Di Benedetto a Venezia con Mozart

Di Benedetto a Venezia con Mozart L'attrice parla del film di Avati che va alla Biennale Cinema Di Benedetto a Venezia con Mozart Insieme con le due figlie è anche la protagonista di «Medea» in programma a Taormina ROMA — Ida Di Benedetto si definisce un'attrice atipica. Atipica perché ha cominciato a recitare quando aveva già due figlie e cioè quando le altre decidono di smettere. Perché ha fatto tanto teatro, dialettale e in lingua, a Napoli e fuori Napoli, pagata e non pagata, ottenendo la stima sempre ma mal la popolarità. Perché il successo le è arrivato con il film Immacolata e Concetta di Salvatore Piscicelli, che allora era soltanto un cinefilo aspirante regista molto intelligente, ma sconosciuto, e perché lei, così sensuale, cosi antica, cosi femmina nella sua bella faccia meridionale, recitava il ruolo di una donna innamorata di un' altra donna. Atipica perché nel cinema italiano ha fatto poca commedia borghese e molta televisione d'autore, perché si porta dentro Napoli ma non recita alla maniera napoletana, perché è l'unico nome italiano ad essere entrato nel nuovo cinema tedesco avendo girato in presa diretta, e senea capire una parola, i due film che Werner Schroeter ita dedicato all'Italia. Adesso, da attrice atipica va al festival di Taormina con Medea ovvero II sonno della ragione, un film ette la regista Ula Stockl ìia immaginato, scritto e girato su di lei. Racconta Ida Di Benedetto: •L'avevo conosciuta sul set di Schroeter. Poi, di ritorno da Ischia, Ula Stockl mi telefonò per salutarmi. Aveva un pomeriggio libero: l'ho invitata a prendere un caffè a casa, Per tre mesi e rimasta mia ospite: ha parlato con me, ha preso appunti, ha osservato, ha scritto. E alla fine è venuto fuori un film». In Medea Ula Stockl ha voluto tutta la sua famiglia: la madre, la figlia grande e la figlia piccola chiamate a recitare personaggi che somigliano ma non sono loro. La trama, infatti, ricalca quella della tragedia greca: c'è una donna, una ginecologa, che, di fronte al tradimento ses¬ suale e morale del marito, rifluta la realtà e si rifugia in un mondo di follia dal quale esce, o nel quale entra?, solo dopo aver provocato la morte delle figlie. «Medea — spiega — è un film simbolico, intenso, difficile. Bello, soprattutto, perché mi ha permesso, per una volta, di riuscire a mettere insieme il mio rapporto con il lavoro e 11 mio rapporto con la famiglia che fino ad oggi ho vissuto come due amori contrastanti, l'uno in lotta con l'altro, uno più tenero l'altro più violento, entrambi però esclusivi, gelosi, passionali». Della sua vita, dice, nel film è rimasta la descrizione psicologica di una madre che vede le figlie crescere, farsi adulte, allontanarsi da lei. •C'è un momento In cui riconoscere nel figlio un adulto equivale a uccidere 11 bambino che ci si ostina ancora a voler vedere... Ma, attrice atipica, Ida Di Benedetto, quest'anno, porta anclie un secondo film a un festival: è Leda Giuseppe e Amedeo di Pupi Avanti, che dovrebbe esser presentato al Festival di Venezia. Scritto da Pupi Avati sullo spunto di un viaggio in Italia compiuto da Mozart adolescente, racconta il lungo soggiorno del ragazzo Amedeo nella villa dei conti Pallavicini. Racconta Ida Di Benedetto: •E' un film leggero, poetico, corale, colorato di tinte pallide e delicate come spesso I film di Pupi Avati, girato tutto In una stupenda villa emiliana, Villa Albergati, che è una festa per gli occhi e per il gusto». 17 senso di due scelte cosi contrastanti tra loro? Ci pensa. «Credo sia l'ambizione. La voglia di arrivare al successo senza perdere niente per strada, 11 piacere di dimostrare che sono un'attrice e non un personaggio, l'orgoglio di non cambiare me stessa». Simonetta Roblony Ida Di Benedetto l'ispiratrice e l'interprete di «Medea.)