Nuovo carburante per volare sicuri

Nuovo carburante per volare sicuri Nuovo carburante per volare sicuri GRAN parte degli incidenti aerei si verifica nelle fasi di decollo e di atterraggio e un 30 per cento del danni è provocato dagli incendi dovuti alla combustione del cherosene usato come carburante. Le perdite dal serbatoi danneggiati nell'Impatto col terreno portano, infatti, alla formazione di piccolissime goccioline di carburante, una specie di nebbia, che si infiamma facilmente: il fuoco si propaga al serbatoi e può avvolgere in pochi secondi l'Intera struttura. Dopo un lungo periodo di ricerca sull'accensione e la propagazione degli Incendi conseguenti a incidenti acrei, 11 gruppo industriale inglese ICI è ormai prossimo cole degli Idrocarburi, componenti tipici del carburanti. In questo modo 11 cherosene viene reso vlscoelastlco e non si disperde nell'aria, anche in seguito agli urti violentissimi di un Incidente aereo. L'addizione del prodotto PM3 creava però notevoli inconvenienti. Il polimero era difficile da incorporare nel cherosene, tendeva a degradarsi e soprattutto causava difficoltà di pompaggio dai serbatoi ai motori In particolare a bassa temperatura. Negli anni successivi furono sviluppati altri additivi, identificati con le sigle PM4-PM8, fino alla formulazione del prodotto PM9, la cui esatta natura è mante- alla soluzione del problema: un carburante più sicuro è ottenuto addizionando un prodotto, chiamato Avgard, che Impedisce la formazione delle minutissime goccioline facilmente infiammabili, grazie alla presenza di un polìmero, indicato con la , sigla FM9 (PM: Puel Modifier ' cioè modificatere del carburante). Le ricerche dell'Idi, iniziate sedici anni fa in seguito all'interessamento dell'Ente responsabile dell'aviazione Inglese, erano volte, nella prima fase, alla produzione di un carburante tixotroplco, cioè normalmente di consistenza gelatinosa, che diventa liquido per agitazione. Quell'obiettivo non era però corretto, perché le proprietà tlxotroplche potevano risolvere alcuni problemi tipici degli aerei militari, come la perdita di carburante dal fori provocati dai proiettili, ma non riducevano le probabilità di incendio nel corso degli incidenti ad aerei civili. Divenne successivamente evidente che un carburante sicuro per l'aviazione doveva contenere un additivo capace di evitarne la dispersione in piccolissime particelle e che allo scopo poteva servire un adatto materiale polimerico. Il primo additivo usato fu 11 poiiisobutilene, denominato FM3, un polimero con peso molecolare medio di quattro milioni e mezzo di unità di massa atomica, le cui catene si miscelano alle mole- nuta rigorosamente segreta. A temperatura ambiente il prodotto ha l'aspetto di una polvere vetrosa che, sospesa in un solvente appropriato, può essere incorporata nel cherosene per aviazione, in concentrazione di 0,3 per cento In peso, in una quindicina di minuti. ;flm Il cherosene modificato conserva il suo aspetto normale, ma si rapprende rapidamente per agitazione o urto, dando una massa gelatinosa, in seguito all'azione delle catene del polimero contenuto in FM9. Con 11 nuovo prodotto viene mantenuta pressoché Inalterata la facilità di pompaggio del carburante nei motori anche alle basse temperature, intorno a 40 gradi C raggiunte dai serbatoi degli aerei di linea durante l'attraversamento dell'Atlantico. Le ricerche per l'applicazione pratica del carburante contenente PM9 si sono intensificate dopo 11 disastro aereo di Tenerife, nel 1977, e 1 problèmi relativi sono stati in gran parte risolti negli ultimi anni. Rigorose prove di controllo effettuate dalla Nasa e dalla Faa (Federai Avlatlon Admlnlstratlon degli Stati Uniti) hanno fornito esiti molto soddisfacenti e la Faa ha programmato, nel prossimo mese di luglio, una dimostrazione pubblica dell'efficacia del nuovo additivo, simulando l'incidente di un aereo guidato a distanza e alimentato con carburante contenente FM9. Gian Angelo Vaglio

Persone citate: Gian Angelo, Puel

Luoghi citati: Stati Uniti