Pesaro, il Giappone è vicino

Pesaro, il Giappone è vicino AL CjtjEjjASjA «LO STUPRO» PI HIGASHI E «IL GRANDE MASSACRO» PI KUPO, PEL 1964 Pesaro, il Giappone è vicino DAL NOSTRO INVIATO PESARO — Che cosa cercavano l'altra sera alla Mostra del Nuovo Cinema gli spettatori mai cosi fitti nella sala del Teatro Sperimentale? Un tempestivo agglornasmento sul cinema giapponese, nel quadro del più generale progetto suggestivamente' chiamato Cinemasia ed iniziato l'anno scorso? Ed era casuale che il film del grande richiamo si intitolasse Za relpu (Lo stupro), diretto nel 1982 da Yoichi Higashi? A Pesaro non accade mal niente di casuale. Evidentemente gli spettatori volevano chiarire se Lo stupro appartenesse al genere «Gendaigeki» (film di ambientazione contemporanea) oppure al «Selshun eiga» (film sulla gioventù), quando non, addirittura, al .Roman porno», il filone erotico che ha un grande successo di questi tempi in Giappone per la facilità del consumo e la modestia del costi di produzione (si fa un «Roman porno, anche con cento milioni). Comprensibile il desiderio di chiarezza filologica, magari mal riposto. Lo stupro sembra il testimone di un cinema giapponese che ha rotto gli schemi di genere, occidentalizzato nei cattivi costumi e nelle tematiche civili. Giustamente gli organizzatori gli hanno affiancato nella stessa serata Dai satsugjn (Il grande mas- sacro), girato nel '64 da Eilchi Kudo, intrigante esemplare del genere «Chanbara», film di duelli, compromesso con la storia e con la politica. Cosi Stupro e Massacro rappresentano idealmente i due volti di una produzione che soffre oggi tutti i mali della comune crisi cinematografica. Pur decisa a non dimenticare la propria tradizione e i propri generi (vedi la serie televisiva 'Samurai», trasmessa in Italia da Canale 5, che ricicla i vecchi film di duelli). In Stupro una ragazza che lavora in uno studio pubblicitarlo viene aggredita da un conoscente occasionale mentre torna a casa di notte: buttata su un prato, violentata e anche beffata: «Scommetto che non t'è dispiaciuto». Contro il parere del suo amante («dimentichiamo tutto») lei denuncia l'aggressore e subisce il processo con le difficoltà e le umiliazioni che in Italia sono state per esempio denunciate dal programma televisivo «Processo per stupro». Trattata da prostituta negli interrogatori della difesa, abbandonata dall'amante, la ragazza resta sola, con la soddisfazione di aver rotto il muro della paura e di aver fatto condannare l'aggressore. Il pubblico segna un punto sul taccuino delle somiglianze, tra la società giapponese e la nostra. grande massacro si svolge nel XVII secolo, storia di un compiono di samurai contro un signore corrotto con vibrante scena d'armi finale e sconfitta di ogni tentativo di rivolta. Ma anche il samurai puro si sacrifica inutilmente in un gesto terroristico. Qui il legame è con la rinascita violenta di gruppi terroristici nel Giappone degli Anni Sessanta, il tema è 11 significato nichilistico del sacrificio individuale. (Dice una didascalia d'epoca: «Questo capolavoro descrive uomini travolti dal turbine del terrorismo»). Il pubblico segna un punto sul taccuino delle differenze da analizzare, ogni Paese ha una propria violenza politica. Insomma, avete capito: questa Cinemasia vuole sprofondare una sonda nel corpo del cinema giapponese, proprio mentre l'uso televisivo e la rievocazione nostalgica sembrano inaridire o fissare in caricature gli stereotipi, i samurai, i signori, 1 mazlnga, 1 mostri, le puttane e 1 grandi maestri (come Naglsa Oshlma atteso per oggi). Nel gettare lo scandaglio lo specialista Marco Muller, che assiste il direttore della mostra Lino Mlcclchè, avrebbe voluto scavare più a fondo, ripetere col Giappone l'operazione totale delle «ombre elettriche» tentata a Torino con la Cina. Ma già cosi, con i film della selezione ufficiale e dell'informativa, con gli omaggi agli sconosciuti Yamanaka, Klnoshlta e Suzuki, 11 panorama è ben ricco. Tanto che non dispiacerebbe, insieme con gli ottimi volumi di miscellanea critica pubblicati per l'occasione (Marsilio editore), un tempestivo catalogo per seguire 1 film, 1 generi, i rimandi, le singolari contaminazioni con Hollywood, fin dagli Anni Trenta. Stefano Reggiani Il film di più grande richiamo e'dell'82, narra le vicende d'una ragazza violentata e le umiliazioni denunciate da noi in «Processo per stupro». La violenza in un complotto di samurai e il richiamo al terrorismo Una scena di «Osaka no yado» (Albergo a Osaka), girato nel 1954 da Goslio Heinosuke

Persone citate: Lino Mlcclchè, Marco Muller, Stefano Reggiani, Yamanaka, Yoichi Higashi