Perché la dc ora attacca Craxi di Ezio Mauro

Perché la de ora attacca Dietro le parole di De Mita: mossa elettorale, rivincita o rottura? Perché la de ora attacca Rognoni: «Nessuna sterzata nella nostra rotta. E' stato il psi a preannuiiciarè la verifica» - Sanza: «Questo è il frutto degli sgarbi di Craxi, che usa in chiave soltanto personale e di partito la presidenza del Consiglio» - Bodrato: «Dobbiamo pur rispondere alla concorrenza al cèntro» —— ■— , '«i*^-' ROMA — La «svolta», sec'è stata, è maturata in silenzio, senza riunioni, vertici, decisioni ufficiali. Prima, per un mese intero, lo stato maggiore democristiano aveva imboccato una linea soft, prudente e attendista, attenta a non lasciarsi trascinare in mezzo alle polemiche, preoccupata soltanto di rubare ai socialisti lo slogan e l'immagine di «partito della governabilità», con la «responsabilità» come parole d'ordine. L'obiettivo era quello di far capire agli elettori che il partito di maggioranza relativa era anche il vero perno attorno a cui si reggeva il presente e il futuro dell'ai leanza di governo, senza più nemmeno la traccia del nervosismi, delle allusioni e del vecchi trabocchetti disseminati nella storia democristiana. Poi, domenica, alla chiusura della festa dell'Amicizia, ecco De Mita lanciato all'ai tacco di Craxi, con due «apri pista» di tutto riguardo come Rognoni e Galloni: il primo martellante nell'accusare Craxi di spostarsi da sinistra al centro, «con una miscela esplosiva di anticomunismo e antiparlamentarismo»; il secondo pronto nel rivendicare, al primo accenno di crisi, la presidenza del Consiglio alla de, sulle ceneri dell'esperienza craxiana. Ma il più duro, e 11 più netto, è stato proprio De Mita: giudizi secchi su Craxi e sul suo modo di esercitare la guida del governo, « poi l'annuncio che questo esperimento rischia di diventare «indifendibile*. Scendendo dal palco, dopo 11 discorso e gli applausi, De Mita ha afferrato 11 braccio di Rognoni, che fino a quel mo mento era stato 11 democristiano più critico verso la presidenza del Consiglio socialista, e gli ha detto: -Penso che questa volta sarai d'accordo con me-. 1 E^Rognoni, Infatti, sposa ip pieno la svolta 'demotnstìa" na. «Se i socialisti pensavano che io fossi un isotafo, con le mie tesi e le mie preoccupa' zioni, si sbagliavano, e adesso tutto è chiaro — spiega soddisfatto 11 capogruppo democrl stiano a Montecitorio —. Se concio me, non c'è nessuna sterzata nella strategia de. In fondo, è stato proprio Craxi ad annunciare la verifica come strumento e occasione per misurare come vanno cose all'interno della coalizione: Questo annuncio ha messo in movimento le cose, la campagna elettorale ha fatto resto. Insomma, stiamo riscoprendo la consapevolezza del nostro ruolo. La lealtà e la re sponsabilità democristiana verso il governo sono fuori di scusslone, perché noi non abbiamo mai privilegiato i problemi del partito rispetto quelli del Paese. Solo, vorremmo che facessero così anche gli altri,. s osgo»o Ma è davvero solo un «crescendo elettorale» che spiega 1 toni e gli argomenti usati da De Mita? Forse la verità è quella che racconta un demltiano di ferro come Angelo Sanza: «Dopo tanta cautela e tanti silenzi, la svolta di De Mita oggi è frutto della costante disattenzione che il psi dedica ai problemi di equilibrio interno alla coalizione. Potrei fare esempi a bizzeffe: dalle giunte locali, dove i socialisti sono venuti meno agli affidamenti che ci avevano dato, alle nomine, dov'è avvenuto anche di peggio, alla politica estera gestita in chiave personalistica, alla riforma delle istituzioni lasciata ferma al palo, al piano industriale che non ci soddisfa. In¬ sstddgcacpvpmpdspn « p —— ■—somma, Craxi usa in chiave soltanto personale e di partito tutto il potere e la rendita di posizione che gli deriva dalla presidenza del Consiglio, dimenticando due cose: che è a'palazzo Chigi grazie ad un accordo di coalizione, e che la de resta pur sempre il partito di maggioranza relativa». Anche Clemente Mastella, portavoce di De Mita, conferma che «beuta andare in giro, per accorgersi che lo stato d'animo della gente democristiana è questo. Attenzione, però — avverte —." il nostro non è e non sarà mai un atteggiamento antisocialista. E' una critica ad alcuni metodi che traspaiono dalla condotta del psi al governo». Sulla p■— , stessa linea si muove 11 vice-, segretario democristiano, Guido Bodrato, assicurando che «non c'è nessun cambiamento di rotta da parte della de. Tutt'al più, c'è ùn'accen-tuazione di tono, via si spiega. Abbiamo l'impressione — dice Bodrato — die alcuni partiti, e in particolare quello del presidente del Consiglio, più che preoccuparsi di allargare i confini della maggioranza di governo, catturando voti all'esterno, si preoccupino di ritagliarsi zone dinflucnza all'interno. E a questa concorrenza al centro dobbiamo rispondere: così come la prelesa socialista ài condizionare la sopravviveiij za del pentapartito alla per-. mCup: vuGcs«nntdCdppsd maneiiza della presidenza del Consiglio in mano al psi, è un'altra forzatura che non può restare senza risposta». : Di risposta-in risposta, si va verso il voto e. 4a. verifica in un clima di . pre-scontro. Gran parte del .partito, assicurano 1 demltla'nt, è soddl sfatta di questo Improvviso «parlar, chiaro» democristiano. Ma- l'opposizione interna non è d'accordo. «Questa è tuia linea che.non si può non definire di .rottura — dice Carlo Dona^Cattln —. E dopo? Non si capisce a cosa punti De .iuta. A dire il vero, più die un attacco a Craxi, le sue mosse mi -sembrano una difesa della segreterìa». ■ Ezio Mauro

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