Daniel, una storia della sinistra in Usa per aiutare i figli Rosenberg a vivere di Stefano Reggiani

Daniel, una storia della sinistra in Usa per aiutare i figli Rosenberg a vivere PRIME FILM: l'opera di Sidney Lumet è la più importante della stagione cinematografica Daniel, una storia della sinistra in Usa per aiutare i figli Rosenberg a vivere DANIEL di Sidney Lumet, con Thimoty Hutton, Mandy Patlnkln, Amanda Plummer. Produzione americana a colori. Drammatico. Da vedere. Cinema Chaplln 2 di Torino. •- Lumet è un uomo semplice >*e eccezionale; quando si j dovrà fare la storia dei nostri | anni i suoi film -politici» sa\janno documenti di grande l-valore. Praticamente non ha ; mai desistito, ha percorso, fin ■ dai suoi inizi, il filone del ci• nema di denuncia americano . arriccnendoio e variandolo con esemplari studi sulla violenza e con lucidi ammonifinenti sul futuro atomico («A ^prova di errore»/ // fatto che -da qualche tempo sia ritenuto jjun anziano un po' pedante è jsoio frutto di impazienza criptica. Lui è sempre stato all'ai ■Jfezza anche coi film recenti, ,*sta il «Principe della città», ', geniale intuizione di come le società postindustriali si reggano sull'intreccio di poteri legali e illegali, sia «Il verdetto» malinconica speranza nella voglia individuale di giustizia. - Adesso Daniel rappresenta con grande evidenza e con tutta la necessaria ambiguità un riassunto degli ultimi trentanni, visti dall'angolo culturalmente ptii delicato e fragile, la sinistra americana, Quella che affrontò il maccar¬ tismo e la guerra fredda. Se Daniel» è in assoluto uno dei film più importanti di questa stagione e anche di quella passata, lo si deve alla sua natura perfettamente comtemporanea: non un film politico nel senso tradizionale, ma un film sul sentimento della politica, sui danni e sui vantaggi dell'essere minoranza, sull'Ideologia come consolazione e aiuto a vivere (e a morire). Al principio degli Anni Cinquanta il processo in America al coniugi Julius e Ethel Rosenberg costituì uno del momenti più clamorosi della caccia alle streghe avviata dai maccartlsti: l'Urss aveva fatto scoppiare da poco la sua prima bomba atomica, gli Usa si sentivano minacciati, c'era in giro il forte desiderio di dimostrare che solo lo spionaggio di alcuni rossi e di alcuni venduti americani poteva aver consentito la perdita della supremazia atomica. I due Rosenberg, aderenti del partito comunista americano, senea particolari prove di colpevolezza, furono condannati a morte per spionaggio dopo una tormentosa attesa in carcere (processo nel 1951, esecuzione sulla sedia elettrica nel 1953). La condanna fu considerata da molti una vergogna politica, una risposta obbligata all'isterismo che aveva colpito l'America In quegli anni. Daniel è solo Indirettamente la ricostruzione del caso Rosenberg. Dato per scontato lo sdegno civile con la protesta contro il maccartismo /''armamentario del vecchio cinema di denuncia) il regista Lumet prende, appunto, Daniel, Il figlio della coppia con¬ dannata, prende la sorella di lui e attraverso i loro occhi adulti, ventanni dopo il processo, tenta di indagare non semplicemente un clima culturale, ma una condizione umana. Daniel è diventato un animale Impolitico, insofferente del nome che porta, la sorella è impazzita per lo choc e le umiliazioni patite Nel contrappunto della memoria, la convivenza con i genitori prende il gusto affettuoso e un po' Unpaurlto della loro militanza politica (quel rumorosi e abbastanza ridicoli comizi che tuttavia suscitavano reazioni violente e pregiudizi bcsttali); la sensazione di essere misteriosamente una minoranza perseguitata per i propri pensieri si allaccia alle conseguenze del processo, all'isolamento a scuola e nella vita; il sorriso della madre si perde net conciliaboli notturni, nelle parole -politiche». A Lumet non interessa stabilire che i Rosenberg erano due involontari eroi (piuttosto due solitari ingenui e fieri, magari due pasticcioni), a Lumet importa fornire una minima speranza a Daniel, riannodando il ricordo del vecchi comizi ai cortei e ai raduni contro la guerra nel Vietnam. Ma per compiere questa piccola sutura democratica, senza demagogie e indulgenze, egli stabilisce una perfetta ricognizione antropologica dentro la minoranza politica, fornisce un ritratto addo e non conciliante degli anni dell'Impegno, regge con stile invidiabile la rappresentazione di una politica die diventa teatro della sofferenza privata. Stefano Reggiani Dna scelta di «Daniel», un film sul sentimento della politica

Luoghi citati: America, Torino, Urss, Usa, Vietnam