Ecco il concerto segreto di Molinari Pradelli una collezione di quadri

Ecco il concerto segreto di Molinari Pradelli: una collezione di quadri Ecco il concerto segreto di Molinari Pradelli: una collezione di quadri BOLOGNA — £cco qua, che nella vecchia sala dannunziana del Palazzo del Podestà s'inaugura oggi la mostra della collezione di dipinti tra Sei e Settecento che un bolognese d'altri tempi, anche se ancora vivente, si è costruito in trent'anni: sarebbe possibile ripeterla, e non è forse un miracolo che sia amorosamente scampata alle tentazioni antiquarie, alle insidie tanto sonore del mercato? Autore bisogna ben dire così il maestro e direttore d'orchestra Francesco Molinari Pradelli; che per tutta una vita da Bologna partiva in continuazione per andare a dirigere il suo amatissimo Verdi e altri grandi net teatri di tutto il mondo: Europa, Americhe del Sud e del Nord, Orienti anche estremi. E 'personaggi-, allora, gli straordinari bozzetti, nature morte, quadretti da intimità e da devozione domestica, che a quasi ogni viaggio si riportava a casa. Alla partenza, dunque, la valigia coi frac, le bacchette, le camicie inamidate. Ma al ritorno, tra le pettorine stazionate dai sudori della •Traviata-, di Leoncavallo e Mascagni, c'era quasi sempre anche un quadretto di pochi centimetri (50 x 30; 80 x 40) ma di gran qualità di pennellata, di materia, di conservazione: italiano preferibilmente, tra i secoli XVIIeXVllI. Se li scovava — e allo fine certamente glieli riservavano apposta — dai buoni antiquari, dai restauratori più famosi. E c'era poi a Bologna la cerimonia tra il civettuolo e il bonario di fàffliéé&m^per un< giudi¬ zio »; a Roberto Longhi che a Bologna ancora insegnava, e dopo a Moml Arcangeli e soprattutto a Carlo Volpe: il giovane docente ed esperto mancato d'improvviso poche settimane fa e che a loro era succeduto sulla cattedra di Storia dell'Arte. La sorpresa era che il direttore d'orchestra, ogni volta, aveva scoperto bene. E con un'idea, in testa, che non era mai tanto lontana dall'anagrafe vera. L'orecchio, difatti, è una strana conchiglia. Raccoglie i suoni, ovviamente. Ma seleziona anche la vista, e la mano; quel suo giusto ronzio di mare, quando funziona, si collega anche alla scrittura, all'occhio. Ecco così che se anche ai 'quadretti» del maestro Molinari mancava talvolta il nome preciso, mai mancava la 'qualità', la lingua schietta: precisa, intrigante, curiosa. Da quel mare lontano veniva dunque sempre un profumo, intenso. Quello che nelle piccole cose sembra sempre più forte,più acuto. ; Bologna: e i suoi anni di capitale dell'elegante mestiere del «connalsseur», dall'attribuzionismo. E cosi, ecco accavallarsi e distillarsi almeno duecento dipinti: raccolti prima nella casa di città e, adesso, nella bella villa di Marano, poco fuori di porta. E i nomi «sicuri., sono quelli di Luca Giordano, De Mura, Solimena, Rocco Spadaro, ■ Recco, Ruoppolo, Gaspard .Dughet, Magnasco, Fra Galgario, Crespi, Mastelletta, Sebastiano Ricci, i due Gandolfi, Schedoni, Pittoni, Bazzani, Cagnacci, Boselli, Magini, Strozzi, Morazzone, Fetti, Palma il Giovane, Amigoni. Tutti ora raccolti in un bel catalogo delle edizioni «Centro : Di» presentato da Eugenio Riccòmini: ed è un piccolo 'omaggio», un ricordo dell'occhio amico di Carlo Volpe perché sue e dei suoi allievi sono le schede critiche. ! La mostra — dice Riccò! mini — è anche mostra di iun 'gusto» e un amore per ! l'arte che richiama il nome (ingiustamente sbiadito) di Matteo Marangoni: il 'professore» di «Saper Vedere» e di «Arte 3arocca».- due intere generazioni di studiosi student ■ -rìrono nei suoi libri la p> »pria adolescenza, il proprio richiamo. Tanti artisti creduti minori furono da lui riscoperti, salvati. Utilizzati ad infrangere l'accademia, a su■scitare curiosità, patriottismi. L'esposizione rimarrà aperta sino a fine agosto. Vale un viaggio. E intanto, sempre a cura di Riccòmini, il 6 giugno aprirà a Parma l'esposizione di 120 disegni «Da Correggio ad Annibale Carraccl» organizzata dalla National Gallery di Washington; e dal 1 al 30 giugno, a Reggio Emilia, l'esposizione dei «Capolavori antichi della collezione di Luigi Magnani»; Dùrer, Gentile da Fabriano, Tiziano, Filippino Lippi, Ghirlandaio, Vandyeke, Fuessli, Rubens, Tiepolo. Il catalogo è ài Mondadori, le schede di Giuliano Briganti. L'Emilia ha sempre qualche privata sorpresa. $ Clamilo Savonuzzi . Guido Cagnacci: «Euròbaq Torino Henri Mlchaux — Allo Studio Simonis, una dozzina di olii recenti di uno scrittore e pittore ultraottantenne, autore di numerosi scritti anche di estetica e figura tra le più note del panorama artistico internazionale, specie per le sperimentazioni pittoriche sotto l'Influenza della mescalina. Dal 24 maggio. Como Francesco S ornai ni —La mostra documenta i rapporti ormai trentennali dello scultore comasco con l'architettura. Ci sono bozzetti e disegni del monumenti realizzati, 1 concorsi vinti e quelli persi, in pratica tutto il suo lavoro, spesso provocatoriamente utopico, in questo campo. Nella chiesa di S. Francesco, fino al 24 giugno. Firenze Vinicio Berti — Per iniziativa del Centro «Palazzo dei Congressi», ampia antologica di uno del maggiori pittori astratti italiani, 11 cui lavoro, fin dall'esordio nel 1941, si è contraddistinto per una particolare forza e dinamismo del «segno» e dell'immagine. Alla Limonala di Villa Vittoria, fino al 16 giugno. Roma Giosetta Fioroni — Alla Galleria Giulia, fino a metà giugno, opere recenti di una pittrice che è stata una delle figure di spicco dell'avanguardia romana nel primi Anni 60. Questi ultimi dipinti — prevalentemente paesaggi — costituiscono un ritorno alle origini della pittura moderna, con libero rimescolio degli Impressionisti, di Cézanne e di Gauguin.