Strehler, ecco il mio teatro per l'Europa
Strehler, ecco il mio teatro per l'Europa IL REGISTA HA PRESENTATO A PARIGI IL PROGRAMMA DELLA PROSSIMA STAGIONE Strehler, ecco il mio teatro per l'Europa Nell'84-85 «L'illusion» di Corneille, «Il Temporale» di Strindberg con il Piccolo, «I demoni» di Dostoevskij con la regìa di Ljubimov, «Re Lear» con la regìa di Bergman PARIGI — Ieri, al teatro Odèon di Parigi, Giorgio Strehler ha presentato In una conferenza stampa 11 programma per la prossima stagione del «Théatre de 1' Europe» di cui è direttore. Pubblichiamo un articolo che 11 regista ha scritto per «La Stampa», dove illustra storia, programmi e strategie del suo teatro europeo. Il presidente della Repubblica francese Francois Mitterrand In un suo discorso che non posso non definire storico, parlando a Strasburgo dell'Europa, non ha dimenticato la cultura. Questo suo accento su «una. cultura europea* mi ha riscaldato 11 cuore ancor più della sua citazione sul Thé&tre de l'Europe che Insieme abbiamo fondato a Parigi. Egli ha detto «...ed è motivo di orgoglio pensare che nel cuore di Parigi esiste il Teatro d'Europa...». Ed è giusto, perché questa Istituzione è veramente un segno concreto di una volontà europea per la nascita di un continente che non . sia solo preoccupato dei suoi consumi e del suol rapporti economici. Molti parlano del Thé&tre de l'Europe all'Odèon di Pari gl, pochi sanno com'è nato, qual è la sua caratteristica istituzionale, e quali sono le sue ambizioni d'arte e di politica culturale. Una vecchia idea che si sono scambiati alcuni uomini, anni fa, in occasione di qualche incontro, intorno a qualche tavolo d'Europa — ricordo tra questi una colazione con il piattino di cartone e salsiccia con crauti bicchiere di succo di mele che ci siamo portati in un angolo di un salone di Ludwig-, shafen, Germania Federale, Mitterrand ed io — e si parlava di questo. Qualche proposta, gettata li con Jack Lang, allora appena giovane ministro della Cultura, a Cannes nel gran circo del Festival del Cinema di cui ero avventurosamente presidente della giuria. Poi, ecco che nell'estate del 19821' idea si fa concreta. L'abbiamo strutturata al telefono tra Parigi e Sestrl Levante, Liguria, Italia, in un agosto pieno di calcio e di urli dal televisori. Ricordo che in qualche momento, con Jack lasciavamo il telefono per guardare rispettivamente 1 nostri schermi e le nostre squadre che mostravano un' azione conclusiva. Poi riprendevamo 11 .filo interrotto dei nostri discorsi. Il Teatro dell'Europa è nato cosi, con semplicità, senza burocrazia, con cuore fresco e giovane, quasi distratto. Pure noi sapevamo bene che si trattava di un'avventura molto seria, di un progetto carico di significati e di responsabilità, ma mi place pensare che certi gesti storici» portano l'Impronta della leggerezza e dell'amici' zia e della fantasia. Un anno dopo un «decreto legge» del giugno 1983 — amo la dizione francese: «un arrèté», fa molto rivoluzione francese — sanciva legalmente la nascita di questo progetto europeo Mitterrand aveva egli stesso scritto al margini delle tre pagine che costituiscono la legge del Thé&tre de l'Europe, «Il faut faire confiance au Ministre de la Culture et à Strehler, sur ce projet». L'arrété — e qui il blzanti nlsmo Italiano applicato alle leggi avrà di che meravigliar si — è costituito da sei articoli, secchi, brevi ed espliciti. Il tono sanjustlano di questi atti repubblicani mi commuove sempre. La loro laconicità mi ricorda 11 glorioso momento della Rivoluzione. Jj. primo, di questi recita con estrema chiarezza gli scopi del Thé&tre de l'Europe. Infatti dice: «// Teatro dell'Europa è un punto d'incontro vivo della creasione teatrale europea: ha come missione quella di favorire il lavoro comune dei registi, attori, scrit¬ pgtori e di tutti quegli europei die praticano l'arte drammatica, con lo scopo di creare opere nuove e vivificare il patrimonio drammatico dell'Europa*. Da quel momento questa nuova Istituzione francese per l'Europa a vita. Ed è per me straordinario che una nazione europea abbia dedicato tempo, volontà, denaro e spazio ad una istituzione pubblica — là ci credono ancora al «pubblico» quando da noi Io si sta distruggendo! — che ha come scopo quello di servire «altri», l'Europa, il teatro europeo, 1 suol uomini. Uno stato nazionale si occupa istituzionalmente dell'Europa e della sua cultura. Questo il significato più diretto e più semplice dell'impresa. La Francia ha motivo di essere orgogliosa di ciò. Meglio sarebbe che fosse un esemplo. Ed infatti, nel tempo, ecco che già qualcosa viene stimolato, anche in Italia. Si sente, infatti, dire, lo si è anche scritto in un disegno di legge pubblicato sul quotidiani, che in un futuro possibile, al Piccolo Teatro di Milano potrebbe essere assegnata la qualifica di «Teatro d'Europa». Non possiamo che compiacercene. Le Théatre de l'Europe di. Parigi, Francia, ha fatto scuola per Milano, Italia! Ed era negli scenari possibili che stavano davanti alla nostra Impresa francese. Oggi, alle soglie della seconda stagione, del Thé&tre de l'Europe noi guardiamo a questa nostra creatura non come ad una Ipotesi di vita ma come ad un adolescente pieno di potenzialità, già ere scluto e già forte. E rlcevla mo conforto nella nostra idea che l'Europa nascerà prima come fatto culturale del no poli che come entità strettamente economica e persino politica. Quest'anno la stagione '84-' 85 del Thé&tre de l'Europe è composta finalmente dall' edizione de L'illusion ,dl Corneille, con la mia regia, da 11 Temporale di Strindberg, portato in italiano dal Piccolo di Milano, la prima mandiale del Demoni di Dostoevskij in coproduzione Thé&tre de l'Europe e VA linci da Theater di Londra, che reciterà in inglese, all'Odèon, con la regia di un russo, Jurl LJu blmov e chiuderà la stagione la visita del Re Lear di Sha kespeare, interpretato dagli attori del Teatro reale di Stoccolma diretto da Ingmar Bergman. Come l'anno passato, si svolgeranno serate di poesia europea: lo stesso allora ho letto Leopardi davanti ad un teatro attento ed affettuoso, Bruno Ganz ha letto Hoc! derlln e Mlchall Heltau ha presentato una serata sulla grande poesia germanica da Goethe a Novalls, Rllke e Brecht. Mentre ■ al -Piccolo. Odeon Nurlà.Espert e RtLfael Alberti portavano le cadenze della poesia spagnola di ieri e di oggi. In questa stagione sir John Gielgud dirà Shakespeare, Hekkehard Schall del Bcrllner Ensemble presenterà una sua nuova serata di canzoni e poesie brechtiane, Volker Braun, altro autore della Germania d'oggi, autore anch'egll «lacerato», continuerà il tema del primo anno e Insieme a lui più tardi Pavel Kohout, autore cecoslovacco, parlerà delle altre lacerazioni europee, e così via in un'attività che vuole essere larga, dialettica, diversa. Ma ciò che forse mi appare più interessante è qualcosa che va al di là degli spettacoli in cartellone, anche se da questi spettacoli d'arte nasce: 11 fatto che sia iniziata sistematicamente, grazie al Thé&tre de l'Europe, una circolazione di teatri e di spettacoli d'arte che «fanno l'Europa del teatro*, che è poi l'Europa dell'umano e della poesia. A questa Europa lo ho dedicato molto della mia vita, ho viaggiato in lungo e in largo, In volo tra Stoccolma, Madrid, Parigi, Milano e chissà dove altro, ho portato la mia voce nel Parlamento di Strasburgo proprio per riaffermare alcuni valori che tanti mici onorevoli colleglli hanno lasciato troppo al margini di un discorso sulle eccedenze alimentari e le compensazioni monetarle. Credo a questa Europa delle cose, ma credo ancora di più ad una Europa delle Identità culturali, nella diversità dei suoni e delle parole. Cosi tutti gli spettacoli del Thé&tre de l'Europe in cartellone quesf anno, saranno rappresentati sistematicamente in Italia, a Milano, cosi il Piccolo porterà a Stoccolma la sua Tempesta, mentre Bergman ed il suo teatro svedese porteranno Shakespeare a Parigi e Milano. Ecco dunque che un progetto europeo si sta dlse gnando per volontà del sin goll, ma anche per una specie di spontaneità naturale delle cose che si vogliono aggregare, confrontare e riconoscere Giorglo_Strehler Gl I B II T Giorgio Strehler, «anima» del Teatro d'Europa, e due suoi grandi ospiti: sir John Gielgud e Ingmar Bergman con II Teatro di Stoccolma
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