Le idee dei giovani architetti per il Lingotto di Renato Rizzo
Le idee dei giovani architetti per il lingotte Le idee dei giovani architetti per il lingotte Accanto agli ormai famosi «venti progetti» ci sono le proposte di 17 professionisti che hanno voluto esplorare il futuro dell'ex fabbrica - Lo stabilimento analizzato ((attraverso una lettura della parte di città in cui è inserito» Il viaggio nel passato e nel futuro del Lingotto, ritmato sulla visita alla fabbrica vuota e sul progetti internazionali che disegnano le possibili destinazioni dello stabilimento-simbolo dell'industria moderna, ha una «stazione» un po' appartata oltre le venti destinate al grandi architetti del mondo: 11 «Forum del progetti Uberi». Qui, quasi sottovoce, ma non intimiditi dall'incombente prestigio di colleglli più famosi, 17 soci dell'Associazione Giovani Architetti della provincia di Torino espongono cinque proposte sull'ipotetico domani dell'edificio e dell'Immensa area in cui è inserito. Nata da un più vasto programma denominato «Progetti per Torino», l'iniziativa s'è sviluppata in collaborazione con la Fiat che ha guidato, lo scorso marzo, 1 professionisti in una visita all'area e al complesso industriale per consentire loro un approccio concreto al nodo d'una futura ristrutturazione. -Il risultato di questi mesi di lavoro condotto a gruppi — osservano oggi i giovani progettisti — è concretizzato in un ventaglio di proposte che hanno un, elevato grado di realizzabilità e che analizzano lo stabilimento soprattutto attraverso una "lettura" della parte di città in cui è inserito-. Parlano di «proposteperché ritengono immodesto etichettare come »progettllavori cui la mancanza di tempo ha negato una veste compiuta: -Ognuno di noi ha dovuto ritagliare alle sere e alle feste le ore e t giorni da dedicare a quest'impegno-. La prima «proposta- è firmata da Armando Bersan, Lo» renzo Brovlda, Maria Orazla Demllano e Luisa Testa con la consulenza, per 1 problemi urbanistici, di Enrico Cellino: pone il Lingotto come innesco per la riorganizzazione del sistema del trasporti (è Ipotizzata un'.autostrada urbana-) e la destinazione ad attività terziarie e residenziali delle aree lungo il «passante ferroviario» nord-sud. Lo stabilimento diventa, in parte, Centro Fieristico collegato a Italia '61 e alle zone oltre lo scalo ferroviario, in parte grande scuola internazionale politecnico-informatica riunibile, da un lato al Bit e alle strutture universitarie di corso Massimo d'Azeglio, dall'altro a quelle che nasceranno nell'area degli ex «Poveri Vecchi». Lingotto come Parco Tecnologico nell'ipotesi di Piero Capoblanco, Enzo D'Amico, Massimo Olardlnelll, Vittorio Ivona e Nicola Lo Brutto, con la consulezna di Oreste Gentile: ricucito alla città, fra 1' altro, con l'arretramento di Porta Nuova, collegato a Italia '61, con un parco al posto dell'attuale scalo merci. Andrea Alberghlna, Francesco D'Accardl e Antonio Ferrerò immaginano, invece, 11 recupero dello stabilimento con funzioni esposltlve (museo della Tecnologia) e alberghiere nell'ambito d'un Centro Fieristico allacciato, grazie ad una metropolitana, all'aeroporto di Caselle, alle stazioni ferroviarie e alle direttrici per Milano, Fréjus e Genova. Due usi principali per Flavio Glacosa, Flavio Modena, Valerlo Rho e Massimo Venegoni (con Luisella Italia e Roberto Nicoletto): nelle Officine, centro per lo sviluppo e la produzione di tecnologie avanzate, centro commerciale, hotel, caffetterie; alle Presse: museo Egizio, museo del Futuro e Centro congressi. Prevista la demolizione della Palazzina e la costruzione d'un collegamento sopraelevato tra via Nizza e la stazione del Lingotto. Parco con parcheggi sotterranei nella zona esterna. Giovanni Ranfl colloca, Invece, nella Palazzina gli Uffici Giudiziari, mentre nelle Officine immagina un centro commerciale, terziario superiore e uffici il cui reddito concorra al pagamento del costi iniziali di recupero. Renato Rizzo
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