pubblica istruzione, che assorbe 1 due terzi del totale (35.189 miliardi) della spesa statale per 1 civili e 1 militari. Eugenio Palmieri

Persone citate: Ciampi, Raffaele Capplello

Luoghi citati: Italia, Roma