I privati a Cornigliano

I privati a Cornigliano ACCIAIO / Accordo fatto tra la Finsider e il «pool dei lombardi» I privati a Cornigliano II centro «Oscar Sinigaglia» sarà divìso in due parti - L'«area a caldo» passerà a una nuova società controllata per F8J0% da quattro industriali (Leali, Pittini, Sassone, Riva) e per il restante 20% dall'In - Saranno «tagliati» 3000-3500 posti ROMA — E' fatta l'intesa per salvare l'acciaieria di Cornigliano; 11 doloroso ridimensionamento dell'industria siderurgica italiana si avvia a compiersi senza barricate e senza sconfitti, in un modo che mette d'accordo tutti, imprese pubbliche e imprese private, sindacati e governo. Il presidente della Confindustria Luigi Lucchini non partecipa in prima persona, ma è favorevole alla so¬ luzione trovata dalla Finsider con i privati Leali, Pittini, Sassone e Riva. Il centro siderurgico «Oscar Sinigaglia», la più grande fabbrica di Genova, simbolo della ricostruzione negli Anni 50, roccaforte operaista, sarà spezzato in due parti. La cosiddetta «area a caldo-., altifornl e acciaieria, passera dal colosso pubblico Italsider alla società Cogea, per l'80% controllata dai 4 in- dustriall privati del tondino d'acciaio, per il 20% ancora Irl. Sarà convertita a nuove produzioni con 70 miliardi di spesa. L'-area a freddo», invece, lavorerà per l'Italsider materiale proveniente da Taranto e Bagnoli. Il sacrificio di posti di lavo-' ro sarà pesante, ma inferiore a quello che avrebbe comportato una chiusura completa dell'«area a caldo» (5500). Dovrebbe aggirarsi sul 35004000, ripartiti fra la stessa Cornigliano, la vicina Italsider di Campi, lo stabilimento di Novi Ligure e le acciaierie elettriche di proprietà del privati firmatari dell'Intesa. Per il numero esatto ci vorrà un accordo con i sindacati che costituisce, per Pittini, Leali, Riva e Sassone, una pregiudiziale al buon esito del patto. I pensionamenti anticipati a 50 anni concessi dalla nuova logge al lavoratori siderurgici permetteranno di non lasciare senza risorse la maggior parte di coloro che perderanno il posto. Per gli altri, ci sarà la cassa Integrazione; ma i sindacati sperano di ridurre questo numero a zero o quasi con i «contratti di solidarietà», ossia con 11 lavorare meno ore, pagati meno, ma più numerosi. Cosi si sta già facendo In un'altra grande e battagliera fabbrica siderurgica, la Breda di Sesto San Giovanni. Cornigliano cosi come è oggi chiuderà i battenti 11 prossimo 31 luglio. La rinnovata «arca a caldo» (impianti valutati 350 miliardi) sotto lo stemma Cogea comincerà a funzionare gradualmente dall'Inizio del 1985. Con un capitale di 150 miliardi 11 Consorzio genovese acciaio (questo vuol dire la sigla) produrrà, a regime, un milione e duecentomila tonnellate annue di «blumi» e «billette», semlprodottl d'acciaio. Gli industriali «tondlnarl» potranno far lavorare 1 loro laminatoi con questi rifornimenti, chiudendo (per 1 milione di , tonnellate) le proprie acctaie- rie elettriche che, per le mutate condizioni del mercato del rottame di ferro, producono a costi troppo alti. Sono tutti contenti. Per il ministro delle Partecipazioni Statali Clello Darlda, si tratta di un accordo importante «dai punto di vista sociale e 'dal punto di vista industriale, perché rappresenta un altro passo in avanti verso il risanamento della siderurgia pubblica con prospettive di liberare risorse a vantaggio di settori più produttivi.. Dall'intesa fra pubblico e privati Lucchini non è, sostengono gli esperti, davvero escluso: un mezzo piede dentro ce l'ha perché è socio in alcune imprese di uno dei 4 firmatari, Leali. Soddisfatto anche il presidente della Finsider Lorenzo Roasio, vicino ad essere confermato per un altro triennio. Anche il sindacato è soddisfatto. Anzi, Ullm-Ull e FiomCgll si disputano l'onore di aver pensato per primi a una soluzione pubblici-privati per Cornlglano. La base operaia, in gran parte comunista, sarà d'accordo. Nello stabilimento napoletano di Bagnoli, la dissidenza è forse sul punto di rientrare. Il segretario nazionale FiomCgll, Luigi Agostini, sostiene che il sindacato ha fatto scelte giuste: «Non siamo né primitivi né ciechi. Abbiamo accettato con responsabilità del sacrifici che però permetteranno di avere in Italia una siderurgia con una struttura impiantistica forte e moderna, guidata da un nuovo tipo di politica di settore concordata fra pubblici e privati. Avremo una configurazione forte negli acciai di massa, una solida integrazione negli acciai speciali, il più grande gruppo dell'acciaio inox in Europa fra Torino e Terni». Tutto è bene quel che finisce bene? 'Oltre alle condizioni tutte da verificare dell'accordo — risponde Agostini — il sindacato dovrà mostrarsi all'altezza della nuova situazione. Ma soprattuto, il passo successivo è rilanciare la produzione di acciaio intervenendo sulla domanda. La cosa più seria che si può fare, lo raccomanda anche la Cee, è usare più acciaio nel costruire le case: può costare meno e in Italia, Paese sismico, è più sicuro». s | Una colata d'acciaio alla Italsider di Cornigliano