Prova generale in Francia per le legislative dell'86 di Emanuele Novazio

Prova generale in Francia perle legislative dell986 Prova generale in Francia perle legislative dell986 PARIGI — Sarà la «prova generale» per le legislative dell'86. Le elezioni europee di oggi non cambieranno nulla nell'immediato, in Francia: a dispetto di qualsiasi calo — e le previsioni, i sondaggi, dicono che sarà così — la sinistra conserverà, almeno per dfce anni ancora, la maggioranza all'Assemblea Nazionale. Mitterrand non scioglierà certo le Camere in caso d'insuccesso. Ma il paesaggio politico, i dati di fondo sui quali arrivare al voto cruciale dell'86, saranno probabilmente modificati. Da domani, governo e partiti avranno a disposizione uno scenario nuovo sul quale calibrare strategie e slogan. Le liste sono quattordici: ma quelle su cui l'attenzione è puntata sono cinque soltanto. Prima di tutto la sinistra. Da domani, i rapporti di forza tra socialisti e comunisti potrebbero essere diversi. Se il ps — come suggeriscono le previ sioni — non andasse al di là del 20 per cento (restando ben al di sotto del trionfo dell'ol: 36,9%, o del risultato delle precedenti europee: 23,7%) e il pcf (15,5% ncll'81. 20,5% nel '79) dovesse superare la soglia del quindici per cento, i comu nisti potrebbero diventare più esigenti, chiedere un rim pasto nel governo, invocare una partecipazione più ampia al potere. Se, al contrario, si profilasse una sua sconfitta, il partito di Marchais potrebbe insistere, secondo molti com montatori, sulla «strategia della tensione» che dall'inizio dell'anno lo rende partner scomodo a Mauroy e ai suoi ministri socialisti. La lista unita dell'opposizione guidata dalla signora Veli — sembra certo — non raggiungerà la maggioranza assoluta. Resterà, dicono concordi tutti i sondaggi, ben di sotto del 50 per cento. Ma se non otterrà almeno il 44 per cento del '79 (quando i partiti erano divisi), la sconfitta dei neogollisti Chirac e Veil — sostenitori accesi dell'unione con la centrista udf di Bernard Pons — sarà grave, «strategica». Capace di compromettere, irrimediabilmente, ogni futura convergenza. E di attirare la scomoda accusa di aver favorito un eventuale balzo dell'estrema de stradi Le Pen. Le Pen, appunto. Tra i «minori», è quello ad avere più probabilità di superare la so glia del 5 per cento, indispensabile per ottenere seggi. Ma se — come indicano alcuni sondaggi — il «fenomeno Le Pen» fosse confermato, e ottenesse più del sette per cento, avrebbe ottime possibilità di avere qualche rappresen tante alla prossima Assemblea Nazionale e potrebbe addirittura imporsi come arbitro nella corsa alle presidenziali: tra Chirac e il suo avversarlo centrista, Giscard o Barre. Infine, la lista Ere di Stirn, Lalondc e Doubln. Se non arriverà almeno al 5 per cento, anche questo tentativo di ricostituire un centro sinistra — capace di influenzare gli equilibri nell'86 e di consolidare lo scarto tra comunisti e socialisti a favore di questi ultimi — sarà fallito. Emanuele Novazio

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