Gli inquieti tribuni di Belgrado di Frane Barbieri

Gli inquieti tribuni di Belgrado PARTITO UNICO E PLURALISMO CULTURALE JUGOSLAVO " ■ — — ■ ■■ ■ l Gli inquieti tribuni di Belgrado Tutte le altre Repubbliche della federazione rimproverano alla capitale di essere troppo tollerante verso l'opposizione liberale - Il governo risponde con dure polemiche agli intellettuali che animano le famose «tribune», un supermarket delle idee sui più disparati temi di contestazione - Il sociologo Lukic: «Siamo lontani dal socialismo ideale, per questo esistono ancora tanti mali» DAL NOSTRO INVIATO DI RITORNO DA BELGRADO — Del nuovo caso Qilas gli jugoslavi sulle prime non hanno saputo nulla. Poi, informati da un enigmatico comunicato, sono rimasti stupiti. Alla fine, quando i giornali hanno incominciato ad occuparsi del caso, fianno capito ben poco. Al momento del fermo la notiria era rimbalzata solo all' estero, poi, quando era stata data anche a Belgrado, alias era già da tempo Ubero a casa sua. Chi aveva ordinato l'operazione — la dispersione di una tribuna a cui il dissidente doveva parlare — era reticente nel dare spiegazioni. Gilas a sua volta le dava In abbondanza in una serie di interviste al giornalisti. Ma l giornalisti erano, ovviamente, stranieri. Diceva all' inizio che le interviste gli erano state vietate e la cosa si è ancora plìi intricata dal momento in cui si è vtsto che nessuno poi le impediva. Anzi, il caso ha fatto rinascere l'interesse e le visite degli inviati allo sua casa belgradese. Il personaggio Gilas ha un impatto esterno e un impatto interno molto differenti. In Jugoslavia nessun gruppo dt contestazione si richiama alle sue idee. Il suo tentativo di agganciarsi al movimento studentesco non ha avuto esito. Quella dell'altro giorno era infatti la sua prima sortita in una tribuna interna, o meglio un tentativo di tribuna. // settimanale Nln ha infatti colto l'occasione per ricordare a puntate la vicenda dell'ex capo dell'Agttprop, per lo più scordata o poco conosciuta. Non essendo Gilas un Walesa e nemmeno un Sacharov, l'improvviso scoppio del nuovo caso trova spiegazioni clic vanno al di là della sua persona. < La ricostruzione più attendibile è questa: gii da un po' di tempo Belgrado eia.He-, pubblica della Serbia sentono obiettare da parte degli altri centri politici della federazione che nel loro ambito trovano spazio e tolleranza eccessivi le manifestazioni di una crescente opposizione antisoclallsta. Molte cose, altrove rintuzzate, venivano 'dette o presentate a Belgrado: libri, articoli, testi teatrali. Fiorivano nella capitale anzitutto le famose tribune sui temi di contestazione più disparati. Ora, nel pieno della crisi, alla vigilia di un rimescolamento delle massime cariche federali, la direzione serba si è sentita in dovere di uniformare i criteri. Irrigidendo il cosiddetto fronte Ideologico. Un po'per respingere le accuse di liberalismo, un po' per tracciare un limite e dare un aitala allo straripante fenomeno delle tribune private a Belgrado, si è deciso di reagire. L'occasione opportuna è stata o/ferta appunto dall' apparizione di Gilas nella tribuna. Aveva destato sorpresa che un fatto slmile succedesse proprio a Belgrado cosi come è apparso quasi paradossale che il dissenso contro l'azione della polizia, in critica alla decisione del dirigenti serbi, venisse proprio dagli esponenti delle altre Repubbliche, con posizioni questa volta rovesciate. Così si spiega che ti nuovo caso. Improvvisamente aperto, sia stato ancora più rapidamente chiuso. Un giro nelle librerie, nel teatri, tra le pagine delle riviste culturali e nelle ormai famose tribune, chiamate •semestri notturni», di Belgrado, assomiglia alla visita ad un supermarket delle idee. Se non proprio di fronte ad uno sbandamento ideologico, sembra di stare di fronte ad una tensione o ad una nevrosi Intellettuali. La crisi produce troppe domande alle quali con molto affanno e poco successo si cerca, fra partito e lntelllgenclja, di dare plausibili risposte. L'accademico Lukic, un famoso sociologo, pone una diagnosi: «Bisogna concludere, per quanto sia sgradevole, che ci troviamo molto lontano dal socialismo ideale e che quindi non occorre meravigliarsi se esistono tuttora tanti mail per 1 quali avevamo auspicato una rapida sparizione sotto gli effetti del socialismo». / mail indicati dall'accademico vengono a galla nelle forme e nel contenuti più svariati. Una serie di romanzi e di opere teatrali rilancia¬ no due temi alquanto scabrosi per la Jugoslavia: i genocidi fra nazionalità del Paese durante l'ultima guer-. ra e la repressione contro l cosiddetti comlnformisti dopo la rottura con Stalin. Alcuni testi teatrali e alcuni romanzi insinuano che lo sterminio del serbi sia avvenuto per mano dei croati. Altre opere descrivono l'uso del metodt stalinisti contro gli stalinisti nel 1948. Altre ancora glorificano le epopee storiche del popolo serbo calcando sulla sua attuale frustrazione dt fronte all'esuberanza delle altre Repubbliche. Raccolte di poesie contengono frecciate malevoli contro ti vitto del maresciallo scomparso. Una serie di memorie ridimensionano la storiografia ufficiale. GU autori sono a volte personalità fra le più eminenti della cultura come Cosic, Kocbek, Isakovtc, Mthajlovlc, il generale Ntkolis e il biografo di Tito Dedjer. L'imputato più o meno esplicitamente indicato nelle opere della nuova ondata rimane il partito. L'aspetto più peculiare del contrasto sta però nella circostanza che nella quasi totalità sia glt accusatori sta l difensori hanno la tessera della lega del comunisti. Senza partiti d'opposizione, il governo e l' opposizione stanno nel parato unico. Nessuno considera ciò veramente come una tragedia, ma per il partito rimane tuttavia II problema del come trovare soluzioni alla conflittualità, la quale da culturale diventa per forza politica, coinvolgendo le sue stesse file. La contraddizione si aggrava in quanto espressioni di dissenso e di opposizione vengono prevalentemente da. Belgrado. Opere la cui apparizione è ostacolata in altre Repubbliche» vengono rappre-: sentale nei teatri opubblicate dagli eaH tori belgradesi:. Negli altri centri nasce il sospetto che Belgrado, con una maggiore dose di tolleranza e liberalismo nel confronti del contestatori di casa propria e di casa altrui, intenda riconquistarsi la posizione, perduta di capitale politica e spirituale, ma anzitutto di capitale del potere. I contrasti culturali diventano cosi nazionali. Rispunta poi il tradizionale rapporto di convergenza-divergenza fra par¬ tito e lntelllgenclja. Ola prima della guerra il massimo scrittore jugoslavo, Krleza, comunista convinto e organizzato, aveva scatenato una polemica contro il partito con un saggio il cui 'titolo era tutto un programma: Antlbarbarus. Durante la rivoluzione i contrasti si sanarono trovandosi la gran-1 de parte degl'intellettuali nelle file partigiane di Tito. Llntelllgenclja poi servì da supporto ideologico nel conflitto con Stalin. Una differenziazione avvenne infine nelle due fasi dell'autogestione. All'inizio l filosofi si erano quasi identificati con il governo in quanto la tesi del giovane Marx 'filosofico* sull'alienazione dell'uomo era posta alla base della critica antistalinista e del concetto autogestionario. Poi si scopri In pratica che il marxismo filosofico non funzionava senza il Marx economico, cioè sema porre al centro dell'autogestione la libera gestione del 'plusvalore*, il che comportava criteri economici legati al mercato. Subentrano allora nelle preferenze del partito gli economisti, mentre l filosofi rilanciano le critiche sull'uomo allenato anche nel socialismo. Era il momento della chiusura della famosa rivista Praxls. Oppi la crisi economica e sodale trova anche gli economisti all'opposizione. Dice Horvat, candidato al Nobel: «Pare che esista | una correlazione negativa fra talento politico e senso economico». DI fronte all'ondata di contestazioni intellettuali, Il partito reagisce. Leggiamo in un documento: «Viviamo 1' atmosfera di una peculiare controrivoluzione culturale piccolo-borghese, Vintelligenctja non marxista e anticomunista cerca di diffamare la nostra società negandole tutte le conquiste umanitarie e socialiste». La destra ha intrapreso una nuova offensiva contro la sinistra. E' indicativo che a lanciare la denuncia sia Zagabria, identificando, come dice lo scrittore partigiano Vucetic, «il centro dell'opposizione nel cerchio culturale belgradese». La Belgrado culturale si è scoperta, con una certa perplessità, sospinta dall'altro lato del fronte Ideologico. Poi sono gtunte le reazioni a catena: «Non slamo né oppositori né dissidenti, solo promuoviamo 11 dialogo». Scrive un letterato: «Non si tratta, del confronto fra partito e opposizione, si tratta semplicemente del contrasto fra due tipi di Intellettuali nello stesso partito: 1 creativi e 1 commissari politici». Altri ammoniscono: «Attenti a non perdere Vintelligenclja, sennò con chi lavorerà 11 partito nella ricerca delle soluzioni per la crisi?». Alla stessa riunione dt Zagabria, da dove è partita la controffensiva ideologica, c' era chi sosteneva che bisogna creare alleanze rivoluzionarie ma non sulla scia dello slogan kadartano «Chi non è contro di noi sta con noi». Ma c'era anche chi ri-, spandeva che «il partito non può affidare la battaglia contro la destra all'ultrasinistra». Osserva Nln a proposito delle chiacchierate tribune belgradesi: «Se ad un dibattito viene un dotto teologo e non vi si vede un dotto marxista, la colpa delle eventuali deviazioni non va data al teologo». Era nella logica che ti vivace pluralismo culturale straripasse sul terreno più strettamente politico. Vengono chiamati 'eurocomunistiquelli che approdano all'idea della necessità d'integrare la democrazia autogestlonaria con un pluralismo politico, sempre Inquadrato nelle istituzioni socialiste. Sono apparsi anche libri con simili proposte, severamente criticati. La peculiarità jugoslava consiste però nel fatto che abbtano potuto essere pubblicati o che, per esemplo, V ufficiale Borba ormai da vari mesi pubblica una discussione piuttosto spregiudicata su questi temi. VI si teppe: «Dobbiamo uscire dal monoteismo Ideologico» e •Non possiamo avere tanto socialismo, tanta liberta e tanta arte, quanto nel partito decidiamo di concedere». / contrasti e le reazioni anche intolleranti nascono quando si tratta dt cercare, spesso senza trovarlo, il modo del come conseguire quest'obiettivo. La recessione economica si accompagna alla sovrapproduzione delle idee: eppure le soluzioni restano in crisi. Frane Barbieri •