Fantastici coralli del Great Reef Nord Australia ultimo paradiso di Antonio Lubrano
Fantastici coralli del Great Reef Fantastici coralli del Great Reef Nord Australia ultimo paradiso F o canna da zucchero (slamo fra 11 Tropico del Capricorno e l'Equatore), dove si trovano ancora gli avventurieri e 1 cercatori d'oro del continente Australia, dove infuriano a volte 1 tifoni e spesso le case sono costruite su palafitte per preservarle 11 più possibile dagli attacchi delle termiti, 1 piccoli aerei della Queensland Air e di altre minuscole compagnie hanno una infinità di mete e di itinerari, organizzati e puntuali, verso le isole più belle, per sorvolare a bassissima quota la grande Barriera Corallina, per andare nel villaggi di vacanze o nei lussuosi alberghi sparsi un po' dappertutto In questo Immenso paradiso. Dalle stesse città, ma soprattutto da Cairns, che è la più attrezzata base di partenza per l'esplorazione del Oreat Reef e di tutta la penisole di Capo York, la punta più settentrionale e ancora quasi selvaggia dell'Australia, si possono affittare barche di ogni tipo e dimensione, a vela o a motore, per un piccolo viaggio o per una lunga vacanza. E' prudente avere con sé un marinaio del posto: tra la miriade di isole e scogli ci si può facilmente perdere, e 1 fondali bassi nascondono spesso terribili insidie. Sulle isole si vive un'eter¬ na vacanza. Quelle abitate sono poche, pochissime: sono organizzate come villaggi turistici, con bungalows, capanne, piscina, pranzi in comune (in genere self-service) con infinite varietà di carni, pesce, crostacei, frutta. E gigantesche prime colazioni, In cui si uniscono l'abbondanza del breakfast americano con la qualità di quello inglese. Splendide ragazze, hostess, studentesse, ragazze che accettano di lavorare quassù per guadagnare un po' di soldi e abbronzarsi al sole accolgono gli ospiti e 11 soccorrono nell'organlzzare escursioni, pranzi al sacco, gite nelle minuscole foreste tropicali o tra 1 coralli e le spiagge deserte. A sera, danze, spettacoli, musiche, sotto le palme appena mosse dal vento che soffia dal mar del Coralli. Le Isole più belle e attrezzate sono: Dunk Island, Heron Island, Llzard Island, 11 ■ Panello resort motel» a Bundaberg, 11 •Oemflelds Hotel» di Anakie e 11 «Melaneslan Vlllage». Mentre le isole abitate sono per lo più a ridosso della costa, la vera Barriera Corallina è a cento e più chilometri verso 11 largo. Per raggiungerla ci vogliono venti-trenta minuti di aereo, tre o quattro ore di motoscafo veloce. Ci si lascia re un pezzo di pane, si lasciano avvicinare, fotografare, spesso toccare. In parole molto povere (non si riesce a descrivere quella che è stata definita l'ottava meraviglia del mondo), questa è la Barriera Corallina australiana, 11 favoloso «Oreat Reef». Arrivarci è 11 maggior problema. Bisogna prima di tutto andare In Australia, a Sydney o a Melbourne (ci sono alcuni voli diretti soltanto dalla costa occidentale degli stati Uniti, che, dopo un balzo di 19 ore, sbar¬ M1LIAIA di Isole .ungo duemila chllo' metri di costa; fondali bassi, spiagge dalla sabbia finissima, clima tropicale, alberi esotici, uccelli rari, farfalle più grosse di un pugno e dal colori straordinari. Ma il più bello è sott'acqua: tra immensi banchi di corallo rossi e azzurri, fra ciuffi di alghe dalle forme eleganti, quasi seducenti, ci sono milioni di pesci di ogni dimensione, colore e aspetto. Balzano amichevoli verso la superficie per afferra¬ cano i turisti del dollaro direttamente a Brisbane, poco a sud della Barriera). L'Australia, si sa, è immensa: da Melbourne ci sono due ore di volo (1400 chilometri) per arrivare a Brisbane, e poi un'altra ora e mezza o due per giungere a Mackay, a Townsvllle o a Cairns, punti di partenza sulla costa, per addentrarsi nel dedalo meraviglioso della Barriera. Per chi ha tempo e dollari, non ci sono problemi. Da queste piccole città australiane, dove si coltiva cotone f • N0RMANT IRON RANGE i 0N • N0RMANT0N alle spalle 11 dedalo di isole e isolotti, e si procede verso levante: delfini e pesci volanti accompagnano gioiosamente la barca che sembra andare verso 11 nulla. A un tratto, un segno quasi impercettibile sull'orizzonte: avvicinandosi, si indovina un minuscolo rilievo, un mucchletto di sabbia accumulato come per caso dal mare, senza vegetazione, senza costruzioni. Un piccolo baffo bianco sull'orizzonte. E man mano che ci si avvicina, mentre il fondo del mare è 6empre più prossimo alla chiglia della barca e si cominciano a intravvedere pesci dai colori Incredibili e giganteschi banchi di corallo e alghe quasi affioranti, a destra e a sinistra, lungo la stessa linea in faccia all'Oceano, spuntano altre isolette bianche, altri minuscoli tratti di sabbia. La Barriera Corallina è l'Immensa successione di queste piccole Isole. I coralli hanno lavorato milioni di anni e lavorano tuttora per costruire questa meraviglia, sull'estremo limite della piattaforma continentale. Poche decine di metri più in la, il mare sprofonda in abissi da incubo, ma al di qua della Barriera, e subito attorno al corallo emerso e frantumato in minutissima sabbia dall'acqua •MT ISA QUEENSL•MlDDUTOH ionmIach ri CHARIEVILIE THARQOMINDAH ;O e dal vento, c'è lo splendore del Oreat Reef. Su alcuni Isolotti è stato piantato un grosso cartello a forma di scudo: «National Park». Qui è vietato pescare, è vietato prendere rami. di corallo o conchiglie, gettare rifiuti in mare: si è riusciti a conservare intatta la natura, quale è da millenni. E' lecito sbarcare sulle piccole Isole; è permesso naturalmente tuffarsi, nuotare, fotografare, spingersi tra i meandri di corallo e le foreste di vegetazione marina. Le barche hanno spesso un fondo di vetro, attraverso il quale anche chi non sa nuotare può sbalordirsi per lo stupendo paesaggio sot¬ per visitare Cuba con le Indicazioni aneddotiche di Hemingway, una Cuba che non c'è più se non per qualche traccia. Antonio Lubrano Hemingway nel 1952 e il mo
Persone citate: Cairns, Hemingway, Heron Island, Llzard Island, Mackay
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