Valentini Terrani, che maestria

Valentìni Terrani, che maestria Entusiasmo, applausi e bis per il concerto al Regio Valentìni Terrani, che maestria TORINO — Lucia Valentìni Terrani ha cantato al Teatro Regio in un concerto a favore dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Comitato Piemonte-Valle d' Aosta; pubblico non cosi numeroso come meritava il fine dell'iniziativa e la fama dell' interprete, ma in compenso entusiasmo alle stelle, e calore intorno alla cantante come in città assai più pronte di Torino alla risposta. La serata è stata splendida, dominata dallo slancio della protagonista. Le grandi teatranti che si presentano in concerto, senza il corredo di scene e costumi, hanno sempre qualcosa di costretto e guardingo, come tigri in gabbia; la Valentìni Terroni è impregnata di teatralità (chi potrà mai dimenticare la sua Marina, torreggiante nel Boris scaligero di qualche anno fa?) e per di più non ha mai avuto simpatìa per l'accademia concertistica. E infatti la sua naturalità è esplosa in breve sotto la scuola e la tec¬ nica sorvegliatissima, e la Chanson bohème dalla Carmen di Bizet ha eccitato il pubblico fino al delirio, ottenendone la ripetizione alla fine della serata. Il magistero tecnico e stilistico ha avuto la sua punta in Rossini, presente in più di metà del programma. -Ah quel giorno- dalla Semiramide ha subito messo in chiaro il livello supremo dell'esecuzione: via ogni sentimentalismo, ogni gusto dell'espressione ad ogni costo, la voce fluisce naturale per arcate possenti, per rilievi plastici, le colorature sono una cosa sola con la base melodica; anche senza uno scenario dei Sanquirlco alle spalle, la -classicità- era nell'aria come una presenza palpabile. Se è lecito avanzare una riserva in tanta maestria, lo faremmo per il brano dellUe.liana In Algeri (-Cruda sorte-), dove nell'incantesimo quasi delirante dell'agilità è dato cogliere una punta nevrotica, in qualche modo estranea al piglio sempre sano di Rossini. Mentre la versatilità della cantante passava da altri vertici dell'autore prediletto (Tancredi, La donna del lago, Cenerentola) a Massenet e Bizet, l'orchestra del Teatro Regio, diretta con mano esperta da Michelangelo Veltri, ha intercalato le Sinfonie da(iItaliana e dotta Cenerentola raccogliendo, qui e nei brani vocali, calorosi consensi; eccellente anche il vibrato contributo solistico del primo violino, Camillo Grasso, nella Medltatlon da Thais di Massenet. Come addio al pubblico, che non la lasciava più andare, la Valentìni Terrani ha ancora cantato -Di tanti palpiti- dal Tancredi, opera che la vedrà protagonista nella prossima stagione del Regio. Era entrata severa come Artemide, ringraziando il pubblico con inchini da statua votiva; è uscita mandando baci, coperta di fiori come una Primavera. Giorgio Pestelli Lucia Valentìni Terrani

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