Hart vince tre volte ma Mondale già sfida Reagan di Ennio Caretto

etri vince tre ma Mondale gi& Anche le ultime primarie democratiche non hanno deciso la corsa alla nomination etri vince tre ma Mondale gi& Clamoroso successo del senatore in California, Nuovo Messico e South Dakota - L'ex vice di Carter è sicuro di battere il rivale nella Convention DAL NOSTRO CORRISPONDENTE , NEW YORK — Dodici ore dopo la chiusura dei seggi in California, dove si è svolta l'ultima delle primarie democratiche, e dove ha subito forse la sua più bruciante sconfitta, «Frltz» Mondale ha rivendicato la candidatura ufficiale del suo partito alla Casa Bianca. In una conferenza stampa nel nativo Minnesota, dove si era ritirato esausto, in attesa dell'esito del •supermartedì» finale, l'ex vicepresidente ha annunciato di aver superato la necessaria maggioranza di 1967 delegati per 11 congresso di luglio. «In questo momento — ha detto clrcon dato dal suo entourage esul tante — conto giù su 2008 rap presentanti... Mi congratulo con il senatore Ilari e con il pastore Jackson per la loro prova, ma la corsa è finita, ed esorto tutti i democratici a unirsi a ine... Al presidente Reagan dico: non gvardarti alle spalle, perché sto riducendo il mio distacco-. Hart ha immediatamente contestato le affermazioni del rivale. A Los Angeles, in Cali fornla, dove si era recato in previsione di un trionfo, ha proclamato che «la lotta è appena iniziata, e si concluderà soltanto alla Convention-. Di fronte a centinaia di seguaci plaudenti, 11 senatore ha detto di aver già preso contatto col delegati indecisi: «Tutti i rappresentanti del partito sanno che la candidatura di Mondale è debole, che egli non è in grado di sconfiggere Reagan. A norma di regolamento, nessuno di loro è vincolato a eleggerlo al congresso... Sarò 10 il candidato democratico, e 11 mio cammino terminerà alla Casa Bianca-. Il leader del rinnovamento, che ha oltre 1200 delegati, progetta anche di assorbire i 400 circa di Jackson, sebbene il pastore negro non si sia ancora pronunciato. Sei mesi di una campagna elettorale estenuante, che ha spaccato i democratici in due, si son" cosi conclusi su una nota suspense, dopo una giornata convulsa e piena di sorprese. Come accennato, Hart ha vinto in California, dove peraltro l'affluenza alle urne è stata la più bassa degli ultimi 36 anni (poco più di 4 milioni di persone). Secondo 1 risultati non definitivi, 1 suol delegati (si votava per loro, non per 1 candidati presidenziali) hanno ottenuto 11 37,9 per cento del suffragi, contro il 35,2 per cento di quelli di Mondale: 11 regolamento, che premia la vittoria, gli ha consegnato 183 rappresentanti alla .Convention», contro appena 1 78 del rivale e contro I 30 di Jackson. Il senatore ha anche dominato negli altri due Stati del West, pratlca- mente suo terreno di caccia, il Sud Dakota e il Nuovo Messico. Là ha conquistalo 11 SI e li 47 per cento del voti, contro il 39 e il 36 per cento dell'ex vicepresidente: ma 1 delegati in palio erano appena un pugno. Mondale, tuttavia, gli ha inflitto un'autentica disfatta nel New Jersey, considerato il «termometro» degli Stati Uniti. In questo Stato, confinante con New York, l'uomo della «macchina» del partito ha preso il 45 per cento del suffragi contro il 30 per cento dell'antagonista: grazie ai regolamento, il suo vantaggio si è tradotto in 97 delegati a zero. Mondale ha fatto bene anche in West Virginia, il 53 per cento del voti contro il 38 per cento: ma qui 1 rappresentanti erano pochi. Jackson è rimasto un distante terzo quasi ovunque: nella California e nel New Jersey ha strappato però oltre 11 21 per cento del suffragi, a conferma della nascita di un partito politico negro, che influirà profondamente sul democratici. L'eminenza grigia del partito, 11 presidente della Camera, O'Nelll,- ha messo 11 dito sul!a plaga, ammonendo che se Mondale e Hart resteranno separati dall'astio e dagli scontri dei mesi passati, i democratici non riusciranno a piegare Reagan. A suo parere, al congresso l'ex vicepresidente otterrà l'Investitura al primo ballottaggio: il senatore dovrebbe prenderne atto, e affiancarglieli, semmai, come vice nello «sprint» per la Casa Bianca. «Questa accoppiata — lia detto — con Jackson di riserva può spodestare i repubblicani: D Le ultime primarie, quindi, non hanno segnato la fine della lotta per la candidatura democratica alla Casa Bianca che si deciderà solo nella •Convention». Hart sogna di ripetere l'Impresa di Kennedy contro Stevenson nel '60: quell'anno, Kennedy piegò l'alfiere del partito, e sconfisse poi di strettissima misura Nlxon, l'erede di Eisenhower. Le condizioni, oggi, sono però assai diverse. A di!fetenza di Kennedy, il senatore non è riuscito a mobilitare ie masse: ha scosso i giovani, gli indipendenti, le classi; emergenti o yuppics, ma non la base sindacale, le minoranze razziali, gli anziani e 1 poveri, che si sono identificati tutti in Mondale. A differenza di Nlxon, inoltre Reagan è molto popolare. Da Londra, dove si trova per il vertice delle sette potenze industriali, il Presidente ha rifiutato di commentare il «supcrmartedl» ma non ha nascosto la propria certezza di vincere a novembre. «Confronteremo i programmi — ha dichiarato —, ho fiducia nel giudizio elettorale su ciò che abbiamo fatto e ci proponiamo di fare*. I sondaggi d'opinione, lunedi, davano Reagan in vantaggio di quasi 10 punti sia su Mondale che su Hart. Sottolineavano stanchezza negli elettori per le polemiche tra i due candidati democratici, la divisione del partito, l'Incapacità di presentare programmi alternativi. Se la «Convention» di luglio degenerasse In una zuffa, anziché elevarsi a dimostrazione di unità e responsabilità politica, solo una catastrofe economica o una gravissima crisi internazionale potrebbero eliminare Reagan. Ennio Caretto