Tra i suini appena nati esiste già una gerarchia

/primi risultati in Italia e all'estero di una nuova scienza: l'etologia zootecnica /primi risultati in Italia e all'estero di una nuova scienza: l'etologia zootecnica Negli allevamenti vivono animali infelici e anche un po' mostruosi Tra i suini appena nati esiste già una gerarchia L, allevamento intensivo del bestiame domestico, che sembrava una conquista folgorante del progresso tecnologico, sta mostrando la corda. Si parla di «tecnopatie» (malattie da tecnologia avanzata), di stress, di alienazione e soprattutto di diminuita produttività. Agli occhi dell'uomo che valuta tutto in termini economici, è questo l'Inconveniente piti deprecabile. In realta l'animale tecnologico creato dall'uomo è diventato una specie di mostro. Terribilmente distante dal modello del suo antenato di poche generazioni fa — quel beato bovino, ovino o suino che aveva la gioia di godersi 11 tepore del sole all'aria aperta, di accoppiarsi, mettere al mondo 1 figli e allattarli secondo natura — l'animale da allevamento è diventato una sorta di robot, legato a una Inflessibile catena di montaggio. Chiuso in recinti angusti, illuminati artificialmente, subisce la violenza quotidiana dell'uomo che lo costringe ad una vita del tutto innaturale. Il piccolo non conosce la propria madre. Poco dopo la nascita viene separato da colei che l'ha messo al mondo. Le mucche da latte, d'altra parte, per effetto della fc*V^Ar.»<ì!>ìjW-«ii«,iiiii»-.«««m.n. .v, ♦ I Aspetti giuridici Risultato: la loro produttività scemava. SI è cercato di correre al ripari adottando recinti aperti con lettiera morbida e profonda e nidi predisposti. Ma anche con questo sistema si verificano alcuni seri inconvenienti, come 11 fatto che molte galline, invece di deporre le uova negli appositi nidi, preferiscono deporle sul pavimento, col risultato che si sporcano di feci e quindi s'infettano o che il guscio si rompe. Oli studiosi Michael Appleby, Helen Me Rae e Ian Duncan del Centro di Ricerca sul pollame di Roslln (Edimburgo) sembra abbiano trovato la soluzione del problema. «Costruite nidi sopraelevati» suggeriscono agli allevatori. Ma siccome 1 polli non sanno arrampicarsi per raggiungerli, secondo i ricercatori basterebbe munire di posatoi le gabbie in cui vengono allevati i pulcini. Nell'età dellMmprlntlng» in cui l'apprendimento è automatico, Impareranno cosi ad arrampicarsi e, diventati adulti, riusciranno a raggiungere agevolmente 1 nidi sopraelevati, ovviando agli inconvenienti di cui sopra. Altre ricerche si stanno facendo alla Scuola di Agricoltura dell'Università di Edimburgo per migliorare le stressanti condizioni di vita dei maiali da allevamento. Oli etologi Alex Stolba e David Wood-Gush, dopo aver accuratamente osservato 11 comportamento del cinghiale, l'antenato selvatico del maiale, hanno progettato un allevamento modello che tiene conto di tutte le esigenze individuali e sociali di questo Intelligente animale. Ma tutti 1 salmi finiscono in gloria. E1 patetici tentativi degli etologi di migliorare la vita dei maiali, cosi come quella del polli o dei vitelli, non Impediscono che alla fine vengano tutti sacrificati sull'altare dell'alimentazione umana, E allora, parlare di «benessere animale» non è un'Ipocrisia? i I. Lattes Colfmann selezione operata dall'uomo, sviluppano capezzoli di' una forma tale che si adatta perfettamente alla macchina mungitrice, ma non alla tenera bocca del bebé. E cosi 11 neonato, nelle primissime ore di vita, non riesce a succhiare in qualità sufficiente il colostro (il liquido che precede l'emissione del latte vero e proprio), ricco di quel corredo di ai? 5icorpl (immunoglobul.ae) destinati ad aumentare la sua resistenza alle malattie. Ed ecco che la ricerca etologica viene in aluto degli allevatori. E ti riscopre una verità lapalissiana: che il comportamento secondo natura è sempre l'asso vincente e non c'è artificio di sorta che lo possa sostituire vantaggiosamente. Occorre quindi avvicinarsi il più possibile alle condizioni naturali se si vuole conciliare 11 benessere degli animali con 11 profitto economico degli uomini. Nell'Istituto di Fisiologia animale di Babraham (Cambridge) c'è uno stuolo di etologhe che ha preso di petto 11 problema degli ovini. Margaret Vince studia il legame sociale che lega madre e figlio. Messo di fronte a due batuffoli di ovatta Imbevuti di una secrezione cerosa delle ghiandole inguinali prelevata o dalla ma¬ dre o da un'altra femmina, l'agnellino non ha esitazioni. Sceglie quello impregnato della secrezione materna. Ne ha memorizzato l'odore durante il suo soggiorno nell'utero. Un'altra etologa dello stesso Istituto, Ann Billing, appura con tanto di prova sperimentale, che contatto fisico e calore sono particolarmente graditi al neonato, cui sembrano dare un ineguagliabile senso di piacere e di sicurezza. Basta appoggiare la mano calda sul suo musetto perché 11 piccolo risponda sollevando, concitatamente il capo e muovendo le mascelle, proprio come fa quando cerca 11 capezzolo spingendosi sotto 11 corpo della madre. Sempre Margaret Vince, In collaborazione con studiosi australiani, dimostra che la pecora è. indotta a leccare affettuosamente il neonato perché lo sente imbevuto del proprio liquido amniotico. E' questo lo stimolo che provoca la leccata calda e rassicurante della madre a quel piccolo essere che per la prima volta si affaccia alla vita. Una terza etologa, sempre di Babraham, Elizabeth Shllllto-Walser, studia 1 belati che si scambiano tra loro madri e figli di specie diverse e si accorge che que¬ sto dialogo è piuttosto povero nelle pecore di pianura, tenute di solito in pascoli recintati, a contatto tra loro, mentre è lncompararabllmente piti ricco e Intenso nelle pecore di collina abituate a spaziare in ampi pascoli aperti, dove c'è più pericolo che 1 piccoli perdano il contatto con le madri. Cosa che si verifica puntualmente nelle grandi distese di pascolo australiane dove 1130 per cento degli agnellini Merlnos perdono la propria madre e muoiono. Appare evidente da queste ricerche etologiche che 11 precoce Instaurarsi del rapporto corretto madre-figlio ha un'importanza decisiva per 11 benessere dell'animale e per la sopravvivenza della specie. Oli allevatori hanno tutto l'interesse di tenerne conto. Anche la pollicoltura intensiva attraversa 11 suo momento di crisi. Sembrava che la resa in uova potesse salire alle stelle con l'allevamento delle galline in batteria e la raccolta automatica delle uova. Ma non è stato cosi. Assiepati In strette gabbie 1 poveri uccelli si vedevano frustrati In tutte le loro attività, principalmente — secondo Robin Dunbar dell'Università di Cambridge — in quella di costruirsi 11 nido. dell'ingegneria genetica SIAMO alle prime giornate di primavera e non occorre uscire dalla città per accorgersi del grande cambiamento. Ogni viale o piazza alberato, ogni giardino o macchia di verde si riempie di suoni, canti, vocalizzi di vario genere. Non parliamo poi dei boschi, delle paludi, delle campagne. Sono gli uccelli che all'allungarsi del giorno e allo spuntare del primo tiepido sole di fine marzo avvertono l'arrivo della primavera e con essa, il momento più importante e de- • llcato di ogni loro anno di vita adulta: la riproduzione. Nei mesi freddi e scuri dell'inverno, è già difficile udire flebili versetti o il canto di pochissime specie, spesso timidamente emessi durante una giornata più tiepida e luminosa delle altre. In primavera c'è una sinfonia di suoni e spesso si riesce anche scorgere numerosi esemplari di questi uccelli selvatici. I passeriformi sono 1 cantori per eccellenza. L'organo del canto, la siringe, è in questi uccelli molto piccola, ma alquanto complessa e permette loro di emettere limpidi gorgheggi, lunghe strofe e un'ampia varietà di note. Le manifestazioni acustiche degli uccelli sono tanto familiari e consuete al nostro udito quanto complesse e articolate nei loro significati, nella loro fisiologia, nei loro meccanismi di apprendimento. Entrare in questo mondo non è facile, ma una volta entrati ci muoveremo nella dimensione selvatica come In un paese straniero di cui conosciamo perfettamente la lingua. IL rapido sviluppo dello studio del comportamento animale ha permesso in questi ultimi anni l'instaurarsi di solidi legami. tra etologia e varie discipline scientifiche. In Italia è sorta di recente l'etologia zootecnica, che studia il comportamento degli animali domestici In relazione al loro allevamento intensivo. Lo scopo è migliorare le condizioni di allevamento in funzione del benessere, del bestiame e di una prò- ! dazione animale più quali- 1 fleata. Davide Csermely dell'Istituto di Zoologia dell'Università di 'Parma, ri- • cercatore all'avanguardia Idi etologia applicata, ha ri- ■ velato le ultime scoperte sul comportamento del 'maiale nel proprio ambiente d'allevamento. La specie sulna, tendenzialmente portata alla vita sociale, presenta aspetti di estremo Interesse fin dalla più tenera età: a poche ore dalla nascita, sorge tra i sulnettl la prima lnterazlo- ' ne sociale di carattere competitivo denominata «teat order» o ordine di mammella. In pratica subito dopo 11 sparto 1 neonati cercano le. mammelle della scrofa e si azzuffano per contendersi i. capezzoli anteriori: questi emettono infatti una maggiore quantità di latte e annullano il pericolo che 1 lattanti vengano feriti alle zampe posteriori dalla madre. Generalmente è il sulnetto più pesante a impossessarsi delle mammelle anteriori per tutto 11 periodo della lattazione. Mantenendo questa posizione privilegiata, riuscirà a Irrobustirsi più del fratelli, risulterà avvantaggiato sugli altri anche nella crescita successiva e con buone probabilità diventerà il dominante del gruppo. . Nel primi giorni di vita slamo dunque In grado di stabilire in base al «teat order» una scala gerarchica,. proprio perché alla fine delle lotte 1 suinetti tendono' ad allattarsi dallo stesso capezzolo, che marcano fra¬ dal sapore dolciastro del sangue. Se poi sono presenti Infezioni batteriche, si può giungere alla perdita di ampie parti del padiglione auricolare e talvolta alla morte dell'animale. Questa forma di «cannibalismo di orecchio» rappresenta la componente comportamentale della «malattia delle orecchie del maiale», che viene considerata una tecnopatia condizionata dall'allevamento intensivo. Giovanni Ballarmi, professore ordinarlo di Cllnica Medica Veterinaria dell'Università di Parma, ritiene che il fattore principale che suscita 11 «cannibalismo di orecchio» sia la prematura perdita della mammella dovuta allo svezzamento precoce. Si è Infatti osservato che, diffondendo nelle gabbie di svezzamento 1 «gruntlng songs», vocalizzazioni con cui la scrofa richiama la prole per l'allattamento, tra 1 sulnettl aumenta notevolmente la tendenza a succhiarsi le orecchie fra loro. Evidentemente 11 comportamento di suzione non è altro che un fenomeno sostitutivo della perdita della mammella. Csermely ritiene che 11 mordlcchlamento delle appendici corporee possa essere condizionato anche da un ambiente Inadatto privo di qualsiasi diversivo, che stimolerebbe gli individui a morsicare 1 compagni per una sorta di frustrazione. Infatti il maiale dorme normalmente per 11 70 per cento della giornata, ma, se non si trova ambientato, rimane sveglio e per insofferenza cammina in cerca di oggetti da mordicchiare. Dal momento che le gabbie di stabulazione non offrono alcun tipo di stimolo, l'attenzione dei suinetti è rivolta alle appendici corporee del propri slmili. Per soffocare questo comportamento anomalo è quindi necessario ridurre la «noiosità ambientale», offrendo al suini semplici oggetti su cui possano sfogare la propria aggressività. li porcellino dominante sceglie il capezzolo più ricco di latte mite una sostanza tracciante presente néìla mucosa. Una volta stabilito l'ordine di mammella, si ha la completa scomparsa di ag-' gresslvità, dal momento che I suinetti interrompono le lotte dopo la conquista del capezzoli migliori. Negli allevamenti intensivi la situazione si complica notevolmente perché, in base alle attuali tecnologie, si effettua lo svezzamento precoce del maiale con la formazione di folti gruppi di individui. Questo sovraffollamento comporta un aumento di aggressività, perché gli animali non sono più In grado di riconoscersi e di memorizzare la posizione gerarchica di ciascun Individuo: si ha cosi un Incessante susseguirsi di combattimenti che provocano danni sia fisici e di stress ai maiali sia economici all'allevatore. SI è visto che 1 sulnettl tendono a sfogare la propria aggressività succhiando e mordendo le appendici del propri slmili, in modo particolare le orecchie. Questo comportamento, condizionato da preesistenti lesioni di carattere essudatlvo-oleoso sul padiglione auricolare, comporta gravi ferite che stimolano ancor più 1 maiali a proseguire la loro opera perché attratti Luca Ansaldo La sinfonia del canto fa parte del birdwatching ficazione con il binocolo, è necessaria molta pratica e Impegno. Buona regola per chi Inizia è quella di non perdersi dietro a ciascuna nota o leggero sibilo udito tra 1 cespugli a lato del sentiero che percorriamo, rivolgendo l'attenzione a pochi canti per volta. Appena avremo Imparato a riconoscere un canto potremo passare a concentrare la nostra attenzione su uno nuovo. Grandi soddisfazioni deriveranno già dall'imparare a conoscere le manifestazioni acustiche delle specie più comuni, come 11 verso territoriale del Pettirosso, quello di allarme del Merlo e il limpido canto della Capinera. À questo scopo risulterà molto utile l'ascolto e lo studio delle incisioni dei canti e del versi degli uccelli selvatici, su dischi o cassette magnetiche. Esistono edizioni inglesi, svedesi, tedesche e francesi. Recentemente è in commercio anche una edizione italiana prodotta dalla Ludi di Milano a cura di Francesco Mezzatesta, segretario generale della Llpu e richiedibile direttamente alla sede centrale della Llpu (Lega Italiana Protezione Uccelli, vicolo San Tiburzlo 5/A, 43100 Parma) al prezzo di lire 18 mila. Ancora più utile e Importante è affiancarsi a persone esperte che sappiano Indirizzare la nostra attenzione sulle strofe o parti caratteristiche di un canto e possano rispondere ai molti quesiti che inevitabilmente costelleranno la nostra attività di principianti. In questo modo eviteremo di perdere molto tempo e di acquisire errate convinzioni. Marco Lambertini i

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