Week-end in porto: lamentazioni della donna di un velista

Week-end in porto: lamentazioni della donna di un velista Week-end in porto: lamentazioni della donna di un velista Sopra la barca luì canta lei crepa LA donna del velista (uno di quelli puri) ha una missione a tempo pieno. La vocazione dev'essere innata: se ci sai fare tanto meglio, ma come minimo è Indispensabile conoscere a memoria i nodi e 1 fondamenti di quell'astruso linguaggio marinaresco per cui una corda si chiama cima, un parapetto battagliola, la destra diventa dritta e tirare si dice «cazzare». Superfluo dire che bisogna essere sportive: la passione dev'essere tale da trascendere se stesse, l'Illusione cioè di essere importanti almeno quanto la barca, la sola che conta, al di sopra di tutto. Ed è anche logico perché Lei, per offrire i piaceri dell'andar per mare, dev'essere curata, accudita, attrezzata con la più pignola delle attenzioni, con il più trepidante degli amori e con Infinita pazienza. Il velista, quello puro, quando dopo mesi di dllaniantl conflitti interiori ha finalmente deciso l'acquisto del suo gioiello, generalmente impazzisce. O per lo meno dà questa Impressione: perché mentre guarda un giallo alla Tv Improvvisamente afferra 1 disegni dell'Imbarcazione, che ha sempre a portata di mano; perché mentre gli racconti della visita dal medico, ti interrompe con un quesito sul glrafiocco; perché la mattina ti sveglia con interminabili liste sul materiale elettrico e la strumentazione da acquistare immediatamente, per cifre sempre da capogiro. Poi è d'obbligo, naturalmente, far da sé tutti i lavori necessari per mettere la barca in mare, altrimenti che velista sei? Cosi nel più bui e grigi weekend invernali ci si alza alle sei e via, si corre al mare, generalmente In due, perché tutti gli amici interpellati si sot¬ traggono abilmente a questa maratona della vela. Al mare per modo di dire: al porto, quell'immenso conglomerato di cemento. In fondo a uno degli Innumerevoli moli, tutti uguali se non fossero alfabetizzati, ondeggia Lei. Ondeggia perché generalmente tira vento, e spesso piove, quella pioggia Intermittente che annebbia tutto. Rabbrividendo si scende sotto coperta, dopo almeno tre viaggi carichi di attrezzature (1 sacchi delle vele nuove, àncore e catene, 11 pilota automatico, matasse di fili elettrici) e si Inizia 11 rituale del tira fuori e metti In ordine. Lo spazio è per forza limitato, l'odore di vetroresina pressoché insopportabile e 11 freddo umido serpeggian¬ te: ma se si è fortunati, funziona la stufetta, l'oggetto più venerato dalla donna del velista. La giornata si snoda tranquilla, fra l'immancabile pioggia che batte sul portelli intervallata da qualche spiraglio di sole (buono per una boccata d'aria) e 11 frenetico caos sotto. Cartoni, valigette di attrezzi, sagome di compensato marino, fili elettrici, pezzi del radiotelefono e fogli di istruzioni Invadono 11 quadrato. La musica è quella del martello, del trapano elettrico e delle Imprecazioni del velista. Alla sua donna non rimane che rendersi Invisibile, tradurre occasionalmente le Istruzioni di montaggio dall'Inglese e preparare aromatici thè all'acqua clorata di serbatolo. Se però UN giorno a Venezia mi trovai angosciato da un interrogativo al quale non sapevo come rispondere. Dovevo fare una serie di fotografie che non riuscivo U per U a Immaginare. Pensai alle gondole sfasciate e semlsommerse viste in un canale; e mi Immaginai di seguire un corteo funebre fino al cimitero nell'Isola di San Michele, cercando di scattare immagini In un giorno plumbeo, il profilo della città soltanto come un'ombra. Due Idee da scartare, ovviamente, ma 11 problema rimaneva: come fotografare la morte di Venezia? In attesa di trovare una soluzione, me ne salii sul campanile di S. Maria Formosa, per cogliere l'Insieme della città. Era un giorno di sole con un brusio di voci, riflesso lontano dell'Adriatico: nulla di più vivo e gioioso. Eppure 11, quel giorno, trovai l'Immagine che evocava la fine di Venezia. MI affacciai alla balconata del campanile e vidi sotto di me la piazzetta della chiesa, deserta Soltanto tre note vive: un vecchietto che leggeva 11 giornale se-, duto sul bordo d'un pozzo abbandonato e un piccione ,'"rso 11 quale un gatto avanzava lentamente con intenzioni fin troppo chiare. Attorno era 11 vuoto, tagli di ombre nette su uno spazio non più animato, ma come pietrificato. Le fine" stre delle case sprangate, qualcuna dissestata. I portonclnl sbarrati. U selciato ha voglia di sgranchirsi le gambe e fare un po' di moto nessun problema: chi del resto può alutare il velista a trasferire cento chili di caténa dà poppa a prua? La mattina, attenzione I Se si è appena un po' addormentati è facile procurarsi un bernoccolo contro 11 baglio della cabina o l'Immancabile spigolo vagante. Ci si lava come si può, cioè poco e male, con l'acqua fredda, e poi via di nuovo al lavoro. Il velista continua frenetico a montare e smontare pezzi, la sua donna a pulire il frigo della cucina, i parabordi già unti di catrame, le paratie piene di ditate. Quando cala la sera finalmente si emerge dal ventre materno della barca — non prima del meticoloso rituale di chiusura, mezz'ora di controlli e ispezioni — per ritrovarsi sotto le fredde luci al neon del porto e riprendere il cammino di casa. Un weekend come tanti, una tappa verso la meta agognata: la prima, esaltante uscita in mare. Francesca P. d'Entrò ves del Campo sconnesso. E quell'uomo immobile accanto a un marmo Inutile, abbandonata • \ Abbassai il reflex e scattai. La morte di Venezia — nella sua veste ambigua, incerta — era 11, nell'Immagine che stavo cogliendo. Per caso. Voglio dire, con questo, che per sviluppare'un tema fotografico a mio avviso è necessario da un lato aver chiare le Idee sul tema che si vuol svolgere; dall'altro, però, lasciar libero 11 campo all'Ispirazione della verità, al momento felice che occorre cercare senza prefigurarsi l'Immagine cercata, lasciando che sia lei ad apparire all'Improvviso. Sono note, queste, che raccolgo dopo aver passato alcuni anni (dico anni, non mesi: la disponibilità di tempo è un altro elemento fondamentale per poter ben lavorare con la macchina fotografica) a raccogliere Immagini su Venezia, cosciente che fotografare Venezia è quanto di più facile ci sia, ma anche di più difficile. Con 11 sole o con la neb- ' bla, in totale o in dettaglio, In bianco e nero o a colori, Venezia la bella Venezia la splendida è motivo di Ispirazione o solo di ricordo per l'armata instancabile di professionisti dell'otturatore e la schiera anonima ma sterminala del dilettanti turisti. Facile fotografare Venezia perché, con ogni luce e

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