La capacità di ripresa resta intatta se si guarderà alla Genova del 2000

La capacità di ripresa resta intatta se si guarderà alla Genova del 2000 Fra tante accuse di immobilismo non mancano le industrie in crescita La capacità di ripresa resta intatta se si guarderà alla Genova del 2000 Ai piedi della Lanterna le ruspe hanno già cominciato a lavorare, la posa della prima pietra ha adempiuto agli obblighi della liturgia e la costruzione del centro direzionale di San Benigno, la più grossa Iniziativa urbanlstlcoedlllzla di questi anni a Genova, sta partendo. Un segno che il malessere della città lascia ampi spazi all'ottimismo •Le potenzialità di ripresa di Genova e della Liguria sono intatte- dice Gianni Dagnlno, presidente della Cassa di Risparmio di Genova e di Imperla. Al suo ufficio, all'ottavo piano del palazzo della Cassa, sale un giorno si e uno no dalla piazza De Ferrari, divenuta luogo di tutte le, rabbie della Liguria, il clamore dei cortei e del comizi. Dagnino cita la miriade di piccole aziende private, 1 40 mila artigiani, le aree di espansione produttiva che si sono formate a Sestrl, a Chiavari, in Val Polcevera, 60ttollnea che il terziario assorbe ormai il 53-55 per cento degli occupati della regione. La Cassa, con i suol 120 sportelli è in grado di sentire il polso all'economia dell'intera regione. Degnino si dichiara dunque ^moderatamente ottimista-; ma a condizione che si sciolgano 1 due nodi che ipotecano ogni decisione, a Genova e nel resto della Liguria: il porto («f cui problemi devono essere risolti dai genovesi-) e l'Italsider e in genere l'industria pubblica (-su cui sono urgenti risposte che devono essere date sul piano na zionale-). Gian Vittorio Cauvln, pre sldente della Camera di Com mercto, denuncia «secchie in crostazioni- e 'incapacità di guardare oltre l'immediatoSi è duramente battuto per un'alternativa radicale all' area a caldo di Cornigliano: una zona franca doganale sui 100 ettari che l'impianto, smantellato, avrebbe potuto lasciare liberi, un prezioso rettangolo di spazio affaccia to al mare. Qui, con opportuni incentivi, si sarebbero potute insediare industrie nuove ò provenienti da fuori Li gurla. Questa soluzione avrebbe aperto il problema immediato e angosciante dei lavoratori destinati a perdere il posto ma avrebbe consentito di uscire dalle strettole della siderurgia. «Afa quali prospettive ha a lunga scadenza la soluzione di Cornigliano ai privati?- ci si chiede alla Camera di Commercio. E si sottolinea che i nuovi posti sarebbero stati creati In settori in sviluppo, e sarebbero comunque stati più numerosi del 1300-1500 che forse si salveranno con l'arrivo dei «bresciani-. C'era un'altra proposta alternativa e veniva da un gruppo di armatori, tra cui'l Costa, Cloe e Clerici, Merzarlo: creare sull'area un terminale container che avrebbe potuto raddoppiare l'attuale movimento di merci varie di tutto il porto. Avrebbe consentito, secondo gli armatori, di occupare 2000 persone, oltre all'indotto. Questa proposta potrebbe comunque ancora essere realizzata, magari in scala ridotta, su un'altra area; resta in ogni caso valida per il futuro scalo di Vado. . Intorno all'intesa di massima con 1 privati per Cornigliano c'è molta perplessità, per non dire pessimismo. La soluzione, secondo alcuni, ha il flato corto, ed è ancora tutt'altro che certa. A questo punto, tra la gente si avverte l'insofferenza, si fa strada 1' astio per le decisioni non prese, corrono accuse di corporativismo a chi difende a tutti 1 costi l'esistente (sindacati in primo luogo), di scarsa lungimiranza perché, come dice Riccardo Garrone, da un anno presidente dell'Associazione Industriale, -nessun piano organico viene varato, nessuna idea guida per la Genova del 2000 riesce ad affermarsi-. Da decenni, aggiunge, i putriti di forza dell'Indù-, stria genovese sono costituiti da aziende che vivono sul denaro pubblico, chiamato, tramite l'Irl, a ripianare i crescenti deficit della siderurgia e della cantieristica. E «un' industria che perde non è un' industria innovativa, non è un'industria die diffonde stimoli al cambiamento. Cosi V intera città si è arroccata nell'immobilismo. La paura di cambiare è diventata la dominante dei comportamenti sociali e politici-. Una sorta di 'deserto dei Tartari- in cui si attendono decisioni da fuori, da lontano, che non arrivano mai. Chi vuole cambiare sottolinea però che esistono le capacità manageriali e tecnologiche per farlo; e cita le aziende che crescono, che esplorano settori nuovi; la Elsag, azienda pubblica (nata, ricorda Guido Molinari, della Camera di Commercio, come contropartita al trasferimento a Trieste della direzione Italcantleri), 11 raggruppamento Ansaldo, anch' esso Irl, che con la Nlra e 1' Ansaldo Impianti opera nel campo nucleare (e se oggi ha qualche problema è perché 11 plano delle centrali in Italia non riesce a decollare). Citano l'Italimpiantl, azienda originariamente legata mani e piedi alla siderurgia, creata per progettare gli impianti della Finsider, che ha cominciato a vendere all'estero e poi, quando la crisi dell'acciaio ha fatto cadere la domanda, si è rivolta ad altro, ha progettato dissalatori e fabbriche di succhi di frutta,' ultimamente addirittura una fabbrica di biscottini per la Jugoslavia. Sottolineano che la Mira Lanza, già appartenente al gruppo Bonomi, è stata recentemente acquistata dalla Montedlson che intende farne uno dei punti di forza della sua produzione chimica; e che le caramelle Dufour tornano a piacere grazie all'arrivo di un imprenditore torinese, Flavio Repetto, che ha preso la vecchia fabbrica in crisi, si è messo d'accordo con 1 sindacati, la sta rilanciando. Intanto la Rinaldo Piaggio viene scelta come partner per progettare e costruire un avveniristico aereo d'affari da una delle più importante case americane del settore, la Learjet, la Marconi Italiana conquista posizioni nel campo dell'elettronica avanzata, l'Ultraflex di Recco, specializzata nel comandi nautici, esporta anche in America. L'Ente Fiera di Genova fa da vetrina: 11 salone nautico è ormai uno del più importanti del mondo; la prima edizione di Riabltat, chiusasi da poco (20 mila visitatori specializzati in 5 giorni) ha aperto un discorso rivoluzionarlo per l'Italia sul recupero edilizio dei centri storici; Tecnhotel-Blbe cresce e genera altre mostre specializzate come Tecnoarredo in primavera e Interfood dal prossimo novembre. Tutti segni di una vitalità che aspetta di riscattarsi. y_ r„v>

Persone citate: Clerici, Dagnino, Dufour, Flavio Repetto, Gian Vittorio Cauvln, Gianni Dagnlno, Guido Molinari, Marconi Italiana, Riccardo Garrone