Stecca un sogno durato solo tre mesi

Sul ring di Porto Rico, l'italiano finisce k.o. alF8a ripresaxedendo il mondiale dei supergallo a Callejas Sul ring di Porto Rico, l'italiano finisce k.o. alF8a ripresaxedendo il mondiale dei supergallo a Callejas Stecca, un sogno durato solo tre mesi Fatale V8° round Ha provato, non ci sono rimpianti uan di Portorico. Le fasi deddvedd! Il fiorentino ha otten S. JUAN DI PORTORICO — Il regno di Loris Stecca come campione del mondo del pesi supergallo è durato 94 giorni, poco più di tre mesi. II pugile italiano, che aveva dovuto pesarsi due volte perché al primo controllo era risultato soprappeso di 220 grammi, è riuscito a tener validamente testa a Victor Callejas nelle prime cinque riprese, facendo più volte sentire al portoricano i suol destri d'incontro. Nella sesta ripresa però 11 match ha subito una svolta quando Stecca, pur attaccando di più dell'avversario, ha mostrato di non aver potenza sufficiente per dare un'impronta personale al combattimento, mentre Callejas, nell* unica occasione in cui è partito all'offensiva, ha aperto una ferita allo zigomo destro dell'italiano. All'ottava ripresa, dopo un settimo round di relativa pausa, Callejas si è scatenato all'attacco, approfittando di un colpo a vuoto del campione del mondo. Stecca ha «sentito» In pieno un montante sinistro che lo ha bloccato sulle gambe. Poi ancora un sinistro, un gancio destro e due montanti i sinistri ed 11 crollo al tappeto, 11 primo k.o. della carriera dell'imbattuto Stecca. •E' brutto perdere — ha ammesso sinceramente Stecca — Da professionista non conoscevo ancora il sapore della sconfitta e, sinceramente, speravo di riportare il titolo in Italia. Avevo già programmato una vacanza a Los Angeles con mia moglie per fare il tifo per mio fratello Maurilio impegnato nelle Olimpiadi'. Nel contorno della riunione l'ex campione europeo del pesi gallo Valerio Nati ha battuto per k.o. alla quarta ripresa il portoricano Orlando Perez. Ma questo non basta certo a cancellare l'amarezza per la sconfitta di Stecca. ||||||| uto 21,11, Pietro ha corso i 200 in 20"61 di GIANNI PIGNATA Loris Stecca non aveva scelta. Questa era una cambiale a scadenza precisa e con impegno chiarissimo: la possibilità di diventare campione del mondo di fronte a Cruz, contro il rischio di difendere il titolo novanta giorni dopo contro lo sfidante ufficiale Victor Callejas, sull'uscio di casa dell'avversario. E quest'ultima non è una metafora: Victor Callejas, portoricano, abita realmente a cinquanta metri dal <Mets Pavilion» di Guaynabo, dove sabato notte si é concluso, dopo 94 giorni appena, il brevissimo regno del pugile riminese come campione del mondo dei pesi supergallo, versione Wba. Non c'é niente da rimpiangere. Il vecchio nocchiero Umberto Branchlni sapeva quel che faceva quando, pur di offrire una chance mondiale al suo ragazzo, ha accettato tutti i rischi ad essa connessi. Sapeva anche che, una volta arrivati ai primi posti della ribalta mondiale, non sarebbe comunque bastata una sconfitta per tornare indietro. Loris Stecca insomma è caduto dal trono, ma non é scivolato in fondo alla scala. Tutti hanno potuto rendersi conto nelle otto, intensissime riprese del match di sabato notte, die il pugile riminese Ita dato il massimo, ha reso difficile il successo ad un avversario superfavorito per moltissbni motivi, ha pagato come doveva inevitabilmente pagare — tutte le difficoltà ambientali, tra esse anche l'imprevista difficoltà nel rientrare nel limiti di peso dellaoategoria, anche a causa del clima caldo-umido, che altera il fabbisogno di sali minerali del corpo, rendendo insidiose certe tabelle che andavano benissimo a casa. Loris Stecca ha chiuso gli occhi, si è tuffato nel vuoto, lia perso. Un banale errore di calcolo del suo dietologo — ma chi può, ora, fargliene colpa, dopo averlo osannato tre mesi fa? — lo lui costretto a sforzi imprevisti per perdere gli ultimi 220 grammi. Ma onestà vuole die si dica che questi sforzi avrebbero potuto semmai farsi sentire nelle ultime quattro o cinque riprese. Quando il match si è avviato al suo triste epilogo, Loris Stecca, dal punto di vista atletico, era ancora al massimo delle sue risorse. Ha perso perché la sua esperienza non è ancora tale da consentirgli di tenere a bada un avversario del calibro di Victor Callejas e soprattutto perché il portoricano, superiore ad ogni attesa anche sul piano dell'impostazione tecnica e della difesa, sviluppa una potenza di pugno difficilmente contrastabile. Un montante sinistro, un gancio destro, due montanti sinistri alla mascella, chi avrebbe resistito? Non c'è nulla da rimpiangere, ripeto. L'altra •parrocchia*, quella di Oliva e La Rocca, ìia scelto strade diverse, meno rischiose, per arrivare ad un titolo mondiale. Forse avrà più fortuna, forse riuscirà a sorridere pìiù a lungo. Ma Stecca non deve rimpiangere questi tre mesi di gloria. Non è in fondo alla scala, è sempre tra i primi, a 24 anni ha ancora tempo.

Luoghi citati: Italia, Los Angeles