Fiori e primizie, un aiuto per l'economia del Ponente

Fiorì e primizie, un aiuto per l'economia del Ponente Fiorì e primizie, un aiuto per l'economia del Ponente L'agricoltura con fiori e ortaggi, prodotti da coltivazioni e impianti sempre più sofisticati e costosi, continua a essere nel Ponente un valido complemento di un'economia che si basa in prevalenza sul turismo. In provincia di Imperla, Sanremo e il suo comprensorio; in provincia di Savona, la «piana» e le colline di Albenga con propaggini significative ad Andora, Pietra Ligure e Villanova, sono le capitali di una produzione che riesce tuttora ad affermare i suol pregi sul mercati nazionali ed europei anche se molte difficoltà si frappongono all'incremento di raccolti più remunerativi. A Sanremo dominano 1 fiori, Albenga è il centro orticolo più noto per le sue primizie ma la floricoltura sta facendo passi da gigante. Sono due realtà economico-produttive molto slmili ma non in concorrenza per la sempre più spiccata specializzazione, aspetto caratterizzante delle rispettive coltivazioni. In chiave economica li prodotto si traduce in un fatturato complessivo di oltre 200 miliardi, in buona parte destinato all'esportazione procurando notevoli introiti di valuta estera. A Sanremo e nel vicini Comuni — Riva Ligure, Santo Stefano, Taggla, Bordlghera (— vi sono duemilaclnqueccnto aziende floricole che coltivano una superficie di duemila ettari coperti a serra per i due terzi. Persa la leadership per il garofano, che oggi si coltiva anche a Peseta e nel Meridione, la floricoltura sanremese copre tuttora l'80 per cento del prodotto nazionale del settore. Predomina il flore reciso: varietà sempre nuove di rose; le strelitzie, un fiore sempre più richiesto dai mercati; poi garofani, mimose, gerbere, margherite, anemoni, Iris, fresie, tulipani, ranuncoli, piante grasse e verde da ornamento come r asparagus e 11 ruscus. Una considerazione particolare merita il crisantemo reciso: nell'ultima stagione se ne sono venduti per due miliardi. L'intero prodotto della fio rlcoltura sanremese è valutato sui 170 miliardi annui e per quasi 11 50 per cento è venduto sui mercati del Nord Euro pa e nei Paesi scandinavi, oltre che in Italia. L'orticoltura dell'Albenganese è nota per le sue primizie. Ridimensionate per l'ec cesslvo aumento dei costi e prezzi al consumo poco remunerativi le colture dei gustosi carciofi (per evitare qulvoci meglio acquistarli direttamente nelle campagne) e dei celebri asparagi che continuano però a figurare nel menù dei pranzi ufficiali del Quirinale, l'orticoltura albengancse si è orientata verso la specializzazione puntando sul pomodoro da tavola con varietà costantemente aggiornate, sugli zucchina Insalate, frutti esotici come l'actlnidia (kiwi). Ha scoperto inoltre da circa un decennio quei prodotti che meno noti alla gastronomia nostrana sono richiesti da mercati svizzeri, tedeschi scandinavi. Si tratta del prezzemolo riccio, diverso da quello comunemente usato da noi, del porro e dell'aneto, un'erba cori foglie slmili al finocchio impiegata per salse e condimenti. Il settore floricolo, in netta costante espansione, si è orientato sulla pianta in vaso, sugli esemplari ornamentali da appartamento e giardino. Si valuta siano coltivati 3 milioni di pezzi all' anno, ma si lamenta la mancanza di un mercato che riesca a commercializzare 11 prodotto anche se sono positivi 1 tentativi fatti annualmente con due mostre curate direttamente dal coltivatori al Parco Minisport in ottobre e In aprile. Nel settore del flore reciso acquista netto predominio 1' orchidea e Albenga sta diventando il più noto centro nazionale di produzione. Altri fiori: tulipani, iris, anemoni, gerbere e le violette di Villanova che vantano un mercato europeo e spesso caratterizzano l'addobbo floreale del Teatro dell'Opera di Vienna. L'agricoltura albenganese, che ha saputo rinascere con le sue duemila aziende dopo le distruzioni di una drammatica grandinata nel 1980 (80 miliardi di danni), si attesta su una superficie di 1500 ettari con il 20 per cento coperto a serre; 100 ettari sono destinati all'ortocoltura, 500 alla floricoltura. Il prodotto orticolo si mantiene sui 600 mila quintali annui avendo le colture intensive in serra sopperito finora alla costante diminuzione del terreni agricoli. Complessivamente 11 prodotto dell'Albenganese supera 1 50 miliardi all'anno. Oltre al crescenti costi di gestione le difficoltà che Impediscono un'ulteriore crescita del settore agricolo sono eguali nel Sanremese e nel! Albenganese. Dice l'agronomo Gianni Pelrano, esperto di problemi agricoli: «Le possibilità di sviluppo sono reali, ma ci sono cose da fare a livello locale e nazionale. Mi limito a segnalare strutturalmente le. ridotte dimensioni aziendali, le importazioni indiscriminate di prodotti concorrenti da Paesi extracomunitari e la difesa del territorio da una urbanizzazione die tende a emarginare le aziende sottraendo loro le aree più favorite-. Giuseppe Morchio

Persone citate: Giuseppe Morchio, Villanova