Una vertenza con l'Europa

Un a vertenza con l'Europa Viaggio tra i candidati alle elezioni per il Parlamento europeo Un a vertenza con l'Europa Quattro dirìgenti sindacali in lizza per Strasburgo - Didò: «Destinare le risorse Cee alla riduzione degli orari» Bonaccini: «Strasburgo è un'ottima sede per le battaglie» - Mattina: «La speranza del Sud è un posto di lavoro» - Ciancaglini: «I giovani non sono più disposti ad emigrazioni di massa per trovare una occupazione» Per le elezioni europee i dirigenti sindacali che si presentano come candidati sono quattro: un democristiano, Michelangelo Ciancaglini della Cisl; un comunista, Aldo Bonaccini della Cgil; due socialisti, Vincenzo Mattina della UH e Mario Didò della Cgil. Tutti e quattro sono stati al vertice come segretari confederali. Bonaccini e Didò sono -veterani» dell'Europa in quanto hanno già fatto una legislatura a Strasburgo; Ciancaglini e Mattina sono «matricole». Bonaccini e Didò -concorrono» nel collegio formato da Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia; Ciancaglini e Mattina in quello meridionale costituito da Campania, Calabria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia. In pratica le esperienze che queste due «coppie» di candidati stanno facendo nella loro campagna elettorale consentono un confronto tra gli stati d'animo, le speranze, le delusioni che sul tema Europa si manifestano nel -triangolo industriale» e nelle aree meridionali meno svi' luppate. Ai quattro sindacalisti ab biamo rivolto alcune doman de. Per il socialista Mario Didò -l'Europa deve uscire dalla crisi politica comunitaria stipulando un nuovo trattato e andando avanti con chi ci sta». Lei ipotizza l'Europa senza l'Inghilterra? -Mi limito a sottolineare che ci vuole un potere comu nitario che possa prendere delle decisioni nell'interesse di 200 milioni di europei». Ci indichi due fatti che 1' hanno colpita nella sua esperienza di parlamentare europeo. «Il primo è che l'Italia non è la più debole ma la più disorganizzata: in dieci anni abbiamo avuto dall'Europa 8500 miliardi di lire ma ne abbiamo utilizzati poco più di 4 mila. L'ammìnistrae\one gjibblica fatica a realizzare progetti concreti; se aspettiamo ancora, questi soldi passeran710 ad altri. La seconda è di carattere politico: i comunisti, die in Italia fanno i massimalisti, in Europa si comportano come socialdemocratici». Gli elettori che lei avvicina in queste settimane che cosa chiedono o sperano? -La gente esprime, abbastanza chiaramente, l'estgen sa di coordinamento europeo delle politiche economiche dei singoli Paesi, la necessità di una strategia industriale continentale, il sostegno delle innovazioni tecnologiche, l'appoggio alle piccole imprese». Qual è la sua opinione sulle 35 ore settimanali? «Non si possono ridurre gli orari a parità di salario. Però non è necessario attendere Stati Uniti e Giappone. L'Europa può realizzare la riduzione in modo graduale. Si può infatti finanziare la riduzione utilizzando le misure assistenziali che già esistono. Basta destinare queste risorse alla riduzione degli orari». Il comunista Bonaccini non è per niente deluso dell'esperienza fatta come parlamentare europeo: «50710 delusi quelli che aspettano che gli Stati nazionali facciano loro la pappa. L'Europa è una ottima sede per battaglie di contenuto economico e politico e per assicurare un ruolo imdgrcnbepLenctpdpgndd importante alle aspirazioni dei lavoratoti». Bonaccini respinge l'immagine di -comunisti die in Europa diventano socialdemocratici». -Si tratta — afferma di Mia battuta che non ha nessun fondamento serio». Che cosa chiede la gente? -C'è la tendenza ad attribuire all'Europa debolezze ette sono del nostro governo, per esempio l'acciaio e il latte. La gente chiede accordi giusti ed auspica un'Europa autonoma che non si identifichi con le politiche di altri. Le troppe debolezze europee preoccupano gli elettori più di quanto io stesso potessi pensare». Che cosa bisognerà fare? «Non c'è dubbio die bisognerà arrivare ad una revisione del trattato per consentire dei processi di formazione della volontà legislativa». A Mattina, abbiamo domandato: «Finora, nei suoi girl elettorali, quante richieste di raccomandazione le sono state rivolte?», «finora ho iti tasca una cinquantina di sollecitazioni; molte meno di quanto potessi pensare. Nel Sud c'è una modifica degli atteggiamenti. La gente avverte che i casi singoli si risolvono più facilmente con spinte collettive». Lei 6 nato a Salerno, conosce quindi meglio di altri la psicologia dei meridionali. C 6 qualcosa di nuovo al Sud? -C'è scarsa conoscenza dell' Europa ma una grande attesa. Un compaesano mi ha detto: se l'Europa ha dato lavoro a quattro milioni di emigranti italiani potrà aiutarci anche in futuro creando occasioni di lavoro nelle nostre terre». Nel Sud quali sono oggi gli ostacoli maggiori agli investimenti? -Le diseconomie classicìie come la lontananza dai mercati e la scarsa professionalità si sono molto attenuate; anche gli enti locali, dai Cornuti! alle Regioni, sono mollo più efficienti. Le maggiori inefficienze si registrano nel sistema pubblico statale». Il democristiano Ciancaglini, nel suo -giro elettorale» 6 stato colpito in particolare da due cose: «C'è una grande richiesta di appoggio per le cooperative agricole e per quelle di ex lavoratori licenziati o in cassa integrazione. Questa imprenditorialità clic nasce dal basso è un fenomeno nuovo die l'Europa ma specialmente Roma non dovranno deludere. La gente chiede di lavorare sul posto: i diplomati ed i laureati sono il 60 per cento dei giovani e non sono più disposti ad emigrazioni di massa». -Il secondo fenomeno — ha proseguito Ciancaglini — è V attenzione che si intende dedicare al turismo, non più come attività sporadica o stagionale, ma come attività primaria in parecchie aree meridionali. Ciò comporta una domanda di servizi alla quale i Comuni stanno dando le prime risposte; dare più servizi per aiutare il turismo è un compilo clic deve coinvolgere anche l'Europa». Ciancaglini ha raccolto anche «voci polemidie» contro il Nord specialmente nelle aree agricole: «/ coltivatori criticano la politica agricola comunitaria pcrdié sovente contraddittoria. Parecchi, inoltre, sostengono die le leggi agricole favoriscono di più la Valle Padana». Sergio Devecchi