Mozart sensuale apre iI bizzarro Glyndebourne

Mozart sensuale apre II bizzarro Olyndebourne «Le nozze di Figaro» in un magnifico allestimento che fa onore ai 50 anni del Festival diretto da Peter Hall Mozart sensuale apre II bizzarro Olyndebourne LONDRA — Per il glorioso cinquantenario della fondazione di Olyndebourne, il festival più bizzarro e più riuscito del mondo, si danno Le nozze di Figaro come esattamente cinquant'anni fa e nello stesso giorno, il 28 di maggio. Ma il 28 maggic.del 1934 gli spettatori erano 22. Oggi straripano nel pur piccolo teatro (che contiene circa 1000 spettatori); altre migliaia anelerebbero entrarvi ma Glyndebourne. sin dal febbraio scorso e con una certa civetteria, reclamizzava le sue cinque opere sui giornali, con un usterlsco: tutto esaurito. Eppure dalla fine di maggio ad agosto (e poi in tournée fino ad ottobre), quello di Olyndebourne è diventato ormai un festival di grosse proporzioni, con più allestimenti di un teatro medio internazionale. E con Bernard Haitink, direttore arttstico, e Peter Hall, direttore scenico, pochi lo battono. Cinquant'anni fa mettere in scena le opere non costava un gran che. Quest'almo il festival, che non ha sussidi statali (né vuole averne per non subire costrizione alcuna) ha vari generi sponsortzzatori, le sigarette Player, la Ibm, le banclie Pearson e Barclays; inoltre l'alto costo dei biglietti supplisce al 60 per cento delle spese. E così è sempre slato: George Chrlstie, che ha ereditato dal padre la gloriosu baracca, non solo l'ha portata avanti con abilità, ma è riuscito a far sponsorizzare opere nella campagna inglese perfino da bandic tedesche, da gruppi americani, da case vinicole francesi c anche dalla famiglia che fa il cognac Morteli. Le nozze di Figaro con le quali Olyndebourne ha inaugurato la sua 50' stagione non avrebbero potuto comunque essere più felici e più tipiche di questo festli'al che impone trenta giorni di prove e garantisce quindi spettacoli curatissimi. Uno spettacolo tipico nel senso che è curatissimo musicalmente e scenicamente: la pazza giornata di Figaro, di Susanna, del conte Almaviva e della contessa appare velata di tristezza, ma anche di sensualità; sensualità repressa, come dice Claudio Dcsdcrl, delicato, intelligente protagonista di questa edizione. «Tutti non vogliono altro In quest'opera, non parlano di altro, ma nessuno riesce mal a farlo, come Mozart», dice. La regia di Peter Hall cesella il personaggio del barbierecameriere (amaramente sorpreso dal tradimento del conte), dà una nuova luce al carattere di Susanna (la brava Gianna Roland!) e Robino (Faith Eshum) diventa un ragazzetto in carne ed ossa. Ugo Bcnelli ritorna a Glyndebourne interpretando Don Basilio, un personaggio che egli ha sempre disegnato con realismo r sottigliezza. Dal podio Bernard Halllnk fa un lavoro magnifico sta con la ottima London Phllarmpriic Orchestra, clic con i cantanti, la bella Isabel Buchanan, nella parte della dignitosa ed offesa conlessa, il delizioso Federico Davlà. in quella di Antonio, il giardiniere, padre di Barbarina (Anne Damson). E' questa un'interpretazione molto semplice, razionale e fedelissima al libretto, nella quale i cantanti si muovono all'unisono, con intelligente ispirazione: il camerino che il conte ha concesso ai suoi camerieri, tra la sua stanza da letto e quella della contessa, è a pezzi e Figaro, anch'egll un po' smesso,' misura a larghi passi dove andrà il letto matrlmonlulc; prìino e sempre presente simbolo erotico che Hall e gli interpreti sottolineano delicatamente. Non è però questo un Figaro con idee sconvolgenti o simbolismi: ;è un'edizione dell'opera musicalmente ideale dove non tnwparola del libretto Da ]xrsa nella dizione e nel contento dell'azione. Un'azione, condotta senza fiuto, che ■ Ir&wpace, calma solo alla sera,quando le varie coppie, chi deluso e chi felice, lasciarlo i padiglioni del giardino, lasciano da parte i dispetti, le canzonature, lo stress della giornata e se ne vanno, con dei lampioncini, scappando dal fondo del palcoscenico die rimane illuminalo solo da quelle luci e dalle stelle. In cinquant'anni Glyndcbourne ìia allestito 3440 recite, non tutte di questo livello e di questa riuscita, ma i grandi nomi sono passati di qui. E i grandi talenti, in un certo senso, si sono raffinati Ira i giardini, la pioggia, i prati, le lunglic prove e la concentrazione. «Una volta che canti a Olyndebourne — dice Desdcrl — non ne esci più, ma il bello è che non ne vuol più uscire». Gaia Scrvadio

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