Pittori più avanti dei letterati?

Parliamone Parliamone Pittori più avanti dei letterati? Naisbitt si spinge più lontano nel decantare il progresso dell'informazione e garantisce, a esempio, che, se per secoli gli editori hanno deciso che cosa mettere nei prodotti che creano per i lettori, presto, con le nuove tecnologie, i lettori otterranno la sovranità sugli editori. Insomma, autori in pectore di romanzi, poemi, saggi, ecc., aspettate solo un poco che le nuove tecnologie si potenzino e sarete editi, direttamente da voi stessi. QUANDO arrivano i pacchi della Sperline & Kupfer (che prolifico, indomabile, recidivo editore è Tiziano Barbieri), c'è sempre da aspettarsi almeno una sorpresa. Ed ecco dall'ultimo pacco arrivato (l'ultimo al momento in cui scrivo, forse il penultimo al momento in cui mi leggete) sgusciar fuori, tra roventi storie d'amore, sensazionali intrighi di spie, avventure pruriginose di costume e malcostume corrente, ceco proporsi un libro che pretende di riguardare direttamente il nostro (il vostro che leggete, il mio che scrivo) futuro: «Megatrends», insomma, come specifica il sottotitolo «Le dieci nuove tendenze che trasformeranno la nostra vita» di John Naisbitt. Questo Naisbitt è un bel tipo con baffi, barba e sorriso che, a radiosità da Babbo Natale, la spunta, forse, persino su Luciano De Qescenzo. E* un esperto in proiezioni socioeconomiche ed e giustamente presidente del Naisbitt ,.Group, un'apprezzata imprèsa di- ricerca é di conf "«alena cori '!&fc'à"Wàshington/ Le'idieci ' nuove tendenze di cui al sottotitolo procederebbero, secondo lui: 1) da una società industriale a una società dell'informazione; 2) dalla tecnologia forzata alla alta tecnologia-alta sensitività; 3) dall'economia nazionale all'economia mondiale; 4) dal breve al lungo termine; 5) dalla centralizzazione al decentramento; 6) dall'aiuto istituzionalizzato all'aiutati-da-solo; 7) dalla democrazia rappresentativa alla democrazia partecipativa; 8) dalle gerarchie alle maglie del reticolo; 9) da Nord a Sud; 10) da «questo o quello» alle opzioni multiple. A ragionarci sopra, non si direbbero tendenze di primo pelo (reticolo compreso) e neppute nuovissimo è il linguaggio di Naisbitt. Almeno per chi vive nel mondo dell'informazione. Più o meno si va avanti a forza di un "attualmente la carenza di un buon software rallenta la diffusione del personal nelle nostre case». Ma è sicuro che «un miglior software farà vendere più hardware, il che richiederà più software». Cose che, se non le ripeti almeno una dozzina di volte durante la giornata, perdi il posto. Ma Illustrazione di Quino La letteratura, informa Naisbitt, del resto, non ce la fa più. E cita per l'occasione il vecchio pittore Jean Dubuffet: «La letteratura è cento anni indietro rispetto alla pittura. Basta confrontare un quadro di oggi con un quadro di Raffaello, e poi confrontare una pagina di Sartre con una pagina di Diderot e capirete quel che voglio dire». 11 povero Elio Vittorini lo capiva e un giorno mi fece una testa cosi con questa condanna di Jean Dubuffet. A un certo punto, comunque, si azzitti, pensieroso, e solo dopo una lunga riflessione mi disse: «Però, la parola resiste, è opaca. Non trovi che sia reazionaria?». Con i miei maggiori non mi permettevo confidenze. Gli risposi con qualche impacciato monosillabo: «Beh, bob. Parliamone...». Oreste del Buono Hughes (che avendo 54 anni potrebbe rimanere in carica troppo a lungo: chiatti solo la morte toglie il posto al poeta laureato, che gode quasi automaticamente di un titolo di baronetto). E' la regina che, in consultazione con il suo primo ministro, decide a chi dare la palma. Il primo dovere sarà il sonetto per la nascita del secondogenito della principessa Diana. Nessuna rima baciata, invece, per 11 divorzio della principessa Margaret e meno che meno per 1 suol svariati amori, che terrebbero altrimenti il povero bardo attaccato alla scrivania occupato in Uriche cerimoniali. E nessun verso per celebrare le guarigioni perché, come nell'opera lirica, la regina non si ammala mal (Invece è appena guarita da un'altra malattia). E con tanto travaglio cosa guadagna quel fortunato eletto a cantar le lodi dei Windsor? Avrà uno stipendio annuale di settanta sterline, oltre 27 a titolo di premio (complessivamente circa 220 mila lire): è la somma che forse ricevevano anche Wordsworth e Ténnyson, altri due famosi poeti laureati del passato. Pochi soldi, ma cene a Windsor e a Buckingham Palace e abiti stupendi, cordoni e decorazioni — cose, insomma, Irresistibili.