Dopo lo scivolone di Gianfranco Piazzesi
Dopo lo scivolone Dopo lo scivolone Già da lunedì scorso era apparso evidente: alle elezioni europee sono stati premiati soprattutto i comunisti e la coalizione di governo si è sensibilmente indebolita. Eppure i comunisti, che il mese scorso erano tornati a inserirsi nel gioco politico, ora che hanno progredito trovano orecchie meno attente alle loro proposte. La crisi di governo, data per certa quindici giorni fa, oggi è praticamente scongiurata: il tasso di litigiosità all'interno della maggioranza si è improvvisamente abbassato. Sono episodi in apparenza paradossali, ina una spiegazione c'è. 1 comunisti continuano a definire «storico» il sorpasso della democrazia cristiana, però non riescono a presentare un progetto politico che sia all'altezza di un così importante avvenimento. Il nuovo partito di maggioranza relativa si limi ta a chiedere la crisi e a prospettare, in termini piuttosto ambigui, governi più o meno ediversi». Alla avanzata elettorale non ha corrisposto altrettanta capacità di aggregazione Fino a qualche giorno fa, almeno mezza democrazia cristiana era per la crisi di governo, ma lo era non perché spasimasse per il ritorno alla solidarietà nazionale, ma perché temeva che un nuovo «effetto Craxi» si aggiungesse al già deploratissimo «effetto Spadolini». Ora che il primo effetto non si è avuto, e si è vanificato il secondo, i democristiani dimostrano una tolleranza e in qualche caso una bonomia che si ritenevano perdute. Nella riunione dell'ufficio politico «la vasta convergenza di veda te», a cui accennano, ritualmente, in simili occasioni, i co inimicati ufficiali, questa volta si 6 avuta nel segno della di stcnsionc. Altro che rotture occorrono concordia, coesione fiducia reciproca. L'anima filosocialista della de ha attribuito il balzo in avanti comunista non soltanto alla «ondata emotiva», ma anche ai troppi litigi che hanno lacerato la maggioranza. L'anima antisocialista, fino a ieri cosi insofferente verso il decisionismo craxiano, questa volta se l'è presa soprattutto con Formica. Tutto il male non viene per nuocere? Si potrebbe anche pensarlo, ma sarebbe una spiegazione superficiale e pericolosa. In primo luogo, non possiamo affatto escludere che questo brutto scivolone elettorale abbia provocato al governo Craxi qualche preoccupante lesione interna. Inoltre la leggerezza con cui i cinque partiti della coalizione hanno affrontato la battaglia elettora¬ lutpnnc le non può essere considerata un fortuito incidente, destinato a non ripetersi. I cinque partiti di governo si sono dilaniati fino a quando ritenevano he il pei fosse ormai condannato a una continua crisi di consensi e sono tornati a tratarsi con maggior gentilezza solo quando i comunisti si sono rifatti avanti. Un simile comportamento dimostra, come minimo, una grave mancanza di serietà. L'incidente di percorso che ha penalizzato la maggioranza sarebbe stato provvidenziale soltanto in un caso: qualora avesse insegnato ai nostri cari «statisti» che è arrivato il momento di cambiare metodi e mentalità. Ma, allo stato dei fatti, ci sia consentito di dubitarne. Gianfranco Piazzesi
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