Viaggio all'Est e ritorno di Frane Barbieri

Viaggio all'Est e ritorno Viaggio all'Est e ritorno (Scomunica e conversioni nella storia tormentata dell'eurocomunismo) ROMA — Per giudicare Enrico Berlinguer e la sua terza via eurocomunista si misurava sempre quanto avesse sganciato il pei e il comunismo occi-' dentale dall'Urss e dal blocco orientale. Esiste invece, per valutare la portata del fenomeno bcrlingueriano, anche un altro metro, direi inverso, il quale quasi mai veniva usato. All'influenza di Mosca sull'eurocomunismo corrispondeva pure un riflesso dell'eurocomunismo nei Paesi e nei partiti dell' Est, anche se meno percettibile e meno determinante del primo. Si richiamava in primo luogo al nome di Berlinguer: a causa del peso e dell'importanza del suo partito e a causa delle posizioni critiche nei confronti delle involuzioni e deformazioni di «quelle so cictà» (termine usato da Ber lingucr dal momento in cui smise di qualificarle «socialistci>). Paradossalmente, mentre T eurocomunismo passava in Occidente per una quinta colonna meglio mascherata dell' Urss, da quella parte, all'Est, era considerata come un'infiltrazione ideologica, se non proprio di Washington, della socialdemocrazia europea. Breznev, per esempio, aveva puntato molto su un'alleanza con Brandt, ma vedeva con sospetto il rapporto preferenziale stabilitosi fra Brandt e Berlinguer. Quando agli esponenti sovietici si segnalava questa contraddizione, come una volta fece Tito, rispondevano che fra pcus e spd, pei e spd non si trattava della stessa cosa. Temevano infatti una sinistra europea alternativa ai partiti comunisti, per ideologia e mentalità sensibili ai richiami moscoviti. Tempo fa, a Budapest, il «padre della riforma» ungherese Nycrs mi raccontava, a mo' di aneddoto, che lui stesso anchc?in seno-al Comitato centrale si proclamava eurocomunista: «Quando poi mi chiedono cosa significa, rispondo che non 10 so precisamente, che forse non lo sa nemmeno Berlinguer, ma che ad ogni modo dovrebbe essere una cosa migliore di quella che noi abbiamo applicato e realizzato». Messo da parte per eccesso di riformismo, ma recentemente ricmerso nelle alte sfere politiche, Nycrs puntava, richiamandosi all'eurocomunismo, su un socialismo più dialettico se non propriamente pluralistico. Anzi, diceva: «Non so come saranno, ma anch'io vedo nel futuro del nostro sistema più parliti, seni pre di ispirazione socialista». Su un altro versante, nella stessa Budapest, anche i cosici detti dissidenti, molto sparuti nel Paese ammaliato dal cari sma di Radar, si richiamano a Berlinguer. Il figlio di Rajk, ex segretario del partito e vittima emblematica della furia stalini sta, aveva creato un 'circolo dissidente, accogliendo nella sua casa, vicino alla centrale via Vaci, giovani contestatori: non erano contro il partito, solo chiedevano di più dal partito. Pubblicavano pure una rivistina. Si consideravano' curocomunisti e il loro «ideologo» era Enrico Berlinguer. Uso i tempo passato in quanto nel frattempo il gruppo è stato di sperso, alla kadariana: usando 11 convincimento al posto della prigione. Ancora più diffuso, l'effetto Berlinguer l'avevamo trovato in Polonia. E non solo per 1' appoggio offerto a Walesa o per la condanna espressa dal pei nel momento del colpo militare. Molti comunisti in Polonia avevano aderito a Solidarnosc. L'argomento con cui conciliare il contrasto della duplice appartenenza, al parti to dominante e all'opposizione sindacale, glielo offriva appun lo l'eurocomunismo: da una j'parte il compromesso fra comunisti e cattolici, dall'altra il pluralismo del-movimento di sinistra. A Danzica, al primo e ultimo congresso di Solidar- nosc, non si era sentita solo una volta dalla tribuna la parola eurocomunismo. L'aveva usata anche il famoso accademico Lipinski nel cercare la piattaforma della conciliazione fra partito e Solidarnosc. In fondo, l'eurocomunismo e Berlinguer erano visti come un ponte del ritorno della Polonia alle sue tradizioni occidentali. In Jugoslavia scopriamo che termine «eurocomunismo» trova un duplice uso. Nel primo, si riferisce al pei e a Berlinguer come alleati preferenziali nella battaglia autonomistica contro il monocentrismo moscovita. In un altro senso, poi, vengono indicate, e spesso criticate, come curocomunistc, le correnti che prospettano un pluralismo politico da integrare alla democrazia autogestionaria. Pochi mesi fa eravamo testimoni di un'ostentazione dell' amicizia, anche personale, da parte di Ccauscscu e di Honccker nei confronti di Berlinguer. Come se servisse da attcstato della loro indipendenza nel quadro del mondo comunista. C'è stata poi, di nuovo tramite Berlinguer, una curiosa conversione dei dirigenti cinesi all'eurocomunismo. Il concetto pluralistico è quanto di più lontano si possa immaginare non solo dal maoismo ma an- che dalla dottrina di Dcng. Tuttavia, il viaggio del segretario del pei a Pechino, in sfida a Mosca, ha avuto l'effetto di rcinscrire i cinesi nella dialettica intcrcomunista: e non certamente nel senso di un ritorno di Pechino sotto l'egida del Cremlino, ma al contrario nel senso di limitare la preponderanza sovietica — più capitali al posto della capitale unica, il che significa anche nessuna capitale. Nemmeno ncll'Urss la fronda eurocomunista di Berlinguer è rimasta senza effetto. Tutta la frangia sinistrorsa del dissenso sovietico si richiama all'eurocomunismo. A Roma, grazie al pei, si riusciva a pubblicare quello che a Mosca era vietato (Zinoviev e Mcdvcdev, per esempio). Si potrà discutere quanto si vuole se la contestazione più appropriata nei confronti del regime sia quella di destra o di sinistra, socialista o nazionalista. Fatto sta che una parte dell'opposizione interna all'Urss si richiamava anche a Berlinguer. Ed era quella che forse irritava di più il Cremlino. Quasi simbolica in questo senso appare la fotografia pubblicata domenica da ÌM Stampa. In occasione del sessantesimo anniversario della Rivoluzione d' ottobre, si vedeva un Berlinguer, minuscolo e quasi tra sparente, sulla tribuna e dietro a lui, al tavolo della presidenza, i due numi imponenti, Breznev e Suslov, tesi per l'apprensione. Cosa dirà per sconsacrare il mito? Infatti, il giorno dopo, sulla l'ravda, il discorso dell'eurocomunista uscì follemente censurato. A conferma che con Berlinguer nemmeno i comunisti ormai erano tutti uguali c ugualmente accettabili per Mosca. Anche se alle Botteghe Oscure ci sarà ancora per lungo tempo chi rievocherà Lenin, mentre a Mosca sarà sospettato chi ciT tcrà Berlinguer. Frane Barbieri