Con l'aiuto del computer scoprono due frammenti della stessa cometa

Con l'aiuto del computer scoprono due frammenti della stessa cometa Roma, una indagine compiuta da quattro astrofisici italiani Con l'aiuto del computer scoprono due frammenti della stessa cometa ROMA — E' merito dell'uomo ma anche del computer se la ricerca astronomica ha potuto far luce con straordinaria rapidità su un evento che altrimenti sarebbe rimasto avvolto ancora per chissà quanto ' tempo nel buio del passato e del mistero. In soli 26 minuti di elaborazione il calcolatore del Laboratorio di astrofisica spaziale del Cnr ha permesso di accertare che le due comete «Neujmin 3» e «Van Biesbroeck», considerate fino ad oggi di origine diversa perchè stanno percorrendo orbite differenti, sono in realtà frammenti di una stessa cometa, esplosa nel 1840. Il risultato verrà comunicato ufficialmente oggi all'Accademia, dei Lincei, dove si sta svolgendo il convegno internazionale «Dinamica delle comete: loro origine e loro evoluzione». Gli autori della ricerca sono tre italiani (Andrea Carusi, Ettore Perozzl e Giovanni Valsecchi dell'Istituto di Astrofisica Spaziale del Cnr) e un cecoslovacco (L. Kresak, dell'Istituto Astronomico Sav di Bratislava). Oggetto dell'indagine sono le 126 comete «di corto periodo, (cosi denominate perché compiono un'orbita completa intorno al Sole In meno di 200 anni), la maggior parte delle quali è stata scoperta nel secolo scorso. Con l'aiuto del computer i quattro astrofisici hanno ricostruito le loro orbite per un arco temporale di 821 anni, partendo dal 1585 e spingendo la previsione fino al 2406. Si è trattato di calcoli molto complessi, nei quali intervengono moltissimi fattori variamente articolati che influenzano la traiettoria orbltrale, come le attrazioni dei vari pianeti, le imprecisioni dei rilevamenti iniziali e altri ancora. E' comunque la prima volta nel mondo che viene fatta un'integrazione cosi ampia dell'orbita delle comete. Ed è stato proprio nell'analizzare le elaborazioni del computer che Carusi e 1 suoi colleglli hanno scoperto alcune singolarità nelle traiettorie di «Neujmin 3» e di «Van Biesbroeck», che sono stale scoperte negli Anni 20 e negli Anni 50 del nostro secolo mentre percorrevano orbite distinte e diverse. L'indagine a ritroso ha consentito di appurare che la divergenza delle due orbite diminuiva progressivamente e tendeva a scomparire verso la metà del secolo scorso. Di qui il convincimento che intorno al 1840 una cometa si sia spezzata in almeno due frammenti diversi e che sia stata l'influenza di Giove, nella cui sfera d'azione i due frammenti sono transitati più volte fra 11 1848 e 11 1852, ad av¬ viare quella divergenza orbitale che ha fatto successivamente considerare i due' frammenti come due comete diverse. Secondo i quattro autori della ricerca la frammentazione della cometa originale sarebbe stata determinata dal calore del Sole, che avrebbe fatto esplodere il nucleo, e dall'effetto di marea di Giove, che risulta molto sensibile dal momento che 11 pianeta è 11 più grande del nostro sistema solare. La frammentazione di un nucleo cometario è favorita dall'esigua forza di attrazione che tiene uniti 1 blocchi di ghiaccio (qualche chilometro di diametro) che lo fermerebbero. La frammentazione del nuclei cometari non è un evento raro, anche se non si può definire molto frequente. Finora è stato osservato soltanto cinque o sei volte. Una di queste osservazioni riguarda la cometa di Biela: scoperta nel 1826 come corpo singolo, è stata riavvistata nel 1845 già frazionata in due frammenti che si sono successivamente frantumati più volte fino a dissolversi in una fantasmagorica pioggia di stelle cadenti. Bruno Ghibaudl

Persone citate: Andrea Carusi, Biela, Bruno Ghibaudl, Carusi, Ettore Perozzl, Giovanni Valsecchi, L. Kresak

Luoghi citati: Bratislava, Roma