Radicali e avvocati difendono Tortora «Troppa fiducia nei camorristi pentiti»
Radicali e avvocati difendono Tortora «Troppa fiducia nei camorristi pentiti » Conferenza stampa: «Mancano prove per confermare le testimonianze» Radicali e avvocati difendono Tortora «Troppa fiducia nei camorristi pentiti » ROMA — Gli elementi di accusa contenuti nella requisitoria dei giudici di Napoli che chiedono 11 rinvio a giudizio di Enzo Tortora non sono confermati da «riscontri oggettivi» ma poggiano solo sulle «poco attendibili» dichiarazioni di «camorristipentiti». Il giudizio è emerso in una conferenza stampa organizzata dal partito radicale, che ha invitato alcuni avvocati a discutere della vicenda del presentatore e della problematica che implicano 1 processi con centinaia di imputati. E' stato rilevato che 11 caso Tortora è emblematico di una giustizia orientata ad «amministrare un diritto di polista", a «/abbricare pentiti che confermino test preconfezionate», a sostituire «metodi inquisitori» alle garanzie dell'imputato proclamate dalla Costituzione. I giudizi esposti nella conferenza stampa non tengono conto degli atti istruttori, ma solo delle oltre mille pagine della requisitoria depositata giovedì scorso. L'avvocato Giorgio Gregorl, professore nell'Università di Trieste, ha detto'che «dalla lettura della requisitoria st constata l'assenza di prove storiche che confermino le testimonianze del pentltt: Tortora, per fare un esemplo, è accusato di riciclaggio di denaro, ma non c'è traccia di accertamenti bancari o patrimoniali sul suo conto». Secondo Gregorl la vicenda di Tortora «è ti momento esemplare di come va la giustizia in Italia, basata sulla sabbia e non sulla roccia: la prova debolissima è assunta come prova maiuscola», •La questione dell'Innocenza di Tortora—ha detto Mauro Meli 1 ni, avvocato e deputato radicale — si intreccia con quella del metodi usati nell'istruttoria. Il processo penale è ormai basato su procedure barbariche che si chiamano carcerazione preventiva senza limiti, durezza del regime car¬ cerarlo, protagonismo del giudici, fabbricazione del pentiti anziclié ricerca della prova oggettiva». L'avvocato torinese Alfredo Viterbo ha detto che «in termini di Stato di diritto» i giudici di Napoli avrebbero dovuto ''definire il reato» attribuito a Tortora e •documentarlo con precisi elementi di prova. Invece — ha proseguito Viterbo — alt inquirenti fanno uso dell'introspezione psicologica» per ritenere Tortora colpevole e «convincere» che 1 camorristi pentiti, «assassini professionali e delinquenti dalla contorta mentalità, non mentono... perché non avrebbero interesse a farlo». (Ansa)
Persone citate: Alfredo Viterbo, Enzo Tortora, Giorgio Gregorl, Mauro Meli, Tortora
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