Arte allo specchio come un'illusione

Arte allo specchio come un'illusione ( «immagine e il suo doppio» ) Arte allo specchio come un'illusione A metà strada d'un itinerario che, dopo Milano e Roma, la porterà a Trieste e ad Urbino, per iniziativa dell'Assessorato provinciale per la Cultura, la mostra 'L'immagine e il suo doppio», curata da Floriano De Santi, ha fatto tappa a Torino, ordinata nelle sale della •Promotrice», al Valentino. Punto di riferimento della rassegna è il celebre dipinto di Jean Van Eyck I coniugi Arnolfinl (1434) della londinese National Gallery, nel quale uno specchio sulla parete in fondo alla camera da letto rivela come l due protagonisti non siano soli nella stanza, ma in colloquio con altri due personaggi, mettendo Insieme in evidenea il duplice plano di lettura dell'immagine, con i suoi possibili, reconditi significati. La verità visiva della cultura fiamminga del Quattrocento è ben lontana da quella del nostro tempo, ma alla stessa maniera con cut non pochi pittori d'oggi amano mutuare dai maestri del passato certe loro composizioni, l'intera rassegna offre lo stimolo d'un proprio 'ricercare» fra 'realtà fisica e metafisica» attraverso le opere di una quarantina dt pittori italiani è stranieri — da D. Boschi e Mauro Chessa a Pettine a Ugo Bartoltnt o Ferront, da Cremonlnt e Tommast Ferroni a David Levine a Velickovtc con Ph. Garel, Qtllesple, Romelia e Somari — appartenenti a quell'area raffigurativa caratterizzata da un concetto dell'tlmmaglne» che fin dagli Anni 60 era stato indagato da alcune memorabili esposizioni bolognesi. C'è dunque il gioco dell'illusione di ciò che lo specchio discopre, ma anche ti «memento mori» in cui talora sanno trasformarsi alcuni oggetti che diventano fantasmi di se stessi: proprio come certa, pur suntuosa, pittura. an. dra..

Persone citate: David Levine, Ferroni, Floriano De Santi, Garel, Jean Van Eyck I, Mauro Chessa

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Trieste, Urbino