Formica contro Andreotti di Ruggero ConteducaEzio Mauro

Formica contro Andreofti P2: pesanti allusioni del capogruppo psi al ministro degli Esteri Formica contro Andreofti La relazione socialista in commissione è stata una requisitoria antidemocristiana - «Il filo per la trama di Gelli fu ordito dalle antiche filande dei nemici e concorrenti di Aldo Moro» - «lì cervello dell'organizzazione non può essere il materassaio di Arezzo ma chi si muove all'interno di un certo progetto politico» ROMA — -L'ideatore della P2 non può essere il materassaio di Arezzo...-: con l'intervento del socialista Rino Formica il dibattito sulla bozza di relazione A use Imi su Gelli e la sua loggia segreta si tinge di toni più accési proprio mentre si avvia, alla conclusione. Le allusioni pesanti e per nulla velate del capogruppo del deputati socialisti alle responsabilità nella -direzione della P2. di una parte della de e di alcuni fra 1 suol più illustri rappresentanti, a cominciare da Andreottl, hanno scatenato, come era prevedibile, polemiche violente sia all'interno che all'esterno della commissione. Le reazioni non si sono fatte attendere: il primo a scagliarsi contro Formica è stato l'on. Padula, uno dei compo- nenti democristiani della commissione, che, nei corridoi di palazzo San Macuto, ha avuto con il capogruppo socialista un violento alterco. Più amareggiata, la reazione di un altro de, l'on. Garocchio: -Accetto con difficoltà — ha detto — ( riferimenti impliciti ad Andreottl. Bisogna mettere le carte in tavola, se si fanno accuse. Bisogna essere seri nei confronti dell'opinione pubblica, se si lianno prove precise-. E di accenni «impliciti» all'attuale ministro degli Esteri, Formica ne ha fatto, per la verità, più di uno. Sin dalle prime battute del suo intervento, una lunga e approfondita analisi sulla nascita e 1 fini dell'organizzazione «parallela» manovrata per molti anni da Gelli. Una ricostruzione che prende le mosse dal lontano 1967, l'anno del caso Sitar. -Nenni — esordisce Formica — il 15 febbraio di quell'anno annota sul suo diario: "Il problema è sapere chi c'era dietro i fantocci gallonati del Sifar". L'indice < puntato su Gronchi, il quale per certo si è avvalso del Sifar, ma non può aver suggerito o tollerato infamie del genere. Per parte sua Andreottl, che è stalo per sette anni ministro della difesa, dichiara che non ha mai saputo nulla delle attività del Sifar. Allora a chi faceva capo il servizio? Alla presidenza della Repubblica? Agli intemi? ,'Tavlani dice di no). Alla segreteria de? Oppure era uno stato nello sfofo al servizio della destra?-. -Sin dall'inizio della seconda fase della nostra esperienza democratica, il centrosinistra — continua Formica nel¬ la sua analisi — si contrappongono due Dislonf: la "irreversibilità" del processo di cooptazione nella direzione dello Stato di forze storicamente escluse, e la "reuerslbt- lità" delle intese, concepite come momenti provvisori atti, a superare stati di difficoltà e di necessità. L'una è figlia della salda elaborazione politica democratlca-popolare, l'altra è il prodotto rozzo della cinica e spregiudicata teoria del due forni-. Teoria nota, quest'ultima, per essere stata enunciata dall'on. Andreottl secondo 11 quale la de doveva indifferentemente, a seconda delle circostanze, servirsi del «forno» socialista o di quello comunista. Formica, poi, ha ricordato la strategia della tensione, gli opposti estremismi, la rivincita centrista, con l'elezione di Leone alla presidenza della Repubblica e di Andreottl come presidente di un governo-ponte. E dal servizi segreti gestiti quasi in linea diretta, si passa cosi ad una struttura parallela e anch'essa occulta: la P2. Un'organizzazione ideale, secondo Formica, per delegare funzioni già abusivamente esercitate dal Sifar: affari, ricatti, speculazioni, lavori sporchi propri della criminalità comune. La strategia si aggiorna negli Anni 70 con l'assalto all'editoria: la conquista del gruppo Rizzoli e 1 patti per la divisione del mercato con il gruppo Caracciolo-L'Espresso. -Le termiti della P2, — osserva Formica — scavano intanto lunghe caverne e rendono friabile il terreno su cui dovrebbe poggiare lo Stato. E questo Stato disossato fu lo Stato che non potè salvati Aldo Moro-. Gelli fu l'artefice del potere di condizionamento del sistema, ma il filo — dice Formica — ordito per questa trama usci dalle antiche filande dei nemici e del concorrenti di Aldo Moro (altra allusione ad Andreottl). E' ciò perché la P2 senza gli Ispiratori di un progetto politico non ha senso: per fare affari si potevano metter su altre strutture. La P2 quindi non può essere attribuita né ad un partito, né al sistema dei partiti ma agli artefici della degenerazione di tale sistema. Il «cervello» dell'organizzazione non è dunque il materassaio di Arezzo ma «cfti si muove all'interno di un'idea, di un progetto generale di riduzione del tasso di democrazia, di utilizzazione della posizione speciale di frontiera dell'Italia per fare del nostro Paese una nuora strana entità: un terzo Finlandia, cioè neutralità pulita, un terzo Vaticano, cioè visione ecumenica delle grandi questioni nazionali e internazionali, un terzo Tangeri, cioè mercato ed affarismo spericolato.. Ruggero Conteduca (A pag. 2: la relazione di Formica alla P2, un incendio nella maggioranza, di Ezio Mauro)

Luoghi citati: Arezzo, Finlandia, Italia, Roma