Quei signori dello sciopero di Mario Pirani

Quei signori dello sciopero Torna il calvario dell'estate Quei signori dello sciopero Puntuale come d'inverno l'epidemia influenzale è arrivata alla vigilia dell'estate l'ondata di scioperi nei servizi pubblici. Anche quest'anno aeroporti, treni e traghetti si trasformano in demenziali calvari per chi finisce imbottigliato nel circuito della paralisi, organizzata da sindacati dalle più diverse sigle, eppure nulla sembra smuovere la sopportabilità politica verso simili eventi, quasi la natura stagionale di questo tipo di conflittualità avesse ingenerato la convinzione diffusa che si tratti di un fenomeno naturale, una marea che va e viene e contro la quale non c'ò diga che tenga. Del resto persino il presidente del Consiglio, da noi interrogato in prò posito durante una tribuna elettorale Tv, ha confessato di non vedere quali sanzioni ap plicarc, sia pure per legge, per dissuadere i «signori dello sciopero» dalle loro scorribande selvagge. Eppure, malgrado il «non decisionismo» in materia di C'raxi come di tutti i leader degli altri partiti, restiamo con vinti che la rassegnazione di fronte alla «naturalità» di at tentati tanto dirompenti della vita collettiva e degli interessi primari del l'acse sia un gravissimo errore della classe politica che non riesce a cogliere quanto sia diffusa nei cittadini-utenti l'insopportabilità per quello che è considerato non l'esercizio di un diritto ma la manifestazione di un sopruso. Da questo punto di vista l'in digitazione è diretta ancor più contro l'inerzia politica governativa che verso i promotori diretti dello scempio. Assolti lamcntc ininfluente ai fini del giudizio e poi la natura spcci fica delle rivendicazioni, tanto al di là del lecito e sproporzionata all'oggetto appare la ritorsione messa in atto per ol tenere soddisfazione a spese degli indifesi sudditi della Re pubblica. Diagnosi verificabilissima che dovrebbe, peraltro, confortare i legislatori e i governanti sull'assenso popolare generalizzato che incontrerebbero se si assumessero la responsabi lilà di difendere davvero gli in leressi primari di uno Stato di diritto. Le preoccupazioni che per questa via possano rifluire tcn lazioni di una più vasta legi stazione antisindacale sono ormai diventate solo un pretesto poiché nessuno propone di in trodurre divieti generalizzati di sciopero, neppure nei servizi pubblici, ma solo di rendere obbligatorie almeno quelle norme di autoregolamentazione, destinate alla irrisione fino a quando qualsivoglia gruppct to di pompieri o di doganieri sarà egualmente in grado di bloccare il traffico di mezza Italia. Val forse la pena di ricordare che all'Assemblea Costituente la de, con la firma anche di Andrcotti, presentò un emendamento che non solo stabiliva le procedure per la proclamazione degli scioperi ma li vietava nella funzione pubblica, rimettendone le con troversie a commissioni arbi trali. Da sinistra il socialista Foa suggerì, invece, un regola mento dello sciopero dei dipendenti statali che sancisse i termini di preavviso ; le prò cedure di consenso dei sindacati unitari. Alla fine, come c noto, si stabili che il diritto di sciopero si esercitasse «nel l'ambito delle leggi che lo re golano». Queste leggi non sono mai venute, ma i quasi quarant'an ni di pazienza intercorsi stan no a dimostrare quanto sia stata dannosa l'inadempienza. Gli scettici dicono che arbi Irati obbligatori, preavvisi con grui, divieti di coinvolgere comunque servizi essenziali (vedi, ad esempio, i pompieri negli aeroporti), esclusione dalle agitazioni dei periodi di punta stagionali, referendum con voto segreto tra tutti i la voratori sulla loro proclama¬ zicppgppddsm/.anspdrbmamrpqsraslcava zione, rappresenterebbero un corpus di inutili «grida poiché non si saprebbe come punire i trasgressori della legge L'obiezione non e banale perché riflette anche la giusta percezione della impossibilità di applicare misure draconiane da regime totalitario: nessuno si sogna infatti di chiedere arresto di chi violasse le norme eventuali di regolamenta /.ione e neppure, come avviene ad esempio in Canada, l'annullamento di sci mesi di pen sione per ogni giorno di scio pero illegale Esistono, però, strumenti di dissuasione che possono andare da multe e trattenute sulla busta paga via via crescenti ad dire sanzioni fino al licenziamento per chi non si attiene alle procedure fissate o ne prò muove la violazione. Le corpo razioni del ricatto sindacale possono essere insensibili ad gni appello ma non certo a quel che sta loro più a cuore, i soldi Quanto alle grandi confederazioni, finora ostili ad ogni applicazione degli articoli costituzionali in materia sindaca le, dovrebbero aver capito come il loro comportamento abbia in definitiva non solo favorito il gioco al rialzo degli autonomi, ma anche provocato una fortissima sperequazione nel potere contrattuale tra lavoratori delle imprese private c dipendenti pubblici i quali, soprattutto quando sono piazzati nei gangli vitali del Paese tenendo in ostaggio il malcapitato utente, riescono a strappare all'erario inaccettabili condizioni di privilegio. Mario Pirani

Persone citate: Foa

Luoghi citati: Canada, Italia