Ivrea, 335 studenti confessano «Anch'io ho fatto uso di droga»

Ivrea, 335 studenti confessano «Anch'io ho fatto uso di droga» Allarme per i risultati di un'indagine promossa dal Rotary nelle scuole Ivrea, 335 studenti confessano «Anch'io ho fatto uso di droga» Al questionario hanno risposto 3.412 allievi di sette statali superiori • Risposta positiva da 213 maschi e 122 femmine: 42 di loro ammettono di usare eroina • Quasi la metà si droga «per gioco» «Ho fatto uso di droga nell' ultimo anno». Cosi 335 studenti (213 maschi e 122 femmine) delle sette scuole statali superiori di Ivrea si sono autodenunclatl in una recente indagine promossa dal locale Rotary Internazionale. Di questi, 42 (29 ragazzi) hanno ammesso, Infine, di usare eroina. I dati, che si riferiscono a 3412 allievi su un totale di 4192, confermano In modo crudo che 11 fenomeno non è limitato, come indicavano le statistiche, a 28 tossicodipendenti, ma sta dilagando, minaccia le scuole inferiori, entra nelle aule ogni giorno. «L'uso di droga — afferma, però, Biagio Spaziatile, presidente della commissione antidroga del Rotary — ?ton comporta necessariamente tossicodipendenza, anche se, accanto ai consumatori occasionali, ci sono persone che ne assumono regolarmente». Comunque, 11 fatto che 11 9,8 per cento della popolazione scolastica degli istituti superiori statali ne abbia ammesso 1' impiego deve far riflettere. Resta, infatti, ancora scono sciuta l'altra parte dell'ice berg, cioè le dimensioni del fenomeno nel settori extra scolastici, tra gli studenti che frequentano la scuola secondarla superiore in istituti non statali, e nella media inferiore. Ivrea sta confermando di trovarsi a ragione nella «zona ad alio rischio per gravità di diffusione- attribuitale nell 82 dal Censis. E ancora una volta la • collettività fa poco per porre un argine ai danni. «a sono il centro medico di assistenza sociale — spiega il presidente dell'Usi 40, l'archi tetto Arturo Bracco —, il centro per somministrare meta¬ done, i reparti per terapie disintossicanti. Ma se bastano cinque giorni per una disintossicazione fisica, molto più difficile è arrivare alla disaffezione, mentre è ancor più problematico il reinserimento». Al riguardo la città è stata protagonista di un episodio significativo. «Si voleva insediare a Piverone una delle due comunità esistenti — dice un operatore sociale — affinché gli ospiti potessero dedicarsi all'agricoltura con maggior profitto. La reazione degli abitanti è stata immediata e massiccia. E' stato creato un comitato e fatta firmare una petizione contro questo progetto». Ignoranza e leggerezza guidano Ignote mani à scrivere sul muri «Drogati al rogo». E contribuiscono a condannare In modo pressoché definitivo anche chi, come 1500 studenti hanno ammesso, si avvicina allo spinello per curiosità. I risultati dell'indagine del Rotary sono chiari: «Il 47 per cento delle ragazze — spiega 11 presidente, ring. Silvio Da- macchio — si è drogato quasi per gioco. Alla domanda riguardante le motivazioni, a cui ha risposto anche chi non si droga, 596 Indicazioni chiamano in causa la mancanza di affetto familiare; 521 problemi di famiglia; 407 l'ipotesi che si pensi ai narcotici come ad un sollievo ai tormenti della solitudine». Per 1 ragazzi l'ordine d'importanza delle motivazioni non cambia di molto. Sono, invece, più esposti alle pressioni degli spacciatori. Novantadue, Infatti (il 5,23 per cento di chi ha risposto al questionari anonimi), hanno confessato di .essere stati spinti da qualcuno all'uso della droga, mentre soltanto 11 3,69 per cento delle ragazze ha subito questa influenza. «Viviamo certamente in un' epoca difficile — ha commentato ad un recente convegno il dottor Giovanni Caleslnl, commissario capo di polizia ad Ivrea —, ma anche altre generazioni hanno conosciuto la disoccupazione, la crisi economica o, addirittura, la fame e la guerra. Eppure non ci si drogava. Oggi ci si droga perché esiste un mercato che dà giganteschi profitti, sul quale hanno messo le mani le grandi centrali criminali». Ivrea è arrivata al livello di guardia? Mentre c'è chi si stupisce ancora e denuncia «l'allarmismo» suscitato dall' indagine, gli spinelli e l'eroina passano di mano in mano. «Sino a quando — commenta, amaro, 11 presidente del Rotary — scoppia II caso. Allora si scopre che molti sapevano, che tanti stavano a guardare, che troppi preferivano chiudere gli occhi e pensare alle belle favole di una volta». Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Arturo Bracco, Biagio Spaziatile, Giovanni Caleslnl

Luoghi citati: Ivrea, Piverone