I «parchi dell'utopia» rimasti sulla carta

I «parchi dell'utopia» rimasti sulla carta La legge ha sette anni, ma si attendono ancora le oasi naturalistiche I «parchi dell'utopia» rimasti sulla carta Li hanno chiamati i «parchi dell'utopìa,.. Sette anni dopo il varo della legge regionale (la n. 40 del 12 settembre 1977, il settimo compleanno è dunque vicino) sono ancora sulla carta. E la Liguria aspetta sempre l'introduzione di quelle norme che dovrebberosalvare la fascia collinare e montagnosa dopo li feroce assalto della costa avallato, negli Anni 60 e 70, dalla dissennata politica della seconda casa che sembrava (a torto) cosi vantaggiosa per le casse comunali. I guasti, adesso, 11 possono vedere tutti, a Rapallo, come a Torre del Mare, a Borghetto S. Spirito come a S. Stefano al Mare. Che cosa non ha funzionato? A parole, in questi anni,' tutti si sono detti d'accordo sulla necessità del parchi. In primis la Regione che ha varato la legge. Poi le quattro' Province liguri che avevano il compito di coordinare quel «comitati di proposta», formati da amministratori locali, vera lnnnovazlone in Italia dove i parchi sono sempre stati imposti e «calati» dall' alto. Qui, invece, dalle Cinque Terre ai Balzi Rossi, è stato introdotto il principio democratico, e importantissimo, della consultazione delle popolazioni interessate. E' stato un fallimento. Con pochi soldi a disposizione, con le idee non molto chiare sugli scopi e le finalità del parco, i comitati di proposta hanno litigato per anni, si sono divisi in fazioni e hanno concluso poco. Risultato: del quindici sistemi istituiti dalla legge (due sono stati poi unificati, quindi i parchi in totale dovrebbero essere 13) solo quattro hanno consegnato, entro 1 termini previsti, quello che Genova aveva chiesto alla periferia. Ovvero: una proposta dalla gente che vive in quelle terre sulla futura utilizzazione del parco. Agri-: turismo, allevamento, artigianato, agricoltura: tutte queste cose messe Insieme oppure è meglio puntare su un settore e scartare l'altro? Hanno risposto 1 comitati di proposta del Beigua (sopra Varazzc), dell' Antola (tra Genova e il Golfo Paradiso), del Bracco-Mosco e delle Cinque Terre, quest'ultimo comprensivo delle Isole Palmarla e Tino. Prima della pausa estiva, i disegni di legge per la costituzione di questi primi quattro parchi dovrebbero arrivare all'esame della giunta regionale. Dice Giacomo Gualco, vicepresidente della Regione, assessore all'Urbanistica: «Per gli altri sistemi abbiamo già provveduto ad estendere la durata del vincolo sulle aree al 31 dicembre 1985. Ci auguriamo, entro quella data, di arrivare finalmente a qualcosa di concreto. Non tutti i comitati di proposta sono rimasti con le mani in mano. Qualcuno ha prodotto una sufficiente documentazione che potrà essere ripresa per concludere il lavoro. Certo le aspettative sono andate deluse. Si è creato un antagonismo incomprensibile tra le persone favorevoli ai parchi e quelle contrarie. Si è anche travisato il senso della legge: il parco deve contemperare le esigenze dei cittadini che vogliono accedervi e quelle dei residenti, le cui condizioni di vita devono essere migliorate-. Paura di non poter costruire, paura di non poter pescare, cacciare o addirittura raccogliere funghi, paura (In qualche caso) di rimetterci anche del soldi dal mancato sfruttamento del legname. La gente di Bardineto come quella di Rocchetta Nervina e della Val d'Aveto, ha mille paure. Dicono i sindaci dell'entroterra: -Qualcuno ha addirittura criminalizzato l nostri concittadini perché contrari ai parchi. Ma si è voluto distorcere la realtà. Chi lavora la terra, tranne pochi casi, non ìia simili preconcetti. Però sinora abbiamo solo visto divieti e norme punitive per chi da secoli vive in campagna e nel boschi. Si dia insieme al parco una contropartita (gratuità del telefono, sconti sui consumi di luce e acqua) e si facciano intravedere concrete possibilità di sviluppo. Allora sì die certe incomprensioni potranno finire-. «Italia Nostra» ha denunciato 1 ritardi e le colpe degli enti locali (anche della Regione, rimasta a lungo inerte e incapace di spiegare che cosa sono effettivamente 1 parchi della Liguria), 1 rischi della speculazione che è sempre In agguato nel Pinalese come nello Spezzino. Sostiene Piero Villa, presidente regionale dell'associazione protezionistica: «Il caso di Portofino è emblematico. Sono stati strumentalizzali i pochi contadi¬ ni che vivono sul monte e si sono infiammati i cacciatori del Tigullio. Pochi mesi prima della scadenza dei termini, si è deciso di rifare il progetto del parco, die doveva estendersi dal Monte di Portofino alle colline di Chiavari. Da 4000 ettari la superficie viene ridotti a IpOO. Hanno dipinto i parchi cóme una serie di divieti rovinosi mentre la legge vuole soltanto migliorare le condizioni di vita di chi ci abita-. Per scongiurare eventuali pericoli, la Regione ha pensato bene di estendere la vali dita dei vincoli. Ma tutti que sii anni perduti, con immensi territori bloccati e inoperosi (si pensi all'altopiano di Le Manie, tra Spotorno e Finale) sottolineano le difficoltà e la necessità di guardare oltre, verso un futuro migliore. Con 1 quattro sistemi già definiti, verranno anche pre disposti 1 disegni di legge per cinque «aree Isolate» dove 11 territorio da salvaguardare di limitate estensioni: l'Isola Gallinara, Rio Torsero (deposito fossilifero nel Comune di Cerlale), l'isola di Bergeggl, le Lunghe di Piana Crlxla e 11 Brlc Tana nel Comune di Millesimo. p. c,

Persone citate: Antola, Giacomo Gualco, Piero Villa