Talleyrand un ministro intrigante per tutte le rivoluzioni

La Francia dal Direttorio a Napoleone La Francia dal Direttorio a Napoleone Talleyrand, un ministro intrigante per tutte le rivoluzioni Un manuale con 1500 disegni Stanno uccidendo le più belle farfalle del mondo naturali, con l'eliminazione delle siepi, dei boschi, degli spazi incolti e il prosciugamento dei terreni umidi per far spazio alle colture, l'uso indiscriminato e massiccio di insetticidi e »last not least» la mania collezionistlca che, se praticala aa principianti inesperti, può portare alla totale scomparsa di specie rare in via di estinzione. Collezionisti non ci s'improvvisa. Occorre una seria preparazione e soprattutto una guida. L'Istituto Geografico De Agostini ne propone ora una dettagliata e precisa, opera dell'entomologo cecoslovacco Ivo Novak, illustrata da ben 1500 disegni a colori, eseguiti con perizia e con pazienza da certosino da un altro cecoslovacco, Frantisek Severa. Per not altri, abituati ormai da tempo alle foto a co/ori, fa uno strano effetto vedere questa profluvie di minuti disegni che ci ricordano le illustrazioni dei testi scientifici di tanti anni fa. Ma indubbiamente i sistematici — cioè gli studiosi che si occupano della classificazione — devono dividere il capello in quattro per differenziare luna dall'altra specie spesso così slmili agli occhi delprofano. . , Quattro sole foto figurano nella sovracoperta, messe probabilmente a cura dell'editore. Non sappiamo quanto tempo abbia impiegato Frantisek Severa a disegnare quelle 1500 farfalline, molte con i rispettivi bruchi e le piante da questi ultimi infestate, ma dev'essere stato indubbia-, mente un autentico 'tour de force». Però, a dire il vero, a differenza delle foto di copertina che ritraggono le farfalle nella suggestione delle loro movenze naturali, mentre stanno per posarsi leggere su un fiore o mentre volano tremule nell'aria ad ali spiegate, questa monotona teoria di farfalle dal rigido corpo verticale e dalle ali simmetriche ai lati ha tanto sapore di cassetta da collezione con i cadaveri disseccati delle ex volatrici trafitti e immobilizzati da uno spillo. Isabella Lattes Colf marni I. Novak e F. Severa: «Impariamo a co noscere le farfalle». De Agostini, 352 pagine, 19.000 lire. MEZZO secolo fa un noto zoologo scriveva che le farfalle, «queste meravigliose creature alate, costituiscono la più stupida categoria di animali che vivano sotto la cappa del cielo». Afa le scoperte fatte dagli etologi in questi ultimi decenni sembrano dargli decisamente torto. Se su un milione di specie d'insetti che oggi popolano il mondo — uno stima ritenuta inferiore alla realta, ma tante sono grosso modo le specie classificate finora —120.000 almeno sono farfalle, vuol dire die questi animati dall'apparenza così fragile e delicata hanno saputo escogitare strategie validissime per sopravvivere nella loro lunga storia evolutiva che abbraccia un arco di circa duecento milioni di anni. Strategie di tutti i tipi, dal mimetismo che le rende quasi invisibili quando, posa¬ NELLA più recente biografia di Talleyrand, quella di André Castelot tradotta due anni fa e pubblicata da Rizzoli col titolo La diplomazia del cinismo, il periodo della sua vita che coincise con lì Direttorio è trattato in una trentina di pagine; né avrebbe potuto essere diversamente, perché la vita di Talleyrand — l'uomo che ha servito tutti i regimi in un'epoca in cui i regimi si sono susseguiti in Francia con tanta rapidità da Luigi XVI a Robespierre e da Napoleone a Luigi XVIII — presenta un tale turbinio di eventi e di posizioni, che a ciascuno di quei periodi, in una biografia completa del personaggio, non può essere dedicata una lunga trattazione. Michel Poniatowski, diplomatico, esperto di alta finanza, più volte ministro, già intimo collaboratore di Giscard d'Estaing, membro del Parlamento europeo, ma anche autore di vari libri di storia, si è invece ritagliato, nella biografia di Talleyrand, la sola parte che riguarda 1 tre anni del Direttorio, e precisamente dal ritorno in Francia dall'esilio in America nel settembre 1796 al colpo di Stato napoleonico del 18 brumaio (novembre) 1799. Ma di questo breve periodo ha ricostruito la vita di Talleyrand in modo estremamente dettagliato, utilizzando ogni possibile fonte, non escluse quelle giornalistiche e quelle archivistiche ancora Inedite, ed ha Immerso la vita del personaggio nel quadro della storia generale di quegli anni, che non è soltanto storia di Francia, ma anche d'Europa, tanto più che Talleyrand tenne allora 11 ministero degli Esteri. Né appare ingiustificato che l'editore italiano di questo fitto volume abbia mutato il più preciso titolo originale, Talleyrand et le Directolre, in Storia del Direttorio, aggiungendovi come sottotitolo Da Talleyrand a Napoleo-. ne la fine della Rivoluzione francese. Del regime direttoriale, succeduto alla Convenzione, Charles-Maurice Talleyrand-Pérlgord fu certamente, insieme con Barras, personaggio centrale. Intrigante, venale, cinico, ma Intelligentissimo, accorto tempista, do' .ito di uno straordinario sr .iso della politica, fin dal > /imi giorni del suo rinnovalo soggiorno In Francia Talleyrand si rese conto della debolezza del Direttorio: il disordine finanziario, la generale Insicurezza, la guerra permanente, l'impotenza e il discredito del governo,- 11 conflitto tra potere esecutivo e legislativo, tutto con-, giurava per un cambiamen¬ to di regime, che l'opinione pubblica francese, ormai decisamente orientata a destra, richiedeva. L'interrogativo circa la soluzione della crisi riguardava due personaggi: Barra; e Napoleone. Certamente ubo del due avrebbe recitato prima o poi l'atto finale: ma quale del due? Talleyrand badò a non compromettersi troppo, agendo con estrema abilità per diventare l'ago della bilancia, che alla fine fece pendere dalla parte del generale, strettamente collaborando con lui nella preparazione del colpo di Stato che doveva farne 11 Primo Console e aprirgli la strada al potere personale e assoluto. In questa operazione, che si svolse nel giro di quei tre anni, Talleyrand si tenne in contatto con tutti gli ambienti e tutti i personaggi, i quali perciò, in questo libro di Poniatowski, costellano una galleria di straordinaria ricchezza e vivacità. Tra gli ex giacobini e i monarchici, Talleyrand, affiancato da Madame de Staèl e da Benjamin Constant, raccolse attorno a sé il maggior numero di moderati ostili al ritorno alla monarchia e ne fece la base della sua azione politica. Mettendo in comune il loro prestigio' politico e letterario, il loro talento e la loro abilità nell'intrigo, essi poterono mobilitare una grossa fetta di quel centro tentennante che non voleva né il ritorno del Terrore né quello del re, e diedero cosi al colpo di Stato, che maturava ma aveva bisogno di un'accurata preparazione, una garanzia di liberalismo e di moderazione che, come scrive efficacemente l'autore, «con/eri un tocco garbato all'uso della, forza e dell'esercito». .. . ,.„ \ . Quei tre anni videro le imprese del generale Bonaparté In Italia e nell'Europa centrale e la sua spedizione in Egitto. Come ministro degli Esteri, Talleyrand ne fiancheggiò l'opera, ma non tutte le ciambelle gli riuscirono col buco: Poniatowski è assai attento nel registrare le difficoltà della posizione della Francia nel contesto internazionale, ma anche 11 fallimento di Talleyrand In alcuni dei suol tentativi di far uscire il Paese dalla stretta di un'Europa ostile. Ma sebbene preposto alle relazioni estere, Talleyrand fu tutt'altro che estraneo alle manovre interne, 11 cui senso potrebbe cosi riassumersi: utilizzare 11 Direttorio per succedergli. E tuttavia egli giunse ad affrontare il difficile anno 1799 nelle peggiori condizioni. Avrebbe dovuto far appello a tutto il suo credito politico e morale, che invece aveva toccato il fondo. Era stato nominato ministro degli Esteri per giungere alla pace con l'Inghilterra e con l'Austria, ma la Francia era tuttora in guerra con la prima e stavano per riprendere le ostilità con la seconda; e nelle trattative da lui condotte era risaputo quanto avesse accettato di soddisfare la propria venialità. In un girotondo di denaro che caratterizzava la sua gestione ministeriale. Inoltre la sua relazione con la bella ma intrigante Catherine Grand (che più tardi egli avrebbe sposato) non era fatta per giovargli nell'opinione pubblica. Dovette dare le dimissioni dalla carica di ministro; ma ne approfittò per muoversi con maggiore libertà in vista di quel colpo di Stato napoleonico di cui egli fu uno dei maggiori artefici. All'indomani del quale, il Primo Console senti 11 bisogno di richiamarlo al potere per utilizzarne la grande esperienza politica e diplomatica. A Napoleone, Talleyrand chiese un unico privilegio: quello di lavorare soltanto con lui, senza la presenza degli altri due Consoli. Cominciava cosi un'intima e diretta collaborazione che sarebbe durata sette anni. Ma non sarebbe stata che una delle tante fasi dell'incredibile e camaleontica carriera politica dell'ex vescovo di Autun.