SPORT E TV Elicotteri e cultura di Gianni Romeo
Elicotteri e cultura SPORT E TV Elicotteri e cultura Gli elicotteri servono per 'salire, ma in cielo non nella stima dei telespettatori. Gli elicotteri al Giro d'Italia offrono immagini davvero splendide, riprendono dall' alto e fanno da «ponte» alla motocicletta con telecamera, permettono di vedere la corsa come nemmeno Moser riesce a vederla. Ma come può decollare la stima del telespettatore, se il frutto di questo enorme, costosissimo spiegamento di messi soi'entc è un frutto acerbo, che fa storcere la bocca? La tappa di ieri, ad esempio: c'è Fignoìi in fuga, è un momento molto interessante, lo prendono, non lo prendono? Nel dubbio, •dalla regia ptgliàfio ìhbèce'Hà". decisione '' di ' sfac'etire e' inandano in onda le Immagini,.nolose e inutili, delle fasi di partema. Anche nei giorni precedenti era avvenuto così, prima si metteva lo spettatore sul gusto, poi lo si lasciava con un palmo di naso. E allora a die servono gli elicotteri? Magari a riprendere anche dall'alto le immagini della famosa bici di Moscr e dell'ancor più famoso sponsor, al quale tutti i giorni vengono riservati primi piani c citazioni, con un supporto pubblicitario (gratuito?) energetico. Un passo indietro si registra poi, rispetto allo scorso anno, sotto altri aspetti. Il Giro d'Italia serviva anche per insegnare qualcostna agli spettatori, quando veniva presentato il percorso del giorno dr,tio con dovizia di particolari storico-geografici. La cultura pur spicciola evidentemente ha vita dura, ora viene contrabbandata da De Zan in modo tutto personale,, jcon. conseguente- vantaggia;del, telespettatore, comeistpuò, ben afferrare da un paio di esempi. Primo: «Visentinl In fuga, ecco davanti a lui i cannoni di Navarone»; al che uno che non abbia visto il famoso film di guerra anglo-greco-tedesco girato in esterni presso Lerici potrebbe pensare die si prepari un attentato al corridore. Secondo: «Bombini si avvia verso il traguardo, sta passando davanti all'albero piantato da Napoleone per la vittoria di Marengo Sovente poi t telecronisti, fidandosi anche loro un po' troppo delle funzioni ammaliatrici dell'elicottero, nelle fasi conclusive delle tappe si mettono ad intervistare sul palco uno che racconta cosa successe nel Giro di vent'anni fa, mentre tizio o caio sta fuggendo. Ciò che si dice sul palco è interessante, ma la storta del momento, chi sono tizio e caio, ha forse maggior valore. Perché è vero che l telespettatori potrebbero aguzzare la vista e cavarsela da soli, ma per rendere loro più emozionante questa ricerca sovente arrivano le schede in sovrimpressione che nascondono quasi itUttOnHwmoa.yR <tt j\']:Cóhifu,mè'ich1edy:la Rai tià copiato male"le tivù private che hanno copiato male la tivù Usa: occorrerebbero segnalazioni tempestive al momento giusto, essenziali, nel basso del teleschermo. Quindi immaginatevi cosa pensa a volte il telespettatore: più o meno quello che hanno pensato gli appassionati di motocross domenica pomeriggio, quando il collegamento con la gara mondiale di Laveno Mombello è stato tolto all' ultimo giro. Era in arrivo, d'urgenza, un film di vent' anni fa. Gianni Romeo
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