Scandalo petroli, ricostruito l'intreccio delle corruzioni

Scandalo petroli, ricostruito l'intreccio delle corruzioni Il giudice Cuva rinvia a giudizio 48 tra petrolieri, funzionari, politici Scandalo petroli, ricostruito l'intreccio delle corruzioni Fra gli imputati, il petroliere Musselli, il generale Giudice, i de Freato, De Cocci e Picchioni, i psdi Palmiotti, Silvestri, Pazzanese - Emanuela Savio prosciolta «per non aver commesso il fatto» TORINO — La nomina di Raffaele Giudice al Comando generale della Guardia di Finanza è costata nel 1974, .ad un gruppo di petrolieri che la favorirono, 570 milioni. Per la promozione e il trasferimento a Milano di Egidio De Nile come direttore Utif, lo stesso pool di sponsorizzatori ha raccolto e distribuito poco meno di 200 milioni. Petrolieri e alcuni uomini politici con una mano davano per corrompere e con l'altra ricevevano, grazie alle frodi. Ci rimetteva sempre il fisco, ci guadagnavano sempre, e molto, i finanzieri e i pubblici funzionari corrotti, talora anche insospettabili ecclesiastici. Questo lo sfondo di un quadro tracciato in quasi 450 cartelle dattiloscritte dal giudice istruttore torinese Aldo Cuva, che ha depositato ieri 1' ordinanza di rinvio a giudizio per 48 fra petrolieri, politici, funzionari, finanzieri, ecclesiastici coinvolti nell'inchie sta sulle protezioni ai responsabili dello scandalo petroli. E' questo un punto fermo nella storia della vicenda, dopo la ridda di voci, le insinuazioni, 1 provvedimenti giudiziari che da anni tengo no desta l'attenzione su uno dei più clamorosi scandali nazionali. Ecco alcuni tra I più noti personaggi che nei prossimi mesi saranno giudicati dal Tribunale torinese con accuse che vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, collusione, falso, con trabbando, omissione d'atti d'ufficio, soppressione di documenti. Tra I politici troviamo i de Serena Frèato;(cx segretario divido Moro), glirQ>(L, deputati'Danilo De Cocci e' Rolando Picchioni, Darlo Crocetta e Giulio Lo Muto (segreteria dell'ex ministro Colombo), Piero Aceto; 1 socialdemocratici Bruno Palmiotti e Raul Silvestri (segreteria ex ministro Tanassi), nonché Ugo Pazzanese, collaboratore dell'ex sottosegretario Giuseppe Amadel. Tra gli ecclesiastici, mons. Agostino Bonadeo, «ordinarlo» dei cappellani militari, don Simeone Duca, sacerdote romano dalle molteplici attività, e don Francesco Quaglia, parroco di Cerano (Novara). Tra i petrolieri, Bruno Musselli, Giuseppe Morelli, Primo Bolzani, Franco Buzzoni. Nell'elenco dei finanzieri, i generali Raffaele Giudice, Donato Lo Prete e Salvatore Sclbetta, gli ufficiali Antonio Boniccioli, Duilio Di Censo e Rodolfo Fredlanl. Tra gli alti funzionari, gli ex direttori generali delle Dogane, Ernesto Del Gizzo e Giovambattista Cannello, gli ex direttori Utif di Torino, Francesco Cotilll, e di Milano, Egidio De Nile e Armando Bianchi. Nelle 450 pagine dell'ordinanza del giudice Cuva, coni paiono più volte i nomi degli ex ministri della Difesa, Andreotti, delle Finanze, Tanassi, e del sottosegretario Amadel. Il magistrato non ha potuto procedere nei loro confronti perché protetti dall' immunità parlamentare. La posizione di Andreotti e Tanassi, perché ministri all'epoca dei fatti, è attualmente al vaglio della commissione Inquirente, mentre la giunta per le autorizzazioni a procedere non ha dato 11 parere favorevole per continuare 1' Istruttoria su Amadei (psdi) Numerosi anche 1 prosciolti dal dott. Cuva. Dei 72 indiziati, ha chiesto 11 «non doversi procedere» per 24. Tra questi, la presidente della Cassa di Risparmio di Torino, on. Emanuela Savio (prosciolta da tutte le accuse «per non aver commesso ti fatto»), i prelati del Vaticano, mons., Giacomo Ceretto, mons. Donato De Bonis (segreteria dell'Istituto opere religiose), mons. Mario Pimpo. L'Istruttoria di Cuva, che ha riunito sette procedimenti diversi, esamina quattro vicende distinte che vanno dal 1972 all'anno scorso. Prima: il contrabbando nel primi Anni Settanta da parte di alcuni petrolieri piemontesi e lombardi (40 miliardi di Imposte evase). Seconda: gli Illeciti commessi per promuovere e trasferire a Milano quel De Nile divenuto uno del più zelanti favoreggiatori dei petrolieri. Terza: la nomina di Giudice al vertici della Finanza. Quarta: gli illeciti alla Direzione generale delle Dogane. Non ha dubbi 11 dott. Cuva sul «burattinai» della truffa petroli, identificati nei generali Lo Prete e Giudice e nel petroliere Musselli, tutti e tre Iscritti alla P2. Ma, aggiunge 11 magistrato, questi non avrebbero potuto continuare nel loro traffici Illeciti se.jipn avessero avuto il tacito o palese appoggio di ambienti por, litici, ministeriali ed ecclesia stici. Guido J. Paglia

Luoghi citati: Milano, Novara, Torino