Dollaro, rialzo in Europa di Ennio Caretto
Dollaro, rialzo in Europa s Sospinto dai risultati elettorali e da nuovi timori sui tassi Usa Dollaro, rialzo in Europa s Al vertice dell'America Latina non ci sarà un fronte dei debiti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Sospinto dal rinnovato timore di un aumento del tassi d'Interesse, 11 dollaro si è Ieri di nuovo avvicinato al massimi storici sul mercati monetari Internazionali: 1705 lire, 8.47 franchi francesi. 2,75 marchi tedeschi. Lo ha alutato il responso negativo delle elezioni europee per i vari governi, e in Germania anche lo sciopero dei metalmeccanici. Non è escluso che entro la fine della settimana, forse oggi stesso, il dollaro declini, ma l'attuale tendenza al rialzo è difficile da rovesciare. Il motivo è che gli aggregati monetari in( America stanno crescendo più rapidamente del previsto, che 11 Congresso e il presidente Reagan non riducono il deficit del bilancio dello Stato Se le coalizioni al potere in Europa fossero uscite rafforzate dalle elezioni, probabilmente 11 dollaro ieri non avrebbe compiuto il suo ennesimo balzo: 1 mercati avrebbero ignorato l'aumento del tassi d'Interesse overnight. ossia per 1 prestiti lnterbancarl da un giorno all'altro. Nell'incerto clima politico europeo, Invece, esso ha fatto effetto. E' stato visto come un segno che anche il «prima rate», il punto di riferimento obbligato, incomincerà presto a salire. La logica' vorrebbe il contrarlo: la restrizione del credito minaccia l'espansione Industriale, e l'apprezzamento del dollaro danneggia le esportazioni (il disavanzo del pagamenti ha segnato un record, sfiorando i 20 miliardi di dollari nel primo trimestre dell'84). Ma la logica riprenderà a funzionare solo se il Congresso e Reagan adotteranno misure contro il deficit pubblico. «// timore dell'aumento dei tassi d'interesse non poteva accentuarsi in un momento peggiore' ha osservato 11 consigliere economico uscente della Casa Bianca Feldsteln. Ieri si sono aperti a Cartagena, in Colombia, 1 lavori dei sette Paesi più gravemente indebitati dell'America Latina. Un solo punto percentuale in più del prime rate per essi significa centinaia di milioni di dollari in più da pagare ogni anno. Feldsteln ha escluso che il vertice di Cartagena sbocchi nella formazione di un cartello dei Paesi debitori, simile a quello del produttori di petrolio dell'Opec, e nel rifiuto del pagamenti. «Il sistema finanziario internazionale è abbastanza forte da sopportare ritardi e pressioni di varia entità — ha osservato —. Ma c'è da aspettarsi una dichiarazione poli tica, molto critica delle nazioni progredite, accompagnata dalla richiesta del ribasso dei tassi d'interesse e della ri' strutturazione dei debiti*. Nonostante le rassicurazioni di Feldsteln, le banche centrali delle potenze industriali si sono premunite con tro eventuali colpi di mano dei Paesi terzi. Esse hanno infatti preparato piani di emergenza per la difesa degli istituti di credito privati più esposti, innanzitutto negli Stati Uniti, nel caso che uno Stato sudamericano dichiari dissesto. E' tenuta particolarmente d'occhio l'Argentina, che non ha ancora raggiunto un accordo col Fondo monetarlo sulle proprie misure di austerità, e quindi su un nuovo prestito, e che non è in grado di pagare i 5 miliardi e mezzo di dollari di interessi annui che le gravano addosso. A New York, la Manifacturers Hanover Trust, che 11 mese scorso era sembrata pe¬ ricolante — ma si trattò di un falso allarme — ha già annunciato che toglierà dai suol profitti del secondo trimestre dell'84, che deve rendere pubblici alla fine del mese, un quarto circa, cioè 1 25 milioni di dollari dovutile entro tale data da Buenos Aires. La grande banca newyorkese ha anticipato in tal modo una disposizione della Riserva federale che vincola gli istituti di credito, a partire però dal terzo trimestre di quest'anno, a tali detrazioni. Sinora, per questioni di contabilità, le riscossioni del crediti, anche se posticipate, venivano inserite nel profitti del trimestre In cui erano stabilite. La Riserva federale ha modificato il regolamento «per mettere le banche in una posizione di maggiore sicurezza* ha detto un portavoce. Il portavoce ha notato che dall'inizio dell'84 all'U giugno scorso, la data della crisi della Continental Illinois, salvata all'ultimo minuto dalla bancarotta, gli istituti di credito hanno perso il 23 per cento del valore azionarlo In Borsa, contro 1*11 per cento di media del mercato. Di fronte a questo mettere le mani avanti, e sopratutto al «no» del ministero del Te soro e delle grandi banche Usa alla richiesta di altri prestiti dell'Argentina, 1 sette Paesi sudamericani più gravemente indebitati hanno assunto a Cartagena un atteggiamento conciliante. Il ministro delle Finanze venezuelano Morales Paul ha dichiarato che l'obiettivo del lavori «non è la formazione di un cartello né la ricerca di una scusa per non rispettare gli impegni assunti*. In un implicito invito a Buenos Aires a mettersi d'accordo col Fondo monetarlo, 11 ministro ha anzi elogiato l'azione dell'organismo Internazionale. Ha però aggiunto che le nazioni più progredite ^devono rendersi conto che il problema non è solo finanziario ma andie politico*. Ennio Caretto
Persone citate: Hanover, Morales Paul, Reagan
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