L'amara storia di due porti turistici

L'amara stona di due porti turìstici I Lavagna e Sanremo: progetti, chiacchiere e ritardi bloccano lo sviluppo sul litorale L'amara stona di due porti turìstici «Ma il mio cuore est con voi nel Portosole». E' il testo di uno scarno ma amorevole telex che si legge a didascalia di una grande foto a colori raffigurante un anziano, sereno e sorridente, che ti colpisce appena varchi la soglia degli uffici di direzione del porto turistico di Sanremo. Appartengono entrambi a Vittorio G. Rossi, scrittore e giornalista scomparso, di Santa Margherita Ligure, che ha fatto del mare argomento fondamentale della sua vita. Il telex lo aveva inviato nell'estate del 1977 in occasione dell'inaugurazione e dell'apertura parziale al traffico nautico di Portosole. Vittorio G. Rossi era già infermo, ricoverato in un ospedale romano. La sua salute minata Irreversibilmente. Non permettendoglielo 11 fisi-; co aveva voluto che all'appuntamento presenziassero 11 suo pensiero ed un sincero sentimento di amicizia e di affetto per Sanremo e per tutta la gente di mare: -ma il mio cuore est con voi nel Portosole». Un atto d'amore verso l'oceano, 11 «pianeta blu», il mare, un mondo sommerso ricco di misteri, leggende e( tesori che troppi uomini ancora oggi si ostinano a non, volere sentire e difendere. Perché? La domanda sorge spontanea ogni qualvolta si legge o si hanno notizie di scandali edilizi che sfregiano i litorali, inquinamenti gravissimi della flora e della fauna marina, speculazioni sulla costruzione di porti, pubblici o privati, fatiscenti, inutili o di lnsplegablll e sospetti ritardi nella realizzazione di idonei attracchi. I porti turistici di Portosole, a Sanremo e Lavagna, per esempio. Due storie nate in anni diversi a circa 200 miglia di distanza l'una dall'altra, due avventure inventate dall'uomo perché in breve tempo diventassero altrettanti fiori all'occhiello della moderna tradizione nautica della Liguria e che Invece per anni sono state costrette ad assaporare, su tutto, l'amarezza di progetti chiaccherati, varianti, ostacoli spesso confusi e ritardi forse incolmabili. Ad oriente, In provincia di Genova, Lavagna «il più grande porto turistico del Mediterraneo», informa un de> pliant pubblicitario ricco di panfili, attracchi e servizi di sogno. La realtà è diversa. L'iter burocratico del porto di Lavagna inizia alla grande nel 1973. La società costrut¬ trice, con capitali in prevalenza lombardi, si sceglie un nome suggestivo che evoca buoni auspici: «Cala dei genovesi». Gli ostacoli, di diverso genere, però non si fanno aspettare. I lavori, sotto la reggenza del sindaco Domenico Noceti (de), partono nel 1975. Due anni dopo i cantieri, in balla di mille tormenti, polemiche, osservazioni qualcuna degna di riflessione con il cambio di guardia a palazzo civico, la caduta della de e l'avvento di una amministrazione di sinistra con 11 pel, vengono bloccati. Lunghe diatribe si Intrecciano su fronti politici e tecnici. Nel 1983 ritorna 11 pentapartito ed arriva anche la firma della convenzione per la realizzazione delle opere a terra del porto turistico. A Lavagna rinasce la speranza anche se bisognerà attendere altri mesi prima di vedere decollare il progetto. Con il riaprire del cantieri ripulsano vita ed entusiasmi. Nel 1985, se non ci saranno altri Intralci, 11 porto «Cala dei genovesi» dovrebbe essere ultimato, sia in mare che a terra. Attualmente, anche se monco, 11 porto di Lavagna può ospitare 1390 barche, dal 5 ai 12 metri. Con nuove benchine innestate sul molo principale ne ricovererà 1600. Da circa sei mesi gli scafi che ogni giorno entrano ed escono dal porto vedono avanzare 1 lavori a terra che prevedono 3500 metri quadrati di infrastrutture tra negozi, bar, ristorante, 11.000 metri qua' dratl per uffici, magazzini, officine, servizi. Poi un mare di verde, piante, fiori, aiuole e 1300 posti auto. Tra le caratteristiche del suo bacino di' versi cantieri nautici. Uno è del leggendari Baglletto, un altro a testimonianza dell'arte marinara di Lavagna prepara le motobarche per la Guardia di Finanza. A Ponente, in Riviera, Portosole. Nonostante sia anche lui «amputato» delle opere a terra è, secondo gli yachtman che lo frequentano, «12 più internazionale ed il più bello dei porti del Mediterraneo» Perché? Una risposta poti eb be essere perché è l'unico porto turìstico dotato di una elisuperficie, un'efficiente sempre più richiesta infrastruttura turistica per l'atterraggio ed il traffico di elicotteri. Altre perché è uno del pochissimi attracchi in grado di ospitare yacht lunghi anche 90 metri, oppure perché 1 suoi cantieri possono alzare fuori dall'acqua, unici nel Mediterraneo, barche di 750 tonnellate. Il lungo elenco potrebbe continuare con spazi verdi per oltre 4 mila metri quadrati ricchi di giardini e piante esotiche, servizi meteorologici curatissimi, contatti costanti con 11 «Cross med», organismo di soccorso francese, che rendono più sicure partenze e crociere, il grosso movimento di arrivi e partenze che supera le 5000 barche l'anno, 11 traffico continuo con porti francesi e legni che battono tutte le bandiere con in testa quelle svizzera, Inglese, tedesca, americana. Portosole «punto di imboccatura del porto a 43° 49' 07 Nord e 00T 47' 15 Est. nasce il 7 agosto 1971. La prima pietra, sindaco Piero Parise (allora de), viene posta il 23 marzo '75. Al vertice della società costruttrice, la Cnis, c'è 11 presidente del Mtlan, l'industriale Vittorio Duina. L'inaugurazione ufficiale avviene il 30 ottobre 1977. L'anno dopo Duina lascia e presidente viene eletto Bartolomeo Surla. Ci sono grosse difficoltà per realizzare le Infrastrutture a terra. Il porto turistico privato è fatto, lo specchio acqueo protetto è di 167 mila e 500 metri quadrati, 1 posti barca 980. Ma oltre I servizi essenziali come luce, acqua, telefono, remissaggio non c'è altro. Pressioni, Interferenze, brutte storie di soldi e potere locale Incatenano ogni possibile sviluppo sul litorale. Il mese scorso il commissario prefettizio di Sanremo, Bruno Pastorella e la commissione edilizia del Comune rompono l'immobilismo ed approvano un nuovo programma di opere a terra che dovrebbero fare nascere club house, ristoranti, bar, boutlques, supermercati, parcheggi coperti, magazzini per barche. La pratica sta andando in Regione, tocca a Genova pronunciarsi. Cosa dirà la patria di Colombo? Roberto Basso

Persone citate: Bartolomeo Surla, Bruno Pastorella, Cross, Domenico Noceti, Piero Parise, Ponente