A Venezia il «Faust» di Goethe-Schumann e l'ardire di Puecher

A Venezia il «Faust» di Goethe-Schumann e l'ardire di Puecher Alla Fenice bellissimo spettacolo, direttore Ferro A Venezia il «Faust» di Goethe-Schumann e l'ardire di Puecher VENEZIA — Rappresentare in teatro, come per la prima volta è avvenuto a Venezia, le sette Scene dal Faust di Goethe che Robert Schumann compose tra il 1884 e il 1853 è indubbiamente un'operazione arbitraria. Da un testo teatrale, il Faust, appunto, Schumann estrae alcune situazioni scelte tra le più statiche, calcando evidentemente la mano sugli aspetti misticosimbolici, più che su quelli drammatici: l'idea che ispira il compositore è evidentemente quella di prolettare il dialogo tra i personaggi nell'interiorità di un'esecuzione sema scene, sfruttando la capacità immaginativa dell'ascoltatore, come aveva fatto Haendel nel suoi oratori inglesi, in opposizione alle continue tentazioni teatrali dell'oratorio italiano. Ora, capovolgere l'operazione di Schumann nel suo esatto contrario, vale a dire approdando al teatro, implica senza meno una bella faccia tosta. Detto questo, va subito riconosciuto alla Fenice d' aver condotto l'operazione con grande bravura, affidando la regia dello spettacolo a Virginio Peucher che ne ha fatto uno del suoi più belli: trasformando il palcoscenico in una grande macchina teatrale con pontili semoventi, botole che si aprono e si chiudono, montacarichi, ampi lenzuoll biancht che scandiscono lo spazio in profondità, Puecher e lo scenografo Pasquale Grossi hanno evi¬ denziato magistralmente i movimenti realistici e simbolici cui il testo di Goethe allude, ma che la musica ignora nella sublime astrazione liederlstica. Paradossalmente, riescono meglio le scene più statiche, come la liturgia della redenzione che occupa la splendida terza parte, grande saggio di misticismo intimista In cui l'ultima scena del Faust II trova l'esatto corrispettivo musicale; un po' imbarazzante è invece la resa visiva delle parti realistiche (la prima scena del giardino, quella di Gretchen davanti alla Mater Dolorosa, la scena nel Duomo) proprio per il radicaltsmo con cut la musica di Schumann sterilizza ogni suggerimento scenico negando gesti, movimenti e prospettive teatrali. Ma anche In questi casi si Impone la levatura figurativa dello spettacolo veneziano, che senza aggiungere nulla alla partitura semplicemente perché non può farlo, la decora con la bellezza del costumi e l'evidenza delle situazioni esaltata dall'uso magistrale delle luci. Di buon livello è parsa anche l'esecuzione musicale condotta da Gabriele Ferro su di un'orchestra di dimensione cameristica, adatta a tradurre l'atmosfera di dolce ed estatico lirismo che pervade le sette scene senza praticamente lasciare spazio ad altri toni espressivi, tranne che nel quadro delle quattro donne grìgie e del lemuri. Un lirismo che sgorga dalla più autentica vena liederlstica di Schumann e che si Irrobustisce e si afferma nella misura in cui il testo abbandona gli appunti dialoglcl delle prime due parti per salire alla dimensione innodlea e liturgica dell'ultima, superando nella bellezza del canto estatico i faticosi tentativi dt dialogo test attraverso recitativi un po' accademici e rigidi. Tra i cantanti s'è apprezzato Il barìtono Peter Btnder nella parte dt Faust e In quella del Doctor Marlanus gratificato dt uno del Lieder più belli che sia dato ascoltare; splendida, come sempre. Margarita Zimmermann nella parte di Gretclìen e della Penitente; tra gli altri vanno citati almeno Franz Nentwig (Meftstofele. Spirito maligno, Pater Seraphicus), Volker Horn (Ariel, Pater Ecstaticus), Alfredo Giacomotti (Pater Profundus), Lucy Peacock (Sorge, Magna Peccatrìx), Nicoletta Curiel (Not. Mulier Samaritana) tutti perfettamente amalgamati nell'atmosfera generale dell'esecuzione, cui il coro della Fenice diretto da Aldo Danieli ha dato il suo contributo determinante insieme al Coro dt Zagabria «Ivan Goran Kovacic* diretto da Vladimir Kranjcevic e al Coro di voci bianche tMaltrìse* di Radio France diretto da Michel Lasserre De Rozel. Lo spettacolo ha avuto un successo lietissimo, con ripetute chiamate alla ribalta per tutti gli interpreti- Paolo Gallaratl Una scena del Faust: Puecher ha realizzato un magnifico spettacolo con grandi macchine

Luoghi citati: Venezia, Zagabria