Preoccupa la dc il sorpasso comunista «In questo caso è inevitabile la crisi» di Luca Giurato
Preoccupa la de il sorpasso comunista «In questo caso è inevitabile la misi» La morte di Berlinguer ha tolto a De Mita un punto di riferimento importante contro Craxi Preoccupa la de il sorpasso comunista «In questo caso è inevitabile la misi» ROMA — Ea" seomparsa-dl | Berlinguer apre una fase difficile non solo all'Interno del pei, ma anche nei rapporti tra pei e gli altri partiti, primi tra tutti la de e il psi. La de è preoccupata e disorientata. Sul Popolo di oggi, Mlsasl, capo della segreteria politica, riprende all'improvviso il tema del pericolo del sorpasso e afferma che, se dovesse avvenire, sarà una sconfitta non della de ma di tutta l'attuale alleanza di governo. A Piazza del Gesù si conferma che una sconfitta elettorale renderebbe inevitabile la crisi e un ritorno de a Palazzo Chigi. Contemporaneamente De Mita, al quale è all'improvviso mancato un grande avversarlo, ma anche un punto di riferimento sicuro per qualsiasi scelta tattica o strategica anti-Craxi, ribadisce l'alternanza tra de e psi ma torna sul tema del dialogo tra 1 due partiti. In altre parole, la de sembra.molto «coinvolta», e non solo sul plano umano, dalla morte di Berlinguer e dai segnali sempre più con traddlttorl che giungono dal le Botteghe Oscure non tanto per la successione, ma per la linea politica del dopo-elezionl. Per il psi, il discorso è di¬ vèrso; w'èss'uno' lo dice uTHclalmente, ma non v'è dubbio che la morte di Berlinguer rafforza le possibilità di Craxi di rimanere a Palazzo Chigi anche nel caso di terremoti elettorali. Su questo, 1 giudizi sono unanimi dentro e fuori il psi. Tanto che sembra addirittura allontanarsi, malgrado le dichiarazioni di Misasl, la possibilità che la verifica sfoci in una crisi. Al psi, in via confidenziale, si afferma che tutto quello che oggi sembra Indebolire la posizione della de serve a rafforzare 1 socialisti. Si citano, tra l'altro, due esempi concreti: la proposta di Berlinguer di un «governo diverso» e l'ipotesi di un appoggio alla de negli enti locali nel caso che 1 socialisti uscissero dalle giunte rosse. Non sono citazioni occasionali. Entrambe le proposte — forse tattiche, forse strumentali — furono una scelta personale di Berlinguer. Dopo le elezioni, a crisi aperta o chiusa, un loro rilancio sembra improbabile, perché non è mistero che nel pel non tutto 11 gruppo dirigente le condivide. V'è poi 11 discorso, altrettanto importante, della loro effettiva credibilità In bocca a qualsiasi leader che non sia Berlinguer. Una situazione,' dùnque, assai complessa, nella quale i dirigenti socialisti si sono subito inseriti con abilità e prudenza. Da una parte, è stato incaricato un membro della direzione non tra i più noti, Luigi Covatta, di rispondere a Mlsasl per le rime. «Mi sembra curioso che la de voglia far pagare ad altri le sue eventuali "sconfitte "— dice Covatta — e mi sembra tnaccetlabtle che voglia farle pagare al Paese determinando la crisi delle governabtlllà». Dall'altra, il vicesegretario Martelli si è invece assunto in prima persona l'incarico di dare le risposte che contano. Martelli ha ignorato la polemica di Mlsasl. Colte al volo le tante difficoltà de, Martelli cerca invece di tranquillizzare il grande alleato, ribadendo che il psi non pensa assolutamente, almeno per tutta questa legislatura, all'alternativa di sinistra o a svolte con 11 pei. Naturalmente, Martelli, anche in tv, ha voluto precisare che 11 psi non ha intenzione di lasciare Palazzo Chigi né alla de né a nessuno; «.Siamo stati 90 anni all'opposizione. Per 10 abbiamo fallo governi con un de presidente. Ora guidiamo Il governo da soli nove-mesi. / patti dicono tre anni e tanto dobbiamo restare dove slamo». Detto questo, Martelli1 ha Ieri precisato che il rifiuto del suo partito «ai!'alternativa proposta dal pel è costante». Per il vicesegretario socialista, 11 pei «è rimasto a messa strada, nel guado, alla ricerca della tersa via. Un'ulteriore difficoltà è elle questa allean- sa politica tra comunisti e socialisti non disporrebbe di una maggioranza». Sono parole certamente gradite al «vertice» de. Assai meno gradito, òvviamente, è il discorso Bulla .presidenza del Consigliò. Tra l'altro, alla de si fa notare che certe maggioranze, se oggi non ci sono, come dice Martelli, domani potrebbero esserci: «Non è stato Craxi a dire ome a Palazzo Chigi o le elezioni anticipate!?»,. Mentre De Mita batte In lungo e In largo l'Italia alla ricerca di ampi consensi, 1 capi storici del partito, tra un comizio e l'altro, riflettono sul dopo Berlinguer con l'intima certezza di non avere più dietro le spalle, un «retroterra» sicuro. 'Ititela una fase die determinerà tm processo non facile e del quale l primi sintomi sono già- nell'aria», dice Piccoli, presidente del partito. »Rlnn<ìvaie grandi consensi alla] de»,', chiedono, pratici e concreti, due leader come Fani ani e Rumor che nelle loro lunghe carriere politiche ne hanno visi e di tutte, ma non ancóra l'evento più temuto, quel «sorpasso» che fu sfiorato nel '76, nel momento di maggior auge della segreteria Berlinguer. Luca Giurato
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