Quante risorse poco sfruttate

Quante risorse poco sfruttate Quante risorse poco sfruttate Vista da altre parti d'Italia, in particolare dal Mezzogiorno, la Liguria può apparire una regione privilegiata, che recita monotonamente 11 pianto di una crisi poco credibile, quasi per nascondere la propria ricchezza. Sulla carta i privilegi esistono. La posizione geografica, anzitutto: al centro del Mediterraneo ma con l'Europa continentale nell'immediato retroterra. La Svizzera è a due ore di automobile da Genova, i turisti della Germania Meridionale possono fare il weekend in Riviera. Se le comunicazioni ferroviarie fossero buone, i porti liguri sarebbero la porta naturale dei traffici dell' Europa più industrializzata e più ricca col resto del mondo, via Suez e Gibilterra. Altri privilegi: il clima della costa (In tv osservate la carta delle temperature, Imperia ha spesso valori uguali a quelli della Sicilia), la possibilità di espandere coltivazioni di tipo californiano, di accogliere Istituti di ricerca e impianti industriali molto avanzati, che richiedono spazi esigui ma condizioni ambientali ottime. Ancora: una popolazione limitata (1.807.000 abitanti, ma la densità è eccessiva a Genova e sulla sottile striscia costiera) senza il travaglio di grandi ondate migratorie, con tendenza allo sviluppo demografico zero che 1 malthuslani ritengono fattore determinante. In più, una grande riserva di capitali privati, una forte tradizione mercantile, un passato industriale che ha formato generazioni di ottimi specialisti, un livello medio di istruzione piuttosto alto, una grande disponibilità di energia (la Liguria ha nelle sue centrali una potenza elettrica installata pari a due volte quella del Piemonte), la ricchezza di un patrimonio storico, artistico, naturale che potrebbe dar vita a un turismo non soltanto balneare (si ha un calo invernale per defi clenze organizzative). Eppure la Liguria piange non da oggi, per fatti che si toccano con mano. Un po' tutto è in crisi. I nuovi grattacieli di San Benigno non potranno cambiare uno stato di sofferenza con la sola moltiplicazione di uffici, senza qualcosa di vitale alle spalle. Non si intravedono segni di un decollo verso il terziario effettivamente avanzato o il quaternario. Sono In crisi la siderurgia e la cantieristica. E' in crisi autentica e grave il porto di Genova, pilastro dell'antica ricchezza. Le cause sono state ricercate nella struttura organizzativa, nella scarsità di spazi a terra, nel perdurare di privilegi corporativi, nella gestione non adeguata al tempi. Ma c'è un altro fattore di crisi, che forse conta ancor più: lo scarso peso politico di Genova e del la Liguria nelle decisioni nazionali che riguardano 11 settore dei trasporti e in generale quello economico. n nuovo porto di Voltri appena in embrione a vent' anni dall'approvazione del progetto. Sono mancati i finanziamenti statali, mentre 1b 10 Stato stesso destinava migliaia di miliardi a opere pubbliche superflue o inutili. Ostilità di Roma nel confronti di Genova, oppure incapacità di Genova a far valere i propri progetti e l'importanza del suo porto nell'economia nazionale? Lo stesso discorso vale per le ferrovie. Tra Savona e il Piemonte le ferrovie sono poco più che ottocentesche, altro che rapido inoltro di containers. Se le industrie italiane del Nord hanno convenienza a servirsi del porto di Anversa lo dobbiamo anche alle ferrovie e alla velocità del trasporti via terra. Fuori del confini genovesi, 11 turismo è uno del pilastri dell'economia regionale. Non va cosi male se ogni anno si contano oltre 12 milioni di presenze nel soli alberghi, più un numero imprecisabile di milioni nelle case di affitto nelle seconde case. Ma lo sviluppo turistico ha provocato uno sviluppo edilizio non pianificato (da rapina ai danni del territorio e del paesaggio) che sugli esigui spazi costieri si traduce in congestione, bruttura, disservizio, degradazione ambientale. Uno dei problemi più assillanti, nella stagione estiva, è la mancanza di parcheggi: evidente conseguenza di una moltiplicazione caotica di case per abitazione estiva non preceduta dall'asservimento di spazi sufficienti alle automobili che sarebbero arrivate. Altrettanto si può dire per l'inquinamento del mare, generalmente contenuto in limiti sopportabili soltanto grazie alla natura: fondali profondi, correnti, venti vigflK rosi. Un'AmminlstrazloneTe* glonale accorta avrebbe do¬ vuto puntare soprattutto sul mare pulito, e non soltanto con qualche depuratore scarsamente efficace alla prova dei fatti. Liguria non sfortunata, dunque, ma incapace di sfruttare a fondo, in modo razionale, risorse e vocazioni naturali. Liguria a volte propensa a giocare carte sbagliate. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio